Il mercato dell'oro continua a infrangere ogni record storico, con le quotazioni che hanno toccato i 3.977,19 dollari l'oncia nella sessione di martedì, sostenute da una combinazione di fattori politici ed economici che stanno creando il terreno ideale per il rally del metallo prezioso. La situazione di stallo al Congresso americano, che ha portato alla paralisi delle istituzioni governative, si somma alle aspettative sempre più concrete di nuovi tagli ai tassi di interesse da parte della Federal Reserve, alimentando ulteriormente l'appetito degli investitori verso i beni rifugio.
La paralisi di Washington alimenta l'incertezza
L'impasse tra Camera e Senato statunitensi non mostra segni di risoluzione, lasciando il governo federale in una situazione di blocco operativo che preoccupa i mercati globali. Secondo Kelvin Wong, analista senior di OANDA, questa situazione politica rappresenta uno dei pilastri fondamentali del rally dell'oro, insieme alle probabilità superiori all'80% di ulteriori riduzioni dei tassi federali nei prossimi mesi.
Le quotazioni spot del metallo prezioso hanno chiuso a 3.965,39 dollari l'oncia, in rialzo dello 0,1%, mentre i futures di dicembre hanno guadagnato lo 0,3% attestandosi a 3.988,10 dollari. Questi livelli rappresentano un territorio completamente inesplorato per l'oro, che continua a beneficiare di un contesto macroeconomico favorevole.
Fed divisa sui futuri tagli ai tassi
Nonostante le dichiarazioni di Jeff Schmid, presidente della Fed di Kansas City, che ha espresso riluttanza verso ulteriori riduzioni dei tassi sottolineando i rischi inflazionistici, i mercati mantengono salda la convinzione che la banca centrale americana procederà con nuovi allentamenti monetari. Il CME FedWatch Tool indica probabilità del 95% per un taglio di 25 punti base a ottobre e dell'83% per dicembre.
La posizione di Schmid, che invita la Fed a concentrarsi sui pericoli di un'inflazione troppo elevata piuttosto che sulle apparenti debolezze del mercato del lavoro, contrasta con le aspettative degli operatori. Tuttavia, questa divergenza di vedute non sembra scalfire la fiducia degli investitori nelle prospettive accomodanti della politica monetaria americana.
Goldman Sachs rivede al rialzo le previsioni
La crescente attrattività dell'oro trova conferma nelle nuove stime di Goldman Sachs, che lunedì ha rivisto significativamente al rialzo le proprie previsioni portando l'obiettivo per dicembre 2026 da 4.300 a 4.900 dollari l'oncia. Questa revisione si basa sui robusti flussi in entrata negli ETF occidentali e sui continui acquisti delle banche centrali globali.
Il metallo prezioso ha già registrato un guadagno del 51% dall'inizio dell'anno, sostenuto da una combinazione di fattori che include l'indebolimento del dollaro, la crescente domanda di fondi negoziati in borsa collegati all'oro e l'interesse sempre maggiore degli investitori retail in cerca di copertura dalle tensioni commerciali e geopolitiche crescenti.
Altri metalli preziosi in territorio misto
Mentre l'oro continua la sua marcia trionfale, gli altri metalli preziosi mostrano performance differenziate. L'argento ha ceduto lo 0,1% attestandosi a 48,49 dollari l'oncia, mentre il platino ha registrato un calo più marcato dello 0,4% scendendo a 1.619,62 dollari. Il palladio, invece, ha mostrato una leggera ripresa con un incremento dello 0,1% a 1.325,71 dollari l'oncia, evidenziando come la domanda per i beni rifugio si stia concentrando principalmente sull'oro in questa fase di mercato.