Il mercato delle criptovalute si trova nuovamente sotto pressione, con Bitcoin che ha perso oltre il 4% nelle ultime ventiquattro ore, trascinando con sé l'intero comparto digitale in una spirale ribassista che preoccupa gli investitori. La principale criptovaluta, dopo aver tentato un timido recupero sopra la soglia psicologica dei 115.000 dollari all'inizio della settimana, ha ripreso la sua discesa inesorabile. Le ripercussioni si sono fatte sentire in modo ancora più marcato sugli altcoin, con Ethereum e XRP che hanno registrato perdite superiori rispetto alla moneta di Satoshi Nakamoto.
Secondo quanto riporta Bloomberg, le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina rappresentano il principale catalizzatore di questa nuova ondata di vendite. Pechino ha imposto restrizioni alle divisioni americane di Hanwha Ocean Co., uno dei maggiori costruttori navali della Corea del Sud, in quella che viene interpretata come una misura di ritorsione contro le sanzioni statunitensi rivolte al settore marittimo cinese. Questa escalation diplomatica si inserisce in un contesto già fragile per i mercati crypto, ancora provati dal massiccio sell-off iniziato lo scorso 10 ottobre.
Ethereum ha ceduto il 5% del suo valore, perdendo nuovamente il supporto fondamentale dei 4.000 dollari, mentre XRP ha subito un crollo ancora più significativo del 7%, scivolando verso quota 2,40 dollari. La volatilità estrema che caratterizza gli altcoin in questa fase di mercato evidenzia quanto gli asset digitali alternativi a Bitcoin siano vulnerabili durante le fasi di turbolenza generale.
Gli analisti della piattaforma Glassnode sottolineano come il mercato stia entrando in una fase di consolidamento dominata da prudenza rinnovata e da una propensione al rischio più selettiva. La ricostruzione della fiducia, tanto nei mercati spot quanto in quelli dei derivati, procederà con modalità più graduate rispetto al passato. Timothy Misir, responsabile della ricerca presso la piattaforma di analytics BRN, avverte che un'eventuale discesa sotto la soglia dei 110.000 dollari potrebbe innescare un test della banda di liquidità compresa tra 104.000 e 108.000 dollari.
Il recente tracollo ha già provocato la liquidazione di posizioni con leva finanziaria per un valore complessivo di circa 19 miliardi di dollari. Questo massacro di margini era stato innescato dalle minacce del presidente americano Donald Trump di aumentare i dazi sulla Cina in risposta ai nuovi controlli sulle esportazioni imposti da Pechino, provocando venerdì scorso un affondo del prezzo di Bitcoin verso i 102.000 dollari.
Sul fronte delle previsioni, l'esperto di mercato noto come Doctor Profit ha delineato attraverso la piattaforma social X tre possibili scenari temporali per Bitcoin. Nel breve termine, riferito al mese corrente, l'outlook risulta neutrale: nonostante ieri emergesse un leggero sentiment rialzista, i nuovi dati hanno riportato la situazione su posizioni di incertezza. Serve maggiore chiarezza prima di formulare giudizi conclusivi sulla direzione immediata del mercato.
Per il medio termine, che abbraccia un orizzonte da uno a tre mesi, il sentiment diventa decisamente ribassista. L'analisi indica che il mercato è recentemente entrato nelle fasi iniziali di una dinamica bearish, dove eventuali rimbalzi rappresenterebbero soltanto fugaci illusioni senza sostanza. La direzione complessiva per questo arco temporale appare orientata verso il basso, con poche possibilità di inversione di tendenza nel breve-medio periodo.
Ancora più preoccupante risulta la visione di lungo periodo, che copre un intervallo da tre a dodici mesi. In questo caso l'analisi si fa estremamente ribassista per Bitcoin e l'intero settore crypto, con l'ambiente macroeconomico globale che segnala un imminente sconvolgimento economico mondiale. Secondo molti osservatori, questa crisi sistemica potrebbe essere più vicina di quanto generalmente percepito, rendendo gli asset digitali particolarmente vulnerabili.
Al momento della scrittura, Bitcoin viene scambiato appena sopra il suo supporto critico di breve termine fissato a 110.300 dollari. Il grafico giornaliero mostra chiaramente l'intensificazione della volatilità, con oscillazioni ampie che rendono difficile qualsiasi previsione di breve respiro. Gli investitori restano in attesa di segnali più chiari, mentre i mercati tradizionali osservano con attenzione l'evolversi delle tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali, consapevoli che ogni nuovo sviluppo geopolitico può trasformarsi in un ulteriore scossone per il già fragile equilibrio delle criptovalute.