Mentre molte piattaforme di criptovalute hanno reagito al giro di vite di Singapore trasferendo il personale all'estero, Binance ha scelto una strada diversa che potrebbe ridefinire il panorama delle operazioni crypto nella città-stato asiatica. La decisione del colosso degli scambi digitali di mantenere oltre 400 dipendenti nella regione, nonostante la scadenza del 30 giugno imposta dall'Autorità Monetaria di Singapore per la cessazione delle attività non autorizzate, rappresenta una scommessa strategica che si basa su una lettura particolare delle nuove normative. Questa mossa contrasta nettamente con l'approccio adottato da competitor come Bitget e Bybit, che hanno preferito delocalizzare le proprie risorse umane per evitare complicazioni regolamentari.
La strategia del "lavoro da remoto" che aggira i controlli
L'analisi dei profili LinkedIn del personale Binance rivela come la maggior parte dei dipendenti singaporiani si occupi di attività di back-office, inclusi compliance, risorse umane, analisi dati e sviluppo tecnologico. Secondo fonti interne all'azienda, questa particolare distribuzione delle mansioni permetterebbe di operare senza entrare in conflitto diretto con le nuove regole imposte dalla MAS. Il modello "remote-first" adottato da Binance, come spiegato dal CEO Richard Teng in un'intervista di gennaio, consente ai dipendenti di lavorare da Singapore senza che questo comporti necessariamente una presenza operativa dell'exchange nella giurisdizione locale.
La posizione dell'autorità monetaria singaporiana sembra avallare questa interpretazione: nel comunicato di maggio, la MAS ha chiarificato che i singoli dipendenti che lavorano per aziende con sede all'estero non richiedono automaticamente una licenza secondo il Financial Services and Markets Act 2022. Questa distinzione normativa apre uno spiraglio che Binance sembra aver saputo sfruttare abilmente.
Un precedente che può cambiare le regole del gioco
La strategia di Binance potrebbe rappresentare un precedente significativo per altre piattaforme crypto che operano in zone grigie regolamentali. Mentre Singapore ospita exchange autorizzati come Coinbase e OKX, che hanno ottenuto le necessarie licenze e stabilito basi operative regionali, l'approccio di Binance dimostra come sia possibile mantenere una presenza significativa senza sottostare agli stessi obblighi normativi. Questa situazione mette in luce le sfide che le autorità finanziarie devono affrontare nell'era del lavoro digitale globalizzato.
Richard Teng, che vanta un passato come direttore proprio presso la MAS, ha dichiarato nel 2024 che l'azienda è in trattative con diverse giurisdizioni mondiali riguardo alle proprie operazioni. La sua esperienza nell'ambiente regolamentario singaporiano potrebbe aver influenzato la decisione di testare i limiti delle nuove normative piuttosto che ritirarsi completamente dal mercato.
L'enigma della sede centrale e le conseguenze per l'industria
Con oltre 50 uffici sparsi nel mondo, Binance non ha mai dichiarato ufficialmente dove si trovi la propria sede centrale, una strategia che le permette di mantenere flessibilità operativa in un panorama regolamentare in continua evoluzione. Quando interpellata sui dettagli delle operazioni singaporiane, l'azienda ha preferito non commentare, né specificare se disponga di uffici fisici nella regione.
L'ultimatum lanciato dalle autorità singaporiane a inizio mese, con l'avvertimento finale per gli exchange non autorizzati, aveva fatto temere un esodo di massa dal settore crypto nella nazione. Tuttavia, la mossa di Binance potrebbe aver trovato una via di mezzo che consente di mantenere presenza e competenze locali senza violare formalmente le nuove regole, aprendo scenari inediti per l'industria delle criptovalute nella regione.