Il mercato degli ETF Bitcoin continua a macinare numeri impressionanti, con due dei principali prodotti spot statunitensi che mostrano dinamiche competitive interessanti per gli investitori crypto. Il VanEck Bitcoin ETF (HODL) e l'iShares Bitcoin Trust ETF (IBIT) rappresentano due approcci distinti all'esposizione diretta su Bitcoin (BTC), con differenze sostanziali non solo nelle dimensioni degli asset gestiti ma anche nelle politiche di fee che potrebbero influenzare significativamente i rendimenti netti degli investitori. Mentre Bitcoin ha registrato un +4,46% nel periodo di riferimento, la battaglia tra questi due colossi si gioca su dettagli apparentemente marginali che nascondono implicazioni concrete per chi cerca esposizione alla principale criptovaluta senza gestire direttamente wallet e chiavi private.
La struttura dei costi rappresenta il primo elemento di differenziazione critico. HODL applica un expense ratio dello 0,20%, mentre IBIT si attesta allo 0,25%. Tuttavia, VanEck ha implementato una strategia aggressiva per conquistare quote di mercato: fino al 10 gennaio 2026, l'emittente ha deciso di azzerare completamente le commissioni sui primi 2,5 miliardi di dollari di asset under management. Con un AUM attuale di circa 2 miliardi di dollari al 3 novembre 2025, esiste ancora una finestra temporale per gli investitori di accedere a esposizione Bitcoin senza alcun costo di gestione.
La disparità dimensionale tra i due prodotti è invece abissale. IBIT gestisce asset per 88 miliardi di dollari contro i 2 miliardi di HODL, configurandosi come uno dei più grandi ETF Bitcoin spot approvati dalla SEC. Questa differenza di scala si traduce tipicamente in maggiore liquidità e spread bid-ask più stretti, elementi cruciali per trader e investitori istituzionali che movimentano volumi significativi. La profondità del book ordini di IBIT offre vantaggi concreti in termini di slippage ridotto, specialmente durante fasi di elevata volatilità del mercato crypto.
Sul fronte della performance, i dati ribaltano le aspettative convenzionali. Contrariamente alla logica che vorrebbe prodotti più grandi e consolidati capaci di ottimizzare l'esecuzione, il VanEck Bitcoin ETF ha leggermente sovraperformato il rivale nel periodo annuale considerato. Questa differenza marginale potrebbe essere attribuita proprio alla strategia di fee waiver, che permette agli investitori di HODL di catturare una porzione maggiore dell'apprezzamento di Bitcoin senza l'erosione delle commissioni di gestione.
Entrambi i fondi seguono una struttura estremamente pulita: esposizione al 100% su Bitcoin fisico, con minime componenti di cash per gestire le operazioni di redemption e creation. Non esistono meccanismi di leverage reset tipici dei prodotti a leva, né strategie derivate complesse. Si tratta di pura esposizione spot alla principale criptovaluta, che replica passivamente il prezzo di BTC senza tentativi di alpha generation. Questa semplicità strutturale elimina rischi nascosti legati a rollover di futures o tracking error dovuti a strumenti sintetici.
L'analisi del beta e del drawdown massimo non è stata resa disponibile nei dati di riferimento, ma considerando la natura identica dell'asset sottostante, ci si aspetta profili di rischio sostanzialmente sovrapponibili. Entrambi i prodotti sono stati lanciati relativamente di recente, con IBIT che vanta appena 1,8 anni di operatività, beneficiando comunque dell'ondata di domanda istituzionale che ha caratterizzato l'approvazione degli ETF Bitcoin spot negli Stati Uniti nel gennaio 2024.
La scelta tra i due strumenti si riduce essenzialmente a una valutazione tra liquidità superiore e costi leggermente più bassi. Per investitori retail e per posizioni di lungo termine che non richiedono frequenti ribilanciamenti, HODL offre un vantaggio economico tangibile, specialmente nella finestra di fee waiver ancora attiva. Investitori istituzionali e trader che necessitano di eseguire ordini di dimensioni significative potrebbero invece privilegiare la profondità di mercato offerta da IBIT, accettando il sovrapprezzo dello 0,05% come costo per la maggiore efficienza esecutiva.
Nel contesto regolamentare europeo, vale la pena ricordare che questi prodotti sono accessibili solo tramite broker internazionali, poiché il regolamento MiCA e le normative ESMA limitano la commercializzazione diretta di ETF crypto statunitensi agli investitori retail dell'Unione Europea. Gli investitori italiani dovranno valutare attentamente le implicazioni fiscali e le modalità di detenzione, considerando che questi strumenti vengono trattati come azioni estere ai fini dichiarativi, con le relative complicazioni amministrative nel quadro RW.
Guardando avanti, la competizione tra emittenti di ETF Bitcoin si intensificherà ulteriormente man mano che il mercato matura. La scadenza della fee waiver di VanEck rappresenterà un test importante: se HODL riuscirà a mantenere o aumentare la propria quota di mercato nei prossimi mesi, potrebbe dimostrare che una base di investitori sensibile ai costi è disposta a sacrificare parte della liquidità offerta dai giganti del settore. Al contrario, una migrazione verso IBIT segnalerebbe che, nel mondo degli ETF crypto, la profondità di mercato supera in importanza i risparmi marginali sulle commissioni di gestione.