La strategia di diversificazione di Tether affonda le radici in una decisione presa nel maggio 2023, quando la società annunciò l'intenzione di destinare fino al 15% dei profitti operativi netti all'acquisto di bitcoin. Questi BTC non vengono utilizzati per garantire direttamente i token USDT in circolazione, ma vengono accumulati come riserva supplementare, configurandosi essenzialmente come una forma di tesoreria aziendale investita in un bene rifugio a lungo termine. L'obiettivo dichiarato è rafforzare il bilancio con un asset capace di preservare valore nel tempo.
Ma bitcoin non è l'unico protagonista di questa visione. Tether ha costruito un rapporto altrettanto solido con l'oro fisico attraverso due canali paralleli. Il primo è la tokenizzazione: l'azienda emette Tether Gold (XAUt), un token digitale garantito da lingotti fisici allocati. Al 30 giugno 2025, secondo i dati ufficiali, oltre 7,66 tonnellate di oro supportavano i token in circolazione. Il secondo canale è ancora più ambizioso e prevede investimenti diretti lungo l'intera filiera aurifera.
Secondo quanto riportato dal Financial Times a settembre 2025, Tether ha avviato colloqui per investire in miniere, raffinerie e royalty legate all'oro, inserendo il metallo giallo in una più ampia strategia di diversificazione che va oltre la semplice detenzione di riserve. Questi movimenti upstream rappresenterebbero un salto qualitativo nell'esposizione all'oro, trasformando Tether da semplice detentore a operatore integrato nel settore minerario e produttivo.
Ardoino aveva già accostato pubblicamente bitcoin, oro e terreni come strumenti di copertura contro l'incertezza economica. A settembre aveva anche smentito categoricamente le voci secondo cui Tether stesse vendendo bitcoin per accumulare oro, ribadendo l'impegno della società a far crescere entrambe le posizioni. La dichiarazione di domenica scorsa, seppur minimale nelle parole, conferma questa doppia direttrice strategica: bitcoin come asset strategico acquistato con i profitti e oro come pilastro parallelo attraverso tokenizzazione e investimenti nella catena di approvvigionamento.
Va precisato che la maggior parte delle riserve di Tether rimane comunque investita in strumenti liquidi tradizionali, principalmente titoli del Tesoro americano, come confermato dalle attestazioni periodiche pubblicate dalla società. Il prossimo rapporto sulle riserve, atteso tra la fine di questo mese e l'inizio del prossimo, chiarirà se le allocazioni a bitcoin e oro abbiano subito variazioni significative rispetto ai trimestri precedenti.
La posizione di Ardoino si inserisce in un contesto di crescente interesse istituzionale per gli asset alternativi, con bitcoin che continua a essere percepito come "oro digitale" da una fetta sempre più ampia di investitori professionali. La performance comparativa tra dollaro, bitcoin e oro nel 2025 sembra dare ragione a questa visione, alimentando il dibattito sul futuro degli strumenti di riserva di valore in un'epoca di volatilità valutaria e tensioni geopolitiche crescenti.