L'instabilità economica che caratterizza molti paesi latinoamericani sta paradossalmente alimentando una nuova ondata di innovazione finanziaria. Mentre in Argentina o Colombia aprire un conto bancario in dollari rimane un'impresa quasi impossibile per i cittadini comuni, e quando ci si riesce i rendimenti offerti sono praticamente nulli, una startup londinese sta costruendo l'infrastruttura che potrebbe rivoluzionare l'accesso ai servizi finanziari in queste regioni. OpenTrade, che ha appena chiuso un round di finanziamenti da 7 milioni di dollari, rappresenta l'esempio di come la tecnologia blockchain possa colmare i vuoti lasciati dal sistema bancario tradizionale in economie fragili.
Il gap tra bisogno e offerta bancaria
I numeri raccontano una storia emblematica delle disparità nel sistema finanziario globale. In Colombia, le banche offrono meno dello 0,4% di rendimento annuo sui depositi in dollari, quando questi conti sono disponibili. Gli utenti di Littio, l'app colombiana che utilizza i servizi di OpenTrade, possono invece ottenere fino al 6% sui loro fondi. La differenza è ancora più marcante se si considera che in molti di questi paesi l'accesso stesso ai conti in valuta forte è limitato da restrizioni normative e burocratiche che escludono gran parte della popolazione.
La proposta di valore di OpenTrade si basa su quello che l'azienda definisce un modello "yield-as-a-service", una piattaforma backend che permette ad app fintech, exchange e neobank di offrire rendimenti sui depositi senza dover gestire direttamente gli aspetti più complessi della custodia e dell'investimento. Clienti come Criptan in Spagna e Littio in Colombia possono così concentrarsi sull'esperienza utente mentre OpenTrade si occupa dell'infrastruttura sottostante.
Una crescita alimentata dalla necessità
Il round di finanziamenti guidato da Notion Capital e Mercury Fund, con la partecipazione di a16z crypto, AlbionVC e CMCC Global, porta il totale raccolto dall'azienda a 11 milioni di dollari in soli sei mesi. Una velocità di raccolta che riflette non solo la fiducia degli investitori, ma anche l'urgenza del bisogno che OpenTrade sta cercando di soddisfare.
I dati operativi dell'azienda confermano questa traiettoria di crescita: 47 milioni di dollari in asset sotto gestione e quasi 200 milioni di dollari di volume processato, con una crescita del 20% mese su mese. Si tratta di cifre che, pur non raggiungendo ancora le dimensioni dei giganti fintech globali, indicano una penetrazione significativa in mercati dove le alternative tradizionali sono scarse o inadeguate.
L'infrastruttura per la prossima generazione
Samantha Lewis di Mercury Fund ha sottolineato come OpenTrade stia "costruendo l'infrastruttura finanziaria fondamentale per la prossima generazione di fintech". Una prospettiva condivisa da Itxaso del Palacio di Notion Capital, che ha evidenziato come il mercato delle stablecoin, con i suoi 240 miliardi di dollari di capitalizzazione, richieda proprio il tipo di fondamenta che OpenTrade sta costruendo.
La strategia dell'azienda si inserisce in un contesto più ampio dove le stablecoin stanno emergendo come ponte tra il mondo crypto e quello della finanza tradizionale, offrendo stabilità di valore e accessibilità tecnologica. Per popolazioni in paesi con valute volatili o sistemi bancari limitanti, questa combinazione rappresenta spesso l'unica via d'accesso a rendimenti competitivi su asset denominati in valute forti.
L'espansione pianificata in America Latina ed Europa non è casuale: si tratta di regioni dove coesistono mercati maturi con forte domanda di innovazione finanziaria e mercati emergenti dove i servizi bancari tradizionali mostrano evidenti lacune. Il nuovo capitale permetterà all'azienda di scalare le operazioni e migliorare lo stack tecnologico, preparando il terreno per una penetrazione più profonda in questi mercati diversificati ma accomunati dalla ricerca di alternative al sistema finanziario convenzionale.