Ant Group, il colosso fintech affiliato ad Alibaba che gestisce il gigante dei pagamenti digitali Alipay, ha depositato una domanda di registrazione del marchio AntCoin presso l'ufficio per la proprietà intellettuale di Hong Kong. La mossa, che risale a giugno ma è emersa solo di recente sui social crypto, arriva in un momento cruciale per l'ecosistema Web3 asiatico e potrebbe segnare l'ingresso di uno dei player più influenti del fintech tradizionale nel settore delle stablecoin regolamentate. Il deposito del trademark avviene a pochi giorni dall'intervento del presidente di Ant Group, Eric Jing, alla Hong Kong FinTech Week, evento che quest'anno presenta un'agenda fortemente orientata al crypto, affiancato da figure istituzionali come Christopher Hui, Segretario ai Servizi Finanziari di Hong Kong.
Il filing per AntCoin copre uno spettro sorprendentemente ampio di servizi finanziari, spaziando dalle attività bancarie tradizionali come prestiti e cambio valuta fino a funzionalità blockchain avanzate. Le specifiche del marchio includono settlement basato su blockchain, emissione di stablecoin, custodia di asset digitali e sistemi di loyalty rewards, configurando quello che potrebbe diventare un ponte regolamentato tra l'ecosistema di pagamenti di Alipay e l'economia Web3 di Hong Kong. Una convergenza che potrebbe portare centinaia di milioni di utenti esistenti dell'app verso servizi crypto mainstream.
La tempistica non è casuale. Hong Kong ha ufficialmente attivato ad agosto il suo nuovo regime di licenze per stablecoin, parte di una strategia più ampia per posizionare la città come hub Web3 regolamentato in Asia. Ant Group aveva già dichiarato pubblicamente di stare esplorando questo quadro normativo, ma il deposito del trademark rappresenta il primo passo concreto e pubblicamente documentabile verso un'infrastruttura proprietaria. La giurisdizione di Hong Kong offre infatti un framework che molti operatori crypto considerano tra i più chiari e permissivi in Asia, specialmente dopo le restrizioni imposte dalla Cina continentale.
È importante sottolineare che il filing di un marchio non conferma automaticamente il lancio di un token o di una stablecoin, ma rappresenta piuttosto la costruzione delle fondamenta legali necessarie per operare in questo spazio. Ant Group potrebbe decidere di sviluppare una stablecoin collateralizzata in dollari di Hong Kong o yuan offshore, oppure creare un'infrastruttura per facilitare l'uso di stablecoin di terze parti all'interno dell'ecosistema Alipay. Entrambi gli scenari avrebbero implicazioni enormi per l'adozione mainstream, considerando che Alipay serve oltre un miliardo di utenti attivi.
Il contesto competitivo in Asia è particolarmente interessante. Mentre Tencent con WeChat Pay e altri competitor del settore pagamenti digitali esplorano cautamente il Web3, l'approccio di Ant Group sembra più strutturato e orientato alla compliance. L'integrazione di funzionalità blockchain e stablecoin in un'app già dominante nel retail e nei micropagamenti potrebbe accelerare drasticamente l'adozione di questi strumenti, superando la barriera dell'user experience che ancora limita molte applicazioni DeFi e crypto native. La strategia ricorda quella adottata da PayPal nei mercati occidentali, ma con un bacino di utenti significativamente più ampio.
Al momento della pubblicazione, Ant Group non ha risposto alle richieste di commento da parte di CoinDesk. La presenza di Eric Jing alla Hong Kong FinTech Week della prossima settimana potrebbe tuttavia offrire indizi più concreti sulle intenzioni strategiche dell'azienda. Gli investitori e gli osservatori del settore attendono segnali su come Ant intenda posizionare AntCoin rispetto ai competitor già attivi nel mercato delle stablecoin asiatiche, come Circle con USDC o le iniziative governative di digital currency che stanno emergendo nella regione. La convergenza tra giganti del fintech tradizionale e infrastruttura blockchain regolamentata potrebbe rappresentare il prossimo capitolo dell'adozione crypto istituzionale.