L'Arizona continua a navigare tra innovazione finanziaria e prudenza amministrativa nel complesso panorama delle criptovalute, con la governatrice Katie Hobbs che ha posto per la terza volta quest'anno il veto su proposte di legge volte a creare riserve statali di asset digitali. L'ultimo episodio riguarda il disegno di legge HB 2324, che avrebbe istituito un fondo di riserva Bitcoin finanziato attraverso i sequestri penali di criptovalute. La decisione evidenzia le tensioni tra l'entusiasmo per le nuove tecnologie finanziarie e le preoccupazioni pratiche legate all'applicazione della legge a livello locale.
Un percorso legislativo travagliato
La proposta HB 2324 ha vissuto un iter parlamentare particolarmente accidentato, simile a una partita di calcio dove il risultato cambia fino all'ultimo minuto. Inizialmente bocciata dalla Camera il 7 maggio, la misura è stata riportata in vita grazie a una votazione serrata al Senato del 19 giugno, con un margine di soli due voti (16 a 14). Il colpo di scena è arrivato quando la senatrice repubblicana Janae Shamp, precedentemente contraria, ha presentato una mozione per riconsiderare la questione.
Il 24 giugno la Camera ha approvato definitivamente il progetto con 34 voti favorevoli e 22 contrari. La proposta prevedeva che gli asset digitali sequestrati venissero gestiti dal Tesoriere di Stato e distribuiti tra l'ufficio del Procuratore Generale, il fondo generale dello stato e il fondo di riserva stesso.
Le preoccupazioni della governatrice
Nella lettera di veto indirizzata al presidente della Camera Steve Montenegro, Hobbs ha espresso timori concreti sull'impatto che questa misura avrebbe potuto avere sul lavoro delle forze dell'ordine locali. Secondo la governatrice, dirottare questi beni verso un fondo di riserva gestito dallo stato rischiava di scoraggiare le agenzie locali dal partecipare attivamente alle indagini e ai sequestri.
"Oggi ho posto il veto al disegno di legge HB 2324. Questo provvedimento disincentiva le forze dell'ordine locali dal collaborare con lo stato sui sequestri di asset digitali, sottraendo i beni sequestrati alle giurisdizioni locali", ha scritto Hobbs nella sua comunicazione ufficiale. La preoccupazione centrale riguarda il rischio di indebolire gli sforzi contro i crimini che coinvolgono le criptovalute.
Un pattern di resistenza istituzionale
Il veto di HB 2324 si inserisce in una strategia più ampia della governatrice democratica, che quest'anno ha già bloccato altri due progetti simili. Il disegno di legge SB 1025 avrebbe permesso allo stato di investire fino al 10% dei fondi pubblici in Bitcoin o altre criptovalute, mentre SB 1373 proponeva di finanziare una Riserva Strategica di Asset Digitali attraverso criptovalute sequestrate e altre risorse.
Tuttavia, non tutto è stato respinto nel campo delle innovazioni digitali. Il 7 maggio Hobbs ha firmato il disegno di legge HB 2749, che istituisce una riserva per asset digitali non reclamati come criptovalute abbandonate, airdrop e ricompense da staking. Questo fondo, gestito dal Dipartimento delle Entrate, integra gli asset digitali nella finanza statale senza ricorrere a investimenti diretti o fondi derivanti da sequestri penali.
Equilibrio tra innovazione e prudenza
La posizione dell'Arizona riflette un dilemma che molti stati americani stanno affrontando: come abbracciare le opportunità offerte dalle criptovalute senza compromettere la stabilità finanziaria e l'efficacia dell'applicazione della legge. La differenza di approccio tra i progetti respinti e quello approvato suggerisce una preferenza per soluzioni che non richiedano investimenti attivi o che possano interferire con le operazioni di polizia.
Il caso dell'Arizona dimostra come il percorso verso l'adozione delle criptovalute a livello istituzionale richieda un delicato bilanciamento tra innovazione tecnologica e responsabilità amministrativa, con particolare attenzione agli effetti pratici sulle operazioni quotidiane degli enti pubblici.