Il noto economista Peter Schiff, da sempre critico nei confronti del Bitcoin, ha bollato la ripresa della criptovaluta dopo il crollo di venerdì scorso come un semplice "rimbalzo del gatto morto", un'espressione che nel gergo finanziario anglosassone indica una ripresa temporanea e illusoria di un asset in caduta libera. Mentre il mercato delle criptovalute tentava faticosamente di recuperare terreno, Schiff ha riacceso il dibattito sulla volatilità del Bitcoin attraverso una serie di interventi sui social media, contrapponendo la fragilità della moneta digitale alla solidità dei metalli preziosi tradizionali. La sua posizione arriva in un momento particolarmente delicato per il settore crypto, scosso dalle ricadute delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.
L'oro ha toccato quota 4.080 dollari superando nuovi massimi storici, mentre l'argento si è mantenuto stabilmente intorno ai 51,60 dollari, entrambi dimostrando una resilienza che ha messo in ombra le performance delle criptovalute. Questi metalli preziosi non hanno subito alcun contraccolpo dal crollo di venerdì, confermando secondo Schiff il loro ruolo di rifugio sicuro per gli investitori in tempi di incertezza. Il contrasto con il Bitcoin, che dopo aver raggiunto massimi storici all'inizio di ottobre 2025 ha subito una correzione fino a 115.000 dollari, appare evidente.
L'analisi di Schiff va oltre i semplici numeri di mercato. L'economista ha sottolineato come in termini di oro, il Bitcoin abbia perso circa il 25% rispetto al suo picco di agosto, una metrica che evidenzia la perdita di potere d'acquisto reale della criptovaluta. Anche l'attività on-chain ha mostrato segnali di rallentamento, con quella che viene definita la "lettera della blockchain" che si sarebbe esaurita, un indicatore tecnico che suggerisce un calo nell'utilizzo effettivo della rete.
La questione delle tariffe commerciali annunciate dal presidente Trump nei confronti della Cina ha giocato un ruolo centrale in questa turbolenza. Schiff ha collegato direttamente il crollo delle criptovalute all'annuncio presidenziale, anche se successivamente il vicepresidente JD Vance ha cercato di ridimensionare la portata delle dichiarazioni, definendo la minaccia di tariffe al 100% come "semplicemente una tattica negoziale". Le successive affermazioni di Trump sul mantenimento di buoni rapporti con il presidente cinese hanno contribuito a stabilizzare parzialmente il sentiment di mercato.
Emerge tuttavia uno scenario che solleva interrogativi sulla trasparenza dei mercati finanziari. Un trader attivo su X ha suggerito che durante il fine settimana alcuni alleati di Trump avrebbero contattato la Casa Bianca lamentandosi delle perdite subite sulle loro posizioni. Schiff ha rincarato la dose rivelando che, secondo le sue informazioni, proprio gli alleati del presidente avrebbero venduto allo scoperto criptovalute venerdì prima del post su Truth Social, per poi probabilmente invertire le posizioni prima degli aggiornamenti di lunedì.
Con una punta di sarcasmo, l'economista ha concluso la sua analisi affermando che "è bello essere amici del re", un'espressione che lascia intendere possibili vantaggi informativi per chi gravita nelle vicinanze del potere politico. Questa osservazione solleva questioni delicate sul potenziale conflitto di interessi e sull'accesso privilegiato a informazioni che potrebbero influenzare i mercati, un tema particolarmente sensibile quando si parla di asset altamente volatili come le criptovalute.
Il rimbalzo del lunedì mattina, secondo Schiff, non rappresenterebbe altro che una pausa temporanea in una tendenza ribassista di fondo. La sua visione complessiva continua a privilegiare asset tradizionali che offrono rendimenti stabili e prevedibili, in netto contrasto con l'approccio speculativo che caratterizza gran parte degli investimenti in criptovalute. La posizione dell'economista riflette un dibattito più ampio sulla natura stessa del Bitcoin: riserva di valore digitale paragonabile all'oro o strumento speculativo soggetto a manipolazioni e volatilità eccessiva.
Per gli investitori italiani, questa vicenda offre spunti di riflessione sulla necessità di diversificare i portafogli considerando cicli economici variabili e settori che attraversano fasi alterne. La costruzione di un patrimonio resiliente richiede un'esposizione distribuita su diverse classi di asset, dalla real estate alle obbligazioni, dai metalli preziosi agli strumenti pensionistici autogestiti, evitando di legare le proprie fortune a un singolo settore o azienda.