Il crollo dei mercati finanziari globali ha messo ancora una volta in discussione uno dei miti più diffusi nel mondo delle criptovalute: l'idea che Bitcoin possa rappresentare un rifugio sicuro per gli investitori nei momenti di tempesta. Dopo una settimana devastante che ha polverizzato centinaia di miliardi di dollari di valore nel settore degli asset digitali, la più famosa delle criptovalute ha dimostrato di muoversi in perfetta sincronia con azioni e obbligazioni, contraddicendo apertamente la narrazione dell'"oro digitale" che per anni ne ha accompagnato la crescita. Venerdì mattina, secondo i dati raccolti da Bloomberg, Bitcoin si è stabilizzato intorno ai 109.000 dollari nella sessione asiatica di Singapore, dopo aver seguito il trend negativo dei mercati tradizionali.
La performance della criptovaluta nel corso di questa turbolenta settimana rappresenta l'ennesima smentita della teoria che vorrebbe Bitcoin come asset decorrelato dai mercati finanziari tradizionali. Mentre gli investitori cercavano riparo dalla volatilità, la valuta digitale ha mostrato una correlazione diretta con gli indici azionari globali, comportandosi più come un titolo tecnologico ad alto rischio che come un bene rifugio paragonabile all'oro fisico.
La definizione di digital gold per l'era della blockchain, che aveva sedotto milioni di investitori negli ultimi anni, appare sempre più lontana dalla realtà dei fatti. L'oro tradizionale, storicamente, tende ad apprezzarsi nei periodi di incertezza economica, fungendo da protezione contro l'inflazione e le crisi sistemiche. Bitcoin, al contrario, ha dimostrato ripetutamente di essere sensibile agli stessi fattori che penalizzano gli asset più rischiosi: quando i mercati azionari tremano, anche le criptovalute vacillano.
La settimana che si è appena conclusa ha visto evaporare un valore equivalente a diverse centinaia di miliardi di dollari dall'intero comparto degli asset digitali, con Bitcoin che ha trascinato al ribasso l'intero ecosistema. Questo fenomeno solleva interrogativi importanti sulla maturità del mercato delle criptovalute e sulla loro effettiva capacità di rappresentare un'alternativa ai sistemi finanziari tradizionali, piuttosto che semplicemente un'estensione più volatile degli stessi.
Per gli investitori italiani ed europei che hanno abbracciato la narrativa del Bitcoin come protezione patrimoniale, la lezione è particolarmente amara. Molti piccoli risparmiatori avevano allocato parte dei loro portafogli in criptovalute proprio nella speranza di diversificare e proteggersi dalle oscillazioni dei mercati convenzionali. La realtà dei fatti dimostra invece che, almeno nelle fasi acute di risk-off sui mercati globali, Bitcoin non offre quella protezione tanto pubblicizzata dai suoi sostenitori più entusiasti.