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Il mondo crypto si prepara a un nuovo capitolo di controversie legali che potrebbero ridefinire i confini della compliance nel settore. Binance, il più grande exchange di criptovalute al mondo per volumi di trading, si trova al centro di una causa intentata da vittime e familiari degli attacchi del 7 ottobre 2023 in Israele, accusata di aver facilitato trasferimenti per oltre un miliardo di dollari verso organizzazioni designate come terroristiche dagli Stati Uniti, tra cui Hamas e Hezbollah. La vicenda riaccende i riflettori sulle pratiche della piattaforma guidata da Changpeng Zhao, noto come "CZ", appena poche settimane dopo che il presidente Donald Trump gli ha concesso la grazia per reati legati al riciclaggio di denaro. Un timing che solleva interrogativi sulla reale efficacia dei meccanismi di controllo implementati dagli exchange centralizzati e sulle implicazioni politiche delle decisioni presidenziali nel settore delle crypto.
La denuncia depositata presso la corte federale del North Dakota delinea un quadro preoccupante delle operazioni di Binance. Secondo i documenti legali, la piattaforma avrebbe trasferito almeno 50 milioni di dollari anche dopo gli attacchi del 7 ottobre, con almeno due transazioni originate direttamente dal territorio statunitense. L'accusa centrale riguarda una presunta strategia deliberata dell'exchange di evitare controlli sui fondi in entrata, monitorando le transazioni sospette solo nel momento in cui gli utenti tentavano di prelevare crypto dalla piattaforma verso wallet esterni.
Questa presunta politica di compliance selettiva rappresenterebbe una violazione diretta degli accordi raggiunti con le autorità americane nel novembre 2023, quando Binance si era dichiarata colpevole accettando di pagare oltre 4 miliardi di dollari in sanzioni per violazioni legate a riciclaggio di denaro e mancato rispetto delle normative antiterrorismo. In quell'occasione, l'exchange aveva formalmente promesso di rafforzare i propri programmi di anti-money laundering (AML) e conformità alle sanzioni internazionali, un impegno ora messo in discussione dai querelanti.
La difesa di Binance si basa su due pilastri fondamentali: l'affermazione di rispettare pienamente le leggi internazionali sulle sanzioni e la sostanziale riduzione dei flussi illeciti sulla piattaforma, che rappresenterebbero una frazione minima dei volumi totali scambiati. Un portavoce dell'exchange ha ribadito l'impegno a collaborare con regolatori e autorità di polizia per proteggere l'integrità dell'ecosistema degli asset digitali. Tuttavia, la denuncia sostiene che non vi siano indicazioni di un cambiamento sostanziale nel modello di business della piattaforma, suggerendo che le migliorie implementate post-settlement siano più cosmetiche che strutturali.
Il contesto politico amplifica la risonanza della vicenda. La grazia presidenziale concessa a Changpeng Zhao il mese scorso, che aveva ammesso di non aver mantenuto un programma efficace di anti-money laundering, è avvenuta nonostante i legami commerciali tra la famiglia Trump e l'ex CEO di Binance. Trump ha successivamente dichiarato di "non avere idea" di chi fosse Zhao, pur riconoscendo il coinvolgimento dei propri figli nell'industria crypto. Democratici di alto profilo hanno espresso preoccupazione in una lettera ufficiale, sostenendo che la grazia invii un segnale pericoloso agli executive del settore crypto e ai criminali dei colletti bianchi: la possibilità di commettere reati con impunità, purché si arricchisca sufficientemente il presidente.
Le implicazioni per il settore sono significative. Se la causa dovesse progredire con successo, potrebbe stabilire precedenti importanti sulla responsabilità degli exchange centralizzati per le attività degli utenti, aprendo la strada a ulteriori azioni legali contro piattaforme CEX che non implementano controlli KYC e AML sufficientemente rigorosi. La vicenda sottolinea inoltre la tensione crescente tra la natura pseudo-anonima delle transazioni blockchain e le esigenze di compliance delle giurisdizioni tradizionali, particolarmente rilevante nel contesto europeo dove la regolamentazione MiCA sta definendo nuovi standard di trasparenza.
Il caso Binance evidenzia come il confine tra innovazione finanziaria e responsabilità legale rimanga fluido nel mondo crypto. Mentre l'exchange cerca di trasformarsi in un operatore pienamente compliant, le accuse di aver facilitato finanziamenti terroristici rappresentano una sfida reputazionale e legale di proporzioni enormi. Il processo con giuria richiesto dai familiari delle vittime dovrà determinare se le lacune nei sistemi di controllo di Binance fossero negligenza o, come sostiene la denuncia, una strategia deliberata per attrarre volumi attraverso la tolleranza di attività illecite. La sentenza potrebbe ridefinire gli standard operativi dell'intera industria degli exchange crypto.