Il dibattito sulla natura giuridica di XRP (XRP) torna a infiammarsi negli Stati Uniti dopo che una bozza bipartisan al Senato propone di ridefinire i confini tra commodities digitali e securities. La proposta legislativa arriva in un momento cruciale per il mercato crypto, mentre Ripple continua a espandere la propria rete di pagamenti e XRP registra volumi annuali superiori ai 5 trilioni di dollari. La questione non è puramente accademica: stabilire se XRP debba essere regolamentato dalla CFTC o dalla SEC potrebbe aprire la strada a una chiarezza normativa attesa da anni, con implicazioni dirette per exchange, istituzioni finanziarie e investitori retail.
La bozza legislativa disegna una linea di demarcazione netta: Bitcoin (BTC) e XRP verrebbero classificati come commodities digitali sotto la giurisdizione della Commodity Futures Trading Commission, mentre la Securities and Exchange Commission manterrebbe l'autorità esclusiva sui token che configurano veri e propri titoli. Questa separazione potrebbe finalmente risolvere l'incertezza legale che ha pesato sul mercato crypto statunitense, costringendo numerosi progetti a operare in una zona grigia normativa.
A sostegno della tesi che vede XRP come commodity emerge uno studio accademico della Durham University pubblicato cinque anni fa sul Journal of Cultural Economy. Il ricercatore Ludovico Rella ha definito XRP come "una forma radicale di commodity money", introducendo il concetto di "metallismo digitale" per descrivere come il token funzioni come asset autonomo, slegato dalle passività aziendali di Ripple o da quote societarie. L'analogia più significativa dello studio paragona XRP a "oro nelle tue mani", enfatizzando la sua natura di asset liquido progettato per essere il più fluido possibile sul XRP Ledger.
La ricerca di Rella identifica un doppio ruolo strutturale di XRP nell'ecosistema crypto. Da un lato, il token presenta caratteristiche tipiche di una commodity digitale con valore intrinseco; dall'altro, funziona come bridge asset all'interno della rete di pagamenti transfrontalieri di Ripple. Questa dualità riflette l'evoluzione del progetto da un sistema di credito reciproco basato sulla fiducia a un'infrastruttura blockchain focalizzata su velocità e liquidità nei trasferimenti internazionali.
La community XRP ha accolto con entusiasmo la proposta legislativa, richiamando la sentenza del 2023 che ha stabilito come XRP non costituisca un security nelle vendite secondarie. Questa decisione giudiziaria, combinata con il nuovo framework normativo proposto, potrebbe finalmente cristallizzare la posizione legale del token. Gli osservatori del settore sottolineano come la classificazione sotto la CFTC rappresenterebbe un precedente importante per altri progetti che si trovano in situazioni simili, potenzialmente aprendo la strada a una revisione sistematica della regolamentazione crypto.
Le ambizioni di Ripple nel settore dei pagamenti istituzionali aggiungono peso al dibattito normativo. Il CEO Brad Garlinghouse ha dichiarato pubblicamente l'obiettivo di conquistare il 14% del volume SWIFT, che attualmente gestisce 150 trilioni di dollari annui. Se raggiunto, questo target si tradurrebbe in circa 40 trilioni di dollari transitanti attraverso la rete Ripple entro il 2030. L'azienda sta inoltre conducendo progetti pilota con diverse banche centrali per l'implementazione di CBDC, posizionando XRP come potenziale infrastruttura per la prossima generazione di valute digitali sovrane.
Il mercato ha reagito positivamente alle speculazioni normative: al momento delle ultime rilevazioni, XRP scambiava a 2,50 dollari, registrando un incremento del 4% rispetto ai 2,40 dollari della sessione precedente. Ancora più significativo è l'aumento del 52% nei volumi giornalieri, con quasi 5,8 miliardi di dollari di XRP scambiati nelle ultime 24 ore. Questo spike di attività riflette l'interesse crescente degli investitori per un asset che potrebbe beneficiare di una classificazione normativa favorevole.
La prospettiva di una chiarezza regolatoria negli Stati Uniti assume particolare rilevanza per il mercato europeo, dove il regolamento MiCA sta già definendo standard per le crypto-asset. Una convergenza tra l'approccio americano basato sulla distinzione commodity-security e quello europeo più omogeneo potrebbe facilitare l'adozione istituzionale transfrontaliera. Per gli exchange centralizzati operanti in Italia, una classificazione definitiva di XRP semplificerebbe gli obblighi di compliance e potrebbe incentivare un'offerta più ampia di servizi legati al token, dallo staking alla tokenizzazione di asset reali.
Resta da vedere se la proposta bipartisan supererà l'iter legislativo e in quale forma definitiva. Tuttavia, il semplice fatto che entrambi i partiti stiano collaborando su una struttura di mercato per le crypto rappresenta un cambiamento significativo rispetto all'approccio frammentario degli ultimi anni. Per XRP e per l'intero settore crypto, i prossimi mesi potrebbero segnare una svolta nella relazione tra innovazione tecnologica e framework regolatorio, con ripercussioni destinate a influenzare l'evoluzione del mercato digitale globale.