La Banca Nazionale Ceca ha compiuto un passo storico nel mondo delle istituzioni finanziarie tradizionali, diventando la prima banca centrale europea ad acquisire direttamente Bitcoin (BTC). L'operazione da 1 milione di dollari, approvata il 30 ottobre 2025, include anche alcune stablecoin ancorate al dollaro e rappresenta un esperimento istituzionale che potrebbe aprire scenari inediti per l'adozione crypto a livello governativo. Nonostante l'importo simbolico, l'iniziativa della CNB assume particolare rilevanza nel contesto normativo europeo, dove il regolamento MiCA ha da poco stabilito le linee guida per gli asset digitali, mentre la maggior parte delle autorità monetarie continentali mantiene un approccio prudente se non ostile verso le criptovalute.
Il governatore della CNB Aleš Michl ha chiarito che l'obiettivo primario è acquisire esperienza pratica nella gestione di asset decentralizzati e valutare il potenziale ruolo di Bitcoin nella diversificazione delle riserve nazionali. Gli asset digitali verranno tuttavia tenuti separati dalle riserve internazionali ufficiali del paese, evidenziando come l'istituzione voglia testare il terreno senza compromettere la stabilità delle proprie dotazioni tradizionali. La CNB ha specificato che non aumenterà l'esposizione oltre il milione già investito e che presenterà una valutazione pubblica del progetto entro due o tre anni.
L'operazione avviene in un momento di forte volatilità per il mercato crypto: Bitcoin ha raggiunto il mese scorso il nuovo massimo storico di circa 125.000 dollari, per poi ritracciare del 19% fino agli attuali 101.000 dollari. Questa correzione non ha tuttavia scoraggiato l'approccio esplorativo della banca centrale ceca, che sembra considerare le oscillazioni di prezzo come parte integrante dell'esperimento conoscitivo piuttosto che un deterrente.
Il panorama dell'adozione istituzionale di Bitcoin a livello statale si sta infatti ampliando, con approcci differenziati. El Salvador resta il pioniere, avendo dichiarato Bitcoin legal tender nel 2021, mentre il piccolo regno himalayano del Bhutan figura tra i maggiori detentori sovrani di BTC al mondo grazie alla sua attività di mining alimentata da energia idroelettrica. Il Kazakhstan, già potenza nel settore del mining, ha annunciato a settembre l'intenzione di creare un fondo sovrano dedicato esclusivamente a Bitcoin.
Negli Stati Uniti, il presidente Trump ha istituito quest'anno una riserva strategica di Bitcoin, seguendo però un modello diverso: nessun acquisto diretto sul mercato, ma accumulo attraverso confische e sequestri da attività criminali. Questa strategia evita l'impatto sui prezzi che deriverebbe da acquisti diretti da parte di un governo, ma solleva interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine di una riserva alimentata solo da asset confiscati.
La Repubblica Ceca rimane fuori dall'eurozona, mantenendo la propria valuta nazionale, la koruna. Questo status le garantisce maggiore autonomia nelle decisioni di politica monetaria rispetto ai paesi che hanno adottato l'euro, spiegando in parte la libertà di sperimentare con asset digitali. Michl ha collegato l'investimento in crypto a una visione più ampia sulla tokenizzazione degli asset finanziari tradizionali, immaginando un futuro in cui i cittadini cechi potranno acquistare bond governativi tokenizzati o altri strumenti di investimento con la stessa facilità con cui si paga un caffè.
L'approccio della CNB potrebbe fungere da test balloon per altre istituzioni europee che osservano il mercato crypto con interesse ma senza osare il primo passo. Il limitato ammontare dell'investimento riduce il rischio finanziario ma permette comunque di acquisire competenze operative su wallet, custody solutions, gestione delle chiavi private e interazione con la blockchain. La scelta di includere stablecoin dollaro-backed accanto a Bitcoin suggerisce inoltre un interesse verso gli strumenti di pagamento digitali oltre che verso l'asset speculativo.
Resta da vedere se l'esperimento ceco influenzerà altre banche centrali europee o se rimarrà un caso isolato in un continente dove le autorità monetarie privilegiano lo sviluppo di CBDC (valute digitali di banca centrale) controllate piuttosto che l'adozione di asset decentralizzati. La valutazione che la CNB pubblicherà tra due o tre anni fornirà dati preziosi sull'effettiva praticabilità di includere Bitcoin nelle strategie di diversificazione delle riserve statali, potenzialmente accelerando o raffreddando l'interesse istituzionale verso l'asset class crypto.