Il mercato Bitcoin si trova in una fase critica di transizione, con il prezzo scivolato sotto livelli tecnici chiave che storicamente hanno segnato l'inizio di correzioni più profonde. Il trading sotto la soglia del costo base degli holder di breve termine, attestata intorno ai 113.100 dollari, combinato con un'intensa distribuzione da parte dei detentori di lungo corso e un sentiment difensivo nel mercato delle opzioni, segnala un esaurimento della domanda spot che potrebbe richiedere un periodo di consolidamento prolungato prima di qualsiasi ripresa sostenibile. La terza volta nel ciclo attuale che BTC fallisce nel mantenere questi livelli rappresenta un segnale d'allarme per la struttura del trend rialzista.
L'analisi on-chain rivela una pressione distributiva senza precedenti da parte dei long-term holder, con volumi di vendita che hanno superato le 22.000 BTC al giorno nella media mobile a 30 giorni, rispetto a una baseline di circa 10.000 BTC. Questo flusso costante di profit-taking, iniziato dopo il picco di luglio 2025, evidenzia come gli investitori storici stiano liquidando posizioni accumulate a costi nettamente inferiori, approfittando dei livelli elevati per alleggerire i portafogli. Tale dinamica sottrae liquidità al mercato spot e rappresenta un fattore strutturale di fragilità che non può essere ignorato.
Il modello del Supply Quantile Cost Basis fornisce un framework tecnico ancora più preoccupante. Bitcoin non solo scambia sotto il costo base degli short-term holder, ma fatica anche a mantenere il quantile 0.85 a 108.600 dollari, livello che indica circa il 15% della supply in perdita. Storicamente, il fallimento nel difendere questa soglia ha preceduto scivolamenti verso il quantile 0.75, attualmente posizionato vicino ai 97.500 dollari. Questa sequenza ripetuta per la terza volta nel ciclo suggerisce che il mercato potrebbe necessitare di un reset più profondo per assorbire la supply distribuita e ripristinare la fiducia degli investitori.
Dal fronte dei derivati, l'open interest sulle opzioni Bitcoin ha raggiunto un nuovo massimo storico, segnalando un'evoluzione strutturale nel comportamento di mercato. Gli investitori preferiscono sempre più utilizzare opzioni per hedgiare l'esposizione o speculare sulla volatilità piuttosto che vendere direttamente spot. Questa dinamica riduce la pressione di vendita immediata ma amplifica le oscillazioni di breve termine attraverso i flussi di delta e gamma hedging dei market maker, rendendo il mercato più reattivo e potenzialmente più volatile.
Il regime di volatilità è cambiato drasticamente dopo l'evento di liquidazione del 10 aprile. L'implied volatility è salita bruscamente e si mantiene elevata, mentre la realized volatility ha recuperato terreno, chiudendo la fase di calma che aveva caratterizzato i mesi precedenti. I market maker non stanno più vendendo volatilità a buon mercato, segno che il rischio percepito rimane alto. Sebbene la realized a 10 giorni mostri segnali di raffreddamento al 27,9%, ci vorranno ancora settimane prima che il mercato torni a un equilibrio di bassa volatilità.
Il put skew si è ampliato progressivamente nelle ultime due settimane, con le put che quotano sistematicamente più care delle call su tutte le scadenze. Questa struttura riflette una domanda crescente di protezione al ribasso, con gli investitori disposti a pagare premi maggiorati per assicurarsi contro ulteriori correzioni. Il fatto che lo skew si sia stabilizzato su livelli strutturalmente più alti indica una cautela diffusa lungo la curva delle scadenze, non solo una reazione emotiva di breve termine. La sensibilità del mercato è evidente: durante il piccolo rally di martedì scorso, i premi sulle put si sono dimezzati in poche ore, mostrando quanto sia nervosa l'attuale fase di trading.
Un indicatore particolarmente significativo è il Volatility Risk Premium a un mese, passato in territorio negativo. Per mesi, i trader short-vol hanno beneficiato di un carry stabile, con l'implied volatility che rimaneva elevata mentre i movimenti reali restavano contenuti. Ora che la realized volatility ha raggiunto l'implied, questo vantaggio è scomparso. Il mercato è passato da una fase di compiacenza tranquilla a un ambiente dinamico e reattivo, dove le posizioni short-gamma affrontano pressioni crescenti e i dealer devono hedgiare attivamente in condizioni più choppy.
L'analisi dei flussi nelle ultime 24 ore conferma il sentiment difensivo. Nonostante un rimbalzo del 6% da 107.500 a 113.900 dollari, non c'è stata conferma da parte degli acquirenti di call. Al contrario, i trader hanno aumentato l'esposizione alle put, bloccando di fatto i livelli più alti raggiunti. Questo positioning lascia i dealer short gamma al ribasso e long gamma al rialzo, una configurazione che tipicamente li porta a contrastare i rally e accelerare i selloff, creando un headwind tecnico che persisterà finché il posizionamento non si resetterà.
I dati aggregati sui premi confermano questa dinamica quando scomposti per strike. Sulla call a 120.000 dollari, i premi venduti sono aumentati con il prezzo, indicando che i trader stanno fadando il movimento al rialzo e vendendo volatilità considerata di breve durata. Gli yield seeker di breve termine sfruttano i picchi di implied volatility per vendere call nei rally invece di inseguire l'upside. Simmetricamente, sui premi della put a 105.000 dollari si osserva il pattern inverso: mentre il prezzo saliva, i premi netti sulla put aumentavano, dimostrando che il recente rally è stato accolto con hedging e non con convinzione.
La combinazione di segnali on-chain e derivati delinea un mercato in transizione, dove l'euforia si è dissolta e l'assunzione di rischio strutturale risulta contenuta. La distribuzione continua da parte dei long-term holder sottrae supporto spot, mentre il mercato delle opzioni prezza scenari difensivi e volatilità persistente. La percentuale di supply in profitto è scesa verso l'85%, un livello storicamente associato a fasi di capitolazione degli investitori più deboli dopo aver raggiunto nuovi massimi storici.
Una ripresa sostenibile dipenderà dalla capacità del mercato di ripristinare la domanda spot e assorbire la supply distribuita senza ulteriori shock. Il posizionamento attuale nei derivati crea dinamiche che amplificano i movimenti al ribasso e temperano i rally, rendendo improbabile un recupero rapido senza un cambiamento fondamentale nel sentiment. Il contesto normativo europeo, con l'implementazione progressiva del regolamento MiCA, potrebbe fornire un supporto strutturale di medio termine favorendo l'ingresso di investitori istituzionali, ma nel breve termine prevale la cautela tecnica e la necessità di un consolidamento che ricostruisca le basi per un nuovo impulso rialzista.