L'intervento del miliardario è nato da una discussione sull'intelligenza artificiale vista come nuova corsa agli armamenti globale. Qualcuno aveva osservato che metalli preziosi e Bitcoin stanno registrando forti rialzi perché rappresentano una protezione contro la svalutazione delle valute tradizionali, necessaria per finanziare proprio questa corsa all'IA. Musk ha risposto concordando e aggiungendo una riflessione significativa: il Bitcoin si basa sull'energia, e mentre i governi possono stampare denaro falso a piacimento, cosa che hanno sempre fatto nella storia, è impossibile falsificare l'energia.
Questa argomentazione riprende uno dei pilastri della comunità Bitcoin per respingere le accuse sul suo impatto ambientale. Il ragionamento è semplice: mentre le banche centrali possono creare valuta dal nulla, i Bitcoin entrano in circolazione solo quando i minatori spendono energia reale per elaborare nuovi blocchi di transazioni e ricevere la ricompensa. Michael Saylor, presidente esecutivo di Strategy e uno dei più accesi sostenitori della criptovaluta, è subito intervenuto nella conversazione affermando che "le leggi della natura sono superiori alle leggi dell'uomo".
Il rapporto tra Musk e Bitcoin ha attraversato diverse fasi nel corso degli anni. Durante un'intervista al Vanity Fair New Establishment Summit del 2014, aveva dichiarato che Bitcoin era probabilmente una cosa positiva, ma principalmente destinato alle transazioni illegali, cosa non necessariamente del tutto negativa secondo lui. All'epoca aveva specificato di non possedere alcun Bitcoin. Nel 2017, quando circolavano voci che lo identificavano con il misterioso Satoshi Nakamoto, creatore della criptovaluta, aveva smentito categoricamente, spiegando che un amico gli aveva inviato una frazione di Bitcoin qualche anno prima ma non sapeva nemmeno dove fosse.
Il punto di svolta arrivò all'inizio del 2021, quando Tesla iniziò ad accettare Bitcoin come metodo di pagamento. La decisione durò solo pochi mesi. Musk pubblicò un tweet critico accompagnato da uno screenshot del Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index, commentando che l'andamento del consumo energetico degli ultimi mesi era folle. Aggiunse che Tesla avrebbe ricominciato ad accettare BTC solo con la conferma di un uso ragionevole di energia pulita da parte dei minatori, fissando la soglia al 50%.
Nonostante le oscillazioni nelle dichiarazioni pubbliche, Tesla mantiene una posizione rilevante in Bitcoin. Secondo BitcoinTreasuries, l'azienda detiene attualmente 11.509 BTC, per un valore di circa 1,28 miliardi di dollari ai prezzi attuali. Si tratta però di una frazione rispetto al passato: nel maggio 2021 Tesla possedeva 43.200 Bitcoin. La società quotata al Nasdaq ha venduto una parte delle proprie riserve nello stesso mese in cui interruppe i pagamenti in Bitcoin, poi ha liquidato il 75% delle partecipazioni nel luglio 2022, citando "svalutazione del Bitcoin". Quella vendita generò circa 936 milioni di dollari.
Il nuovo endorsement di Musk arriva in un momento particolare per il mercato delle criptovalute e potrebbe segnalare un'ulteriore evoluzione nel pensiero dell'imprenditore sudafricano. La critica alla svalutazione delle valute fiat e l'elogio della base energetica del Bitcoin rappresentano un'argomentazione economica più sofisticata rispetto alle precedenti preoccupazioni ambientali, suggerendo che Musk stia ora guardando alla criptovaluta attraverso una lente diversa, più focalizzata sulla politica monetaria che sull'impatto ecologico del mining.