Il mercato delle criptovalute si prepara ad accogliere una novità che potrebbe ridisegnare gli equilibri globali delle stablecoin: il Giappone è sul punto di dare il via libera alla sua prima valuta digitale ancorata allo yen, con un'approvazione prevista già per il mese di ottobre. Si tratta di un passo significativo per un paese che ha sempre mantenuto un approccio cauto ma metodico verso le innovazioni finanziarie digitali. La decisione potrebbe aprire la strada a una maggiore diversificazione nel panorama delle stablecoin, finora dominato dal dollaro americano.
Un framework normativo all'avanguardia
La strada verso l'approvazione è stata spianata dalla revisione normativa del 2023, quando l'Agenzia per i Servizi Finanziari giapponese ha riclassificato le stablecoin come "asset denominati in valuta". Questa definizione ha stabilito che soltanto società di trasferimento denaro autorizzate, trust company e banche possono emetterle. JPYC, l'azienda fintech di Tokyo incaricata del progetto, sta completando proprio in questi giorni il processo di registrazione come società di trasferimento denaro, condizione necessaria per iniziare la commercializzazione del token.
Il token JPYC sarà garantito da riserve che includono depositi bancari e debito pubblico giapponese, seguendo un modello di backing simile a quello delle principali stablecoin esistenti. L'ambizione dell'azienda è considerevole: vendere token per un valore di 1 trilione di yen nei prossimi tre anni, equivalenti a circa 6,8 miliardi di dollari al cambio attuale.
Applicazioni pratiche e interesse istituzionale
Le potenziali applicazioni spaziano dalle rimesse internazionali ai pagamenti aziendali transfrontalieri, fino all'utilizzo nei mercati della finanza decentralizzata. Gli osservatori di mercato evidenziano particolare interesse per i carry trade, operazioni che sfruttano i differenziali dei tassi di interesse tra valute diverse. Hedge fund specializzati in criptovalute e family office che gestiscono patrimoni di investitori facoltosi stanno già mostrando attenzione verso questa innovazione.
L'interesse istituzionale arriva in un momento in cui il mercato globale delle stablecoin ha superato i 250 miliardi di dollari di valore complessivo. Nonostante il predominio delle stablecoin ancorate al dollaro come USDT di Tether e USDC di Circle, l'iniziativa giapponese potrebbe catalizzare l'adozione regionale in Asia, dove alternative al dollaro vengono monitorate con crescente attenzione.
Una sfida al dominio del dollaro
L'approccio giapponese si distingue per essere più rigido ma anche più trasparente rispetto a quello di molti altri paesi. Gli analisti sottolineano come questo quadro normativo offra alle aziende maggiore certezza mentre sperimentano sistemi di regolamento basati su blockchain, eliminando l'incertezza regolatoria che spesso frena l'innovazione.
Le stime di settore prevedono che il mercato globale delle stablecoin possa raggiungere quasi 4 trilioni di dollari entro il 2030, più di dieci volte la dimensione attuale. Se strumenti ancorati allo yen come JPYC riusciranno a conquistare quote di mercato, potrebbero intercettare parte di questa crescita e attrarre investitori asiatici in cerca di alternative al dollaro.
Tempismo strategico
La mossa del Giappone arriva mentre governi di tutto il mondo intensificano la supervisione sulle stablecoin per timori legati alla stabilità finanziaria. L'approccio normativo nipponico potrebbe servire da modello per altre giurisdizioni che cercano di bilanciare innovazione e controllo del rischio. Il successo di JPYC potrebbe infatti incoraggiare altri paesi asiatici a sviluppare le proprie stablecoin nazionali, accelerando un processo di diversificazione valutaria nel mondo delle criptovalute che finora ha visto il dollaro americano mantenere una posizione quasi monopolistica.