Il mercato crypto assiste a una manovra di accumulazione senza precedenti: BitMine Immersion Technologies (NYSEAMEX:BMNR) ha sorpreso gli investitori annunciando l'acquisizione di ulteriori 77.055 ETH, portando le sue riserve totali a 3,313,069 token di Ethereum (ETH). Con questa mossa, la società ora controlla il 2,8% dell'intera supply circolante di Ethereum, stimata in circa 120,7 milioni di token, consolidando la sua posizione come il più grande holder corporate di ETH al mondo. Una strategia che ricorda quella di MicroStrategy con Bitcoin, ma che punta tutto sulla seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato.
Al prezzo attuale di 4.164 dollari per ETH, il tesoro in Ethereum di BitMine vale circa 14,2 miliardi di dollari, rappresentando praticamente l'intero patrimonio della società in termini di crypto, cash e altri asset. Il chairman Thomas Lee, co-fondatore di Fundstrat Global Advisors, ha inquadrato l'operazione come parte di una visione più ampia: raggiungere il controllo del 5% della supply totale di Ethereum, un obiettivo che l'azienda ha battezzato "Alchemy of 5%". Lee ha citato il miglioramento delle relazioni commerciali USA-Cina e le correlazioni storiche tra mercati crypto ed equity come fattori di supporto alla strategia.
Il confronto con MicroStrategy è inevitabile, ma le dimensioni sono ancora distanti. Strategy (NASDAQ:MSTR) detiene infatti 640.418 Bitcoin (BTC) per un valore di circa 73 miliardi di dollari, mantenendo saldamente il primato come corporate holder assoluto nel settore. Tuttavia, BitMine sta costruendo rapidamente il suo impero su Ethereum, diversificando anche con 192 BTC, una posizione da 88 milioni di dollari in Eightco Holdings (NASDAQ:ORBS) – definita dalla società come il proprio "moonshot portfolio" – e 305 milioni in liquidità.
La scelta di concentrarsi su Ethereum piuttosto che su Bitcoin non è casuale. BitMine punta sul ruolo centrale di ETH nell'ecosistema della finanza decentralizzata (DeFi), degli smart contract e delle soluzioni di scaling layer-2. La società ha annunciato l'intenzione di attivare validatori per generare rendimenti da staking, attualmente stimati tra il 3% e il 4% annuo, permettendo così di aumentare le riserve di ETH senza dover ricorrere a nuove emissioni azionarie. Gli ultimi upgrade della rete come Fusaka, che mirano a migliorare la velocità delle transazioni e ridurre le gas fees, potrebbero incrementare ulteriormente la domanda di Ethereum nei prossimi mesi.
Il mercato ha premiato questa visione aggressiva: le azioni BMNR hanno registrato un'impennata di oltre 540% dal listing di giugno al prezzo iniziale di 8 dollari per azione. Investitori istituzionali di peso come ARK Invest, Founders Fund e Bill Miller Value Trust hanno preso posizioni nella società, mentre B. Riley Securities ha emesso un rating Buy con target price a 90 dollari, definendo BitMine come "una delle principali treasury company di asset digitali focalizzata su Ethereum".
Per finanziare ulteriori acquisizioni, BitMine ha recentemente collocato 5,22 milioni di azioni a 70 dollari ciascuna, con un premio del 14% rispetto al prezzo di mercato, raccogliendo capitale fresco per proseguire l'accumulo. L'attivazione dello staking rimane in fase preparatoria, con il lancio previsto dopo ulteriori acquisti e il completamento dell'infrastruttura necessaria per gestire i rischi operativi come lo slashing e i periodi di lock-up dei token.
Tuttavia, la concentrazione estrema su un singolo asset rappresenta un rischio significativo per BitMine e i suoi azionisti. Un calo del 20% nel prezzo di Ethereum – simile a quello osservato a inizio ottobre – ridurrebbe il valore delle riserve di BMNR di 2,76 miliardi di dollari. Tale scenario potrebbe esercitare pressioni considerevoli sul prezzo delle azioni e potenzialmente costringere la società a emettere nuove quote per mantenere la liquidità, diluendo gli investitori esistenti. Una dinamica che ricorda i rischi già evidenti nel modello MicroStrategy durante i bear market di Bitcoin, ma amplificata dalla volatilità storicamente superiore di Ethereum rispetto a BTC.
La scommessa di BitMine su Ethereum rappresenta uno dei test più significativi per la narrativa secondo cui ETH possa funzionare come asset di riserva per le corporate treasury. Mentre il panorama normativo europeo con il regolamento MiCA introduce maggiore chiarezza per gli asset digitali, la strategia aggressiva di accumulo di BitMine potrebbe aprire la strada ad altri corporate holder o rivelarsi un caso studio sui rischi della concentrazione eccessiva in un mercato ancora caratterizzato da elevata volatilità.