Il colosso degli scambi di criptovalute Coinbase si trova in una posizione paradossale: mentre cerca di rafforzare il proprio legame con gli utenti più fedeli attraverso una carta di credito innovativa che premia in Bitcoin, deve affrontare critiche aspre da parte degli stessi ambienti cripto che dovrebbero costituire il suo pubblico di riferimento. La partnership con American Express per lanciare questo nuovo strumento di pagamento rappresenta un tentativo di consolidare la propria posizione nel mercato, ma non è bastata a convincere gli investitori che hanno fatto registrare un calo delle quotazioni nelle contrattazioni di lunedì pomeriggio.
Il nuovo prodotto finanziario verrà distribuito in modo selettivo, riservato esclusivamente agli abbonati del servizio Coinbase One, considerati gli utenti più affezionati alla piattaforma. Il meccanismo prevede un sistema di cashback fino al 4% pagato direttamente in Bitcoin, con l'importo dei premi calcolato in base agli asset digitali già detenuti sulla piattaforma. Una caratteristica distintiva riguarda l'assenza di commissioni sulle transazioni estere, elemento che potrebbe renderla particolarmente interessante per chi viaggia frequentemente.
Per quanto riguarda le modalità di pagamento, gli utenti avranno due opzioni: collegare un conto bancario tradizionale oppure utilizzare direttamente le criptovalute presenti nel proprio wallet sulla piattaforma. Sul piano estetico, la carta riporterà inciso il Genesis Block, il primo blocco della blockchain Bitcoin, un dettaglio simbolico pensato per sottolineare l'identità crittografica del prodotto e trasformare un semplice strumento di pagamento in quello che alcuni definiscono un simbolo della crescente legittimazione delle criptovalute come mezzo di scambio.
Tuttavia, proprio mentre Coinbase tenta questa mossa strategica, si trova a dover gestire attacchi frontali dalla comunità Bitcoin. Marty Bent, figura nota tra i sostenitori della principale criptovaluta, ha lanciato accuse pesanti contro l'exchange, accusandolo di promuovere "token privi di valore" e di allontanare deliberatamente gli utenti dal Bitcoin. Le parole di Bent non lasciano spazio a interpretazioni: ha definito Coinbase come una moderna Torre di Babele che si renderebbe responsabile di "azioni disonorevoli" spingendo i clienti verso asset digitali di dubbia affidabilità invece di concentrarsi sulla criptovaluta originaria.
Sebbene queste valutazioni contengano una componente soggettiva, è innegabile che Bitcoin abbia dimostrato nel tempo una capacità di mantenere il valore superiore rispetto alla miriade di altcoin e token alternativi che hanno popolato il mercato negli ultimi anni. La critica tocca quindi un nervo sensibile: l'accusa implicita è che Coinbase privilegi la propria redditività, derivante dall'elencare e promuovere numerosi token, a scapito dell'interesse dei clienti che sarebbero meglio serviti concentrandosi sul Bitcoin.
Dal punto di vista degli analisti finanziari di Wall Street, il titolo Coinbase mantiene comunque una valutazione complessivamente positiva. Negli ultimi tre mesi, la consensus degli esperti si è attestata su un giudizio di "Moderate Buy" (acquisto moderato), basato su 14 raccomandazioni di acquisto, 10 di mantenimento e soltanto 2 di vendita. Nonostante le azioni abbiano già registrato un'impennata dell'81,82% nell'ultimo anno, il prezzo obiettivo medio fissato dagli analisti a 384,41 dollari per azione suggerisce un ulteriore margine di crescita del 9,22%.
La situazione di Coinbase riflette le contraddizioni interne al mondo delle criptovalute, diviso tra chi promuove un'adozione mainstream attraverso prodotti accessibili e servizi integrati con il sistema finanziario tradizionale, e i puristi che vedono nel Bitcoin l'unica vera alternativa al sistema monetario convenzionale. Resta da vedere se questa carta di credito riuscirà a bilanciare questi interessi divergenti o se alimenterà ulteriormente le divisioni nella comunità crypto.