L'ascesa dell'intelligenza artificiale generale rappresenta una trasformazione epocale che potrebbe materializzarsi entro la fine di questo decennio, ridefinendo non solo il panorama economico mondiale ma anche la natura stessa del lavoro umano. Secondo il dottor Ben Goertzel, fondatore di SingularityNET e pioniere nel campo dell'AGI, siamo a un punto di svolta che richiederà l'implementazione di sistemi come il reddito di base universale per gestire l'obsolescenza di massa delle professioni tradizionali. La sua visione, radicata in decenni di ricerca e in una filosofia politica che mescola anarchismo e socialismo, dipinge un futuro in cui la decentralizzazione tecnologica diventa l'unica risposta possibile al controllo centralizzato dell'intelligenza artificiale.
Le radici controculturali di una rivoluzione tecnologica
La formazione intellettuale di Goertzel affonda le radici nell'America degli anni Settanta, quando la famiglia si trasferì da Rio de Janeiro a Eugene, Oregon, nel pieno del movimento hippie. Cresciuto in un ambiente di "marxisti hippie" immersi nelle proteste contro la guerra del Vietnam e nelle lotte per i diritti dei lavoratori agricoli sfruttati, il futuro scienziato ha sviluppato una sensibilità sociale che permea ancora oggi il suo approccio alla tecnologia. "Il denaro non mi ha mai interessato", racconta Goertzel, spiegando come i suoi genitori - lui professore di sociologia che perse la cattedra per non essere abbastanza marxista, lei attivista per donne maltrattate e madri adolescenti - abbiano plasmato la sua visione del mondo.
Il momento di svolta arrivò nel 1973, quando a soli sette anni scoprì "The Prometheus Project" di Gerald Feinberg in una biblioteca del New Jersey. Il libro, che esplorava le implicazioni delle macchine superintelligenti, delle nanotecnologie e della conquista della morte, pose al giovane lettore una domanda fondamentale: utilizzeremo questi progressi per il consumismo o per l'espansione della coscienza?
Dalla teoria alla pratica: SingularityNET e l'architettura del futuro
Quando negli anni Novanta esplose Internet con la sua architettura TCP/IP intrinsecamente decentralizzata, Goertzel intuì le potenzialità per costruire sistemi di intelligenza artificiale distribuiti senza controllo centrale. Oggi, quella visione si concretizza in Hyperon, il sistema AGI che succede al progetto OpenCog e che integra modelli linguistici di grandi dimensioni, motori di ragionamento logico e apprendimento evolutivo per superare i limiti dei current LLM nel ragionamento sistematico.
Il progetto prevede anche il lancio di una blockchain di primo livello con MeTTa, un linguaggio di programmazione computazionale dichiarativo e funzionale che permetterà ai processi di intelligenza artificiale di operare on-chain o comunicare off-chain. La tokenomics, simile a quella di Bittensor, premierà i frammenti che svolgono lavoro reale piuttosto che le speculazioni su meme coin.
L'inevitabilità dell'obsolescenza lavorativa
La previsione temporale di Goertzel è tanto precisa quanto inquietante: l'intelligenza artificiale generale arriverà entro due-sette anni, seguita a breve dalla superintelligenza artificiale che supererà di gran lunga le capacità umane. "Una volta che l'AGI potrà svolgere qualsiasi lavoro umano, la maggior parte delle professioni scomparirà rapidamente", afferma lo scienziato, sottolineando come il reddito di base universale diventi quasi inevitabile nelle nazioni sviluppate.
Le barriere all'adozione di massa sono principalmente economiche, legate ai costi di produzione lungo tutta la catena di approvvigionamento. Ma proprio l'AGI potrebbe ottimizzare questi processi più velocemente degli esseri umani, accelerando la propria diffusione in un circolo virtuoso - o vizioso, a seconda del punto di vista.
Governance artificiale e democrazia liquida
La convergenza tra intelligenza artificiale e organizzazioni autonome decentralizzate (DAO) apre scenari inediti per la governance collettiva. Una comunità di AGI potrebbe utilizzare le DAO per la governance collettiva, condividendo dati direttamente in modi impossibili per gli esseri umani. Per le DAO umane, l'IA potrebbe potenziare la democrazia partecipativa attraverso sistemi di democrazia liquida, dove si delega il voto su questioni specifiche - ambiente, militare - a parti fidate o persino ad IA configurate per allinearsi con i propri valori.
Tuttavia, l'insicurezza dei sistemi digitali rimane una barriera significativa. A differenza del voto fisico, dove i monitor locali possono individuare le frodi, i sistemi digitali richiedono competenze tecniche che potrebbero escludere le persone comuni dal garantire l'equità del processo.
Oltre la regolamentazione: quando l'IA regolerà noi
La questione della regolamentazione dell'intelligenza artificiale assume contorni paradossali nella visione di Goertzel. "All'inizio regoleremo l'IA, ma una volta che supererà l'intelligenza umana, sarà lei a regolare noi", prevede lo scienziato, auspicando un controllo leggero "come i ranger nei parchi di Yellowstone che supervisionano gli scoiattoli, intervenendo solo quando necessario".
La sfiducia nei confronti dei governi attuali è palpabile: "Non mi fido dei governi attuali per regolare efficacemente l'IA; non riescono nemmeno ad affrontare questioni più semplici come la fame o il disarmo nucleare". Con 250 miliardi di dollari si potrebbe porre fine alla malnutrizione globale, eppure si sono spesi trilioni per salvare le banche dalla crisi finanziaria.
Il futuro che si profila offre una scelta binaria: rimanere umani godendo della propria forma biologica, oppure fondersi con la matrice superintelligente. O entrambe le cose, caricando una copia di sé stessi mantenendo una versione umana. "L'idea di non avere una copia di backup di sé stessi sembrerà presto assurda", conclude Goertzel, delineando un orizzonte in cui la distinzione tra umano e artificiale potrebbe dissolversi definitivamente.