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Google minaccia Bitcoin con computer quantistico

Tempo di lettura 5 min
Malik Johnson
Di Malik Johnson
Google minaccia Bitcoin con computer quantistico

Il processore quantistico Willow di Google ha appena segnato un punto di svolta che il settore crypto non può più permettersi di ignorare. Per la prima volta nella storia, un chip quantistico ha dimostrato sperimentalmente una superiorità verificabile rispetto ai supercomputer classici più potenti al mondo, completando in poco più di due ore calcoli che richiederebbero oltre tre anni a Frontier, uno dei sistemi di calcolo convenzionali più avanzati disponibili. Questo traguardo, pubblicato su Nature e confermato attraverso peer review, non rappresenta più solo una minaccia teorica per la crittografia che protegge Bitcoin (BTC) e l'intero ecosistema delle criptovalute: è un campanello d'allarme concreto che sposta significativamente in avanti la timeline del cosiddetto "quantum threat".

Il chip da 105 qubit sviluppato da Google Quantum AI ha eseguito l'algoritmo Quantum Echoes circa 13.000 volte più velocemente rispetto alle simulazioni classiche, dimostrando non solo velocità ma anche riproducibilità dei risultati. Quest'ultimo aspetto segna la differenza fondamentale rispetto al precedente esperimento Sycamore del 2019, che pur mostrando supremazia quantistica non poteva essere verificato in modo affidabile. Willow chiude proprio questo gap tecnologico, mantenendo i qubit coerenti abbastanza a lungo da permettere esperimenti ripetibili e verificabili sullo stesso dispositivo.

La tecnica utilizzata dai ricercatori si basa su esperimenti di time-reversal che osservano come l'informazione quantistica si diffonde e si rifocalizza attraverso i qubit del chip. Il sistema esegue una serie di operazioni quantistiche in avanti, disturba un qubit con un segnale controllato, e poi inverte la sequenza per rilevare se l'informazione produce un "eco" attraverso interferenza costruttiva. I circuiti coinvolti risultano troppo complessi per essere simulati esattamente da computer classici, rappresentando una dimostrazione pratica di quantum advantage a livello hardware.

Dal punto di vista tecnico, i qubit superconduttori transmon di Willow hanno mostrato tassi di errore mediani per gate a due qubit attorno allo 0,0015 e tempi di coerenza superiori a 100 microsecondi. Questi livelli di stabilità hanno permesso ai ricercatori di eseguire 23 layer di operazioni quantistiche attraverso 65 qubit, superando i limiti attuali della modellazione classica. La correzione degli errori migliorata rappresenta il vero breakthrough, poiché senza questa capacità i sistemi quantistici resterebbero confinati al laboratorio.

Simulare i circuiti di Willow con algoritmi tensor-network richiederebbe oltre 10⁷ ore di CPU su Frontier: il gap più chiaro finora tra computazione quantistica e classica

Per l'ecosistema crypto, le implicazioni sono profonde e immediate. Bitcoin e praticamente tutte le blockchain esistenti si affidano alla crittografia a curva ellittica (ECDSA), un sistema matematicamente impossibile da invertire per i computer classici ma teoricamente vulnerabile a macchine quantistiche sufficientemente potenti. Christopher Peikert, professore di computer science alla University of Michigan, ha dichiarato a Decrypt che la computazione quantistica rappresenta "una probabilità ragionevole—superiore al cinque percento—di costituire un rischio maggiore, persino esistenziale, a lungo termine per Bitcoin e altre criptovalute".

Tuttavia, Peikert chiarisce che il rischio concreto non si materializzerà nei prossimi anni, poiché la tecnologia quantistica deve ancora percorrere molta strada prima di minacciare seriamente la crittografia moderna. La transizione verso schemi di firma post-quantistici comporterebbe comunque trade-off significativi: chiavi e firme risulterebbero molto più grandi, aumentando sostanzialmente il traffico di rete e le dimensioni dei blocchi. Per un sistema come Bitcoin, dove ogni transazione e ogni blocco contiene multiple firme, l'adozione di schemi post-quantistici o ibridi potrebbe impattare pesantemente su scalabilità e costi di transazione.

Google ha delineato i prossimi obiettivi del progetto, puntando a spostare il quantum computing dalle dimostrazioni controllate alla scienza pratica. L'azienda sta già collaborando con l'Università della California, Berkeley, su esperimenti proof-of-principle per modellare come atomi e molecole interagiscono—simulazioni ben oltre la portata dei computer classici. Applicazioni potenziali includono la mappatura di strutture molecolari, la progettazione di nuovi farmaci e lo sviluppo di materiali avanzati per batterie e hardware quantistico stesso.

Nel contesto normativo europeo, dove il regolamento MiCA sta già ponendo requisiti stringenti sulla sicurezza delle infrastrutture crypto, l'emergere di minacce quantistiche concrete potrebbe accelerare l'introduzione di standard crittografici resistenti al quantum. Organismi come l'ESMA e la Consob potrebbero presto richiedere roadmap di migrazione verso algoritmi post-quantistici come condizione per l'operatività degli exchange e dei service provider nel mercato europeo.

Il CEO di Google Sundar Pichai ha definito il risultato "verificabile", sottolineando che può essere riprodotto da altri computer quantistici o confermato attraverso esperimenti indipendenti. "Questo breakthrough rappresenta un passo significativo verso la prima applicazione reale del quantum computing", ha scritto su X. Per gli sviluppatori blockchain e i protocolli DeFi, questo significa che il countdown verso la necessità di implementare crittografia quantum-resistant non è più un'ipotesi remota ma una timeline concreta da pianificare.

Alcuni progetti crypto stanno già anticipando la minaccia: protocolli come Quantum Resistant Ledger (QRL) e soluzioni layer-2 stanno sperimentando algoritmi resistenti al quantum, mentre Ethereum Foundation ha avviato ricerche su possibili upgrade del protocollo. La questione non riguarda solo la sicurezza delle transazioni future, ma anche quella degli asset già depositati in wallet le cui chiavi private potrebbero teoricamente essere violate da computer quantistici sufficientemente avanzati—un rischio particolare per i bitcoin "dormienti" in indirizzi P2PK legacy.

Il paradosso per gli investitori crypto è che mentre Willow dimostra progressi tangibili verso macchine quantistiche pratiche, la stessa tecnologia quantistica potrebbe anche potenziare i sistemi di sicurezza del futuro. Google descrive il lavoro come un passo verso un "quantum-scope" capace di misurare fenomeni naturali precedentemente non osservabili—proprio come il telescopio e il microscopio aprirono nuovi mondi invisibili. Per il settore blockchain, la sfida ora è trasformare questa minaccia emergente in un'opportunità di upgrade strutturale prima che diventi un rischio sistemico.

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