Una piccola azienda cinese di stazioni di ricarica per veicoli elettrici ha scatenato un terremoto sui mercati annunciando una strategia di investimento in criptovalute da un miliardo di dollari, nonostante i suoi conti mostrino disponibilità liquide per meno di un milione. La Jiuzi Holdings, quotata sui mercati americani con il ticker JZXN, rappresenta l'ultimo caso di una tendenza sempre più diffusa tra le società pubbliche che cercano di diversificare i propri asset attraverso le valute digitali. Il paradosso emerge chiaramente dai numeri: mentre il consiglio di amministrazione ha autorizzato investimenti fino a un miliardo di dollari in Bitcoin, Ethereum e BNB, l'ultima dichiarazione finanziaria presentata alla SEC rivela liquidità per appena 943.000 dollari al 31 ottobre 2024.
Il crollo dopo l'euforia iniziale
La reazione del mercato ha seguito un copione ormai familiare nel mondo delle criptovalute: euforia iniziale seguita da una brusca correzione. Le azioni di JZXN hanno raggiunto un picco di 2,38 dollari nella sessione di apertura, segnando un balzo del 47% rispetto alla chiusura di martedì, per poi crollare completamente. Al momento della chiusura, il titolo registrava un calo di quasi il 10% giornaliero, attestandosi a 1,46 dollari per azione.
La performance a lungo termine del titolo racconta una storia ancora più drammatica: negli ultimi cinque anni, JZXN ha perso oltre il 99,9% del proprio valore. Questo contesto rende ancora più singolare la decisione di intraprendere una strategia di investimento così ambiziosa nel settore delle criptovalute.
Una strategia senza fondi apparenti
Il CEO Tao Li ha giustificato la mossa come "un passo proattivo nella gestione del nostro tesoro per salvaguardare e migliorare il valore a lungo termine per gli azionisti". Tuttavia, rimane un mistero come l'azienda intenda finanziare questi investimenti miliardari. A differenza di altre società che hanno adottato strategie simili attraverso l'emissione di obbligazioni convertibili o investimenti privati, Jiuzi Holdings non ha fornito alcuna indicazione sui meccanismi di raccolta fondi.
I documenti finanziari dipingono un quadro preoccupante: oltre alla scarsa liquidità, l'azienda ha registrato una perdita netta di circa 55 milioni di dollari per l'anno fiscale conclusosi il 31 ottobre 2024.
Il framework di investimento e gestione del rischio
Nonostante le evidenti difficoltà finanziarie, l'azienda ha strutturato un approccio formalmente rigoroso agli investimenti in criptovalute. Il consiglio ha autorizzato l'allocazione di una porzione delle riserve di cassa in Bitcoin, Ethereum e BNB, utilizzando quello che definiscono un "rigoroso framework di rischio". Qualsiasi investimento in token aggiuntivi dovrà ottenere l'approvazione preventiva del consiglio di amministrazione.
La società ha anche istituito un comitato per gli asset di rischio cripto come parte della propria struttura di investimento e ha specificato che non manterrà la custodia diretta degli asset digitali. Il nuovo COO, Dr. Doug Buerger, ha chiarito l'approccio dell'azienda: "Non ci stiamo impegnando in trading a breve termine o speculazione; piuttosto, vediamo gli asset cripto come riserve di valore a lungo termine per proteggerci dalle incertezze macroeconomiche".
Un trend in crescita tra le aziende pubbliche
La decisione di Jiuzi Holdings si inserisce in un movimento più ampio di società quotate che stanno integrando le criptovalute nelle proprie strategie di tesoreria. Tuttavia, la sproporzione tra ambizioni e risorse disponibili rende questo caso particolarmente singolare nel panorama degli investimenti aziendali in valute digitali. L'azienda non ha risposto immediatamente alle richieste di commento da parte dei media specializzati, lasciando aperti molti interrogativi sulla fattibilità concreta di questa strategia miliardaria.