Il mondo delle criptovalute e della finanza decentralizzata si trova ancora una volta al centro di un delicato equilibrio tra innovazione tecnologica e regolamentazione. Mentre gli sviluppatori continuano a costruire applicazioni sempre più sofisticate su blockchain, le autorità di controllo americane faticano a definire un quadro normativo chiaro che non soffochi l'innovazione. È in questo contesto che emerge una proposta congiunta che potrebbe rappresentare un punto di svolta per l'intero settore DeFi.
Una coalizione per la protezione degli sviluppatori
La società di venture capital Andreessen Horowitz (a16z) e l'organizzazione no-profit DeFi Education Fund hanno unito le forze per presentare una proposta cruciale alla Securities and Exchange Commission. L'obiettivo è ambizioso: ottenere un'esenzione dalle regole che disciplinano i broker-dealer per gli sviluppatori di applicazioni decentralizzate e le loro interfacce di trading.
La lettera, indirizzata mercoledì alla Commissaria SEC Hester Peirce, richiede specificamente la creazione di un "porto sicuro" normativo. Questo strumento proteggerebbe le interfacce di trading che permettono agli utenti di interagire con blockchain e protocolli di smart contract, inclusi quelli relativi ai servizi DeFi e ai marketplace di NFT, dall'obbligo di registrazione come broker secondo il Securities Exchange Act del 1934.
I quattro pilastri della proposta normativa
Per beneficiare di questa protezione normativa, le applicazioni dovrebbero soddisfare quattro criteri oggettivi molto specifici. Il primo requisito fondamentale è che l'app deve essere non-custodial, ovvero non deve mai assumere il controllo dei fondi degli utenti né esercitare discrezionalità nell'esecuzione delle loro transazioni.
Il secondo e terzo criterio riguardano il comportamento dell'applicazione: non deve sollecitare attivamente investimenti o fornire raccomandazioni, limitandosi a visualizzare passivamente dati di mercato neutrali o funzionalità. Infine, il protocollo sottostante deve essere genuinamente decentralizzato, interfacciandosi con protocolli che hanno eliminato il controllo operativo o che hanno dimostrato una "buona fede intenzione" di decentralizzarsi.
Un approccio flessibile per tecnologie in evoluzione
Amanda Tuminelli, Direttrice Esecutiva del DeFi Education Fund, ha sottolineato l'importanza di questa iniziativa: "Gli sviluppatori meritano chiarezza, e la nostra speranza nel presentare questa proposta è fornire agli sviluppatori di interfacce utente regole chiare così possano costruire senza preoccuparsi di essere soggetti a requisiti irragionevoli che non si allineano con le realtà della tecnologia".
La proposta si distingue per la sua flessibilità, progettata per tenere conto della natura in continua evoluzione dello sviluppo tecnologico nelle fasi iniziali. Il principio fondante è che la maggior parte delle interfacce di trading basate su web o app non comportano intrinsecamente i rischi che il regime normativo broker-dealer dell'Exchange Act era stato progettato per affrontare.
Tre vantaggi strategici per l'ecosistema crypto
Secondo la lettera, questo approccio offrirebbe tre benefici principali all'ecosistema delle criptovalute. Innanzitutto, stabilirebbe limiti chiari per l'applicazione delle leggi federali e sui titoli alle app che rientrano nell'ambito del porto sicuro proposto. In secondo luogo, proteggerebbe gli sviluppatori DeFi dall'essere soggetti all'applicazione retroattiva delle leggi federali sui titoli.
Il terzo vantaggio riguarda la coerenza storica: la proposta si allinea con le pratiche storiche della SEC riguardo ai porti sicuri per la registrazione dei broker. Questo aspetto è particolarmente significativo considerando le recenti dichiarazioni della Commissaria Peirce, che ha pubblicamente sostenuto la protezione dei diritti alla privacy crypto e agli sviluppi DeFi.
Il contesto normativo in evoluzione
Le osservazioni di Peirce hanno acquisito particolare rilevanza dopo la revoca ufficiale di una controversa regola crypto che avrebbe obbligato gli exchange decentralizzati a rispettare gli obblighi di segnalazione dei broker. La Commissaria aveva dichiarato: "Non dovremmo chiedere a soggetti che effettuano transazioni tra loro, dove non esiste intermediario, di raccogliere e riferire informazioni l'uno sull'altro. Farlo significherebbe deputarci a sorvegliare i nostri vicini, una pratica antitetica a una società libera".
La regola, originariamente proposta nel novembre 2021 attraverso l'Infrastructure Investment and Jobs Act, mirava a colmare il "tax gap" ampliando la definizione di "broker" per includere gli exchange crypto e altri intermediari. Il Dipartimento del Tesoro americano e l'Internal Revenue Service hanno formalmente eliminato questa regolamentazione, che sarebbe dovuta entrare in pieno vigore nel 2027.