Il dibattito sull'identità di Bitcoin si riaccende con una proposta che potrebbe ridefinire temporaneamente l'utilizzo della blockchain più antica del settore. La BIP-444, una nuova Bitcoin Improvement Proposal, chiede l'implementazione di un soft fork temporaneo per limitare drasticamente l'archiviazione di dati non monetari sulla rete Bitcoin per circa un anno. La mossa arriva in un momento critico, dopo che Bitcoin Core v30 ha di fatto rimosso il limite di byte per i dati OP_RETURN se vengono pagate le commissioni appropriate, scatenando preoccupazioni sulla sostenibilità dello spazio nei blocchi. Secondo i dati di Bitnodes, solo il 6,3% dei nodi raggiungibili esegue attualmente la versione v30, un dettaglio che evidenzia quanto la rete sia ancora frammentata su questa questione.
La proposta tecnica dietro la BIP-444 è sostanzialmente una pausa sull'archiviazione di grandi volumi di dati sulla blockchain di Bitcoin. Il meccanismo prevede la riduzione drastica dei dati extra consentiti: i dati OP_RETURN verrebbero limitati a soli 83 byte, mentre altre aree comunemente utilizzate per "nascondere" informazioni sarebbero ridotte a 34 byte. Questo taglio netto bloccherebbe efficacemente le iscrizioni di grandi dimensioni, come quelle utilizzate dal protocollo Ordinals, che ha permesso di incorporare immagini, file e altri contenuti multimediali sulla mainnet di Bitcoin.
Dal punto di vista dell'implementazione, si tratterebbe di un soft fork temporaneo: i nodi aggiornati respingerebbero le transazioni contenenti dati sovradimensionati, mentre il resto della rete continuerebbe a funzionare normalmente. Le transazioni monetarie tradizionali rimarrebbero completamente operative. La proposta introduce anche vincoli sugli alberi di Merkle incorporati negli output Taproot e vieta l'uso di OP_IF all'interno degli script Taproot, una mossa che disabiliterebbe di fatto le iscrizioni in stile Ordinals.
Il fronte a favore della BIP-444 inquadra l'intervento come una misura difensiva necessaria per preservare il prezioso spazio nei blocchi per i pagamenti, la funzione primaria di Bitcoin. Un argomento centrale riguarda anche l'esposizione legale: se contenuti illeciti venissero incorporati on-chain, gli operatori dei nodi potrebbero essere costretti a trasmettere o archiviare materiale illegale, con il rischio di scoraggiare la validazione e spingere la rete verso una centralizzazione indesiderata. Luke Dashjr, sviluppatore storico di Bitcoin Core, ha espresso sostegno alla bozza, negando però di esserne l'autore e definendola "un semplice stopgap" per guadagnare tempo nella progettazione di una soluzione definitiva.
Sul fronte opposto, i critici della proposta sostengono che i dati arbitrari fanno parte di Bitcoin sin dall'inizio e che qualsiasi transazione valida secondo il consenso e che paghi le fee appropriate dovrebbe essere trasmettibile. Leonidas, sostenitore degli Ordinals, ha affermato che i miner e i pool che controllano la maggioranza dell'hash rate includeranno comunque tali transazioni, minacciando che "qualsiasi tentativo serio da parte di Bitcoin Core" di inasprire le regole di policy "sarà accolto con azioni decisive". Questa dichiarazione evidenzia una spaccatura potenzialmente profonda tra gli sviluppatori del protocollo e chi controlla effettivamente la produzione dei blocchi.
La questione di fondo trascende gli aspetti tecnici e tocca l'identità stessa di Bitcoin (BTC). Da una parte c'è chi vuole mantenere la rete focalizzata esclusivamente sulla funzione monetaria, garantendo efficienza e accessibilità per i pagamenti peer-to-peer. Dall'altra, emerge una visione di Bitcoin come ledger resistente alla censura, capace di ospitare qualsiasi tipo di dato che utenti siano disposti a pagare per archiviare. Il fenomeno degli Ordinals, che ha generato milioni di dollari in commissioni aggiuntive per i miner ma anche congestione della rete, ha cristallizzato questo scontro ideologico.
L'implementazione della BIP-444 richiederebbe un consenso significativo tra nodi e miner, un processo che storicamente ha dimostrato di essere complesso e polarizzante nell'ecosistema Bitcoin. La proposta di una durata limitata a circa un anno rappresenta un tentativo di mediazione: non una decisione permanente, ma una tregua temporanea per permettere alla comunità di elaborare una soluzione di lungo termine. I prossimi mesi saranno cruciali per capire se la rete riuscirà a trovare un equilibrio tra preservare la sua funzione monetaria core e abbracciare casi d'uso emergenti che, pur controversi, dimostrano la resilienza e la flessibilità della blockchain più capitalizzata al mondo.