Nel complesso panorama legale che ha visto protagonisti Ripple e la Securities and Exchange Commission (SEC) americana per quasi quattro anni, emerge un nuovo capitolo che rallenta la conclusione definitiva della controversia. Quando la comunità XRP sembrava poter finalmente tirare un sospiro di sollievo, la giudice Analisa Torres ha respinto la mozione congiunta per ridurre la sanzione precedentemente stabilita, generando nuove incertezze nel mercato e provocando un'immediata flessione del valore del token.
Un ostacolo procedurale imprevisto
La notizia, diffusa dall'avvocato James Filan il 15 maggio, ha colto di sorpresa gli investitori. Secondo i documenti del tribunale, la giudice Torres del Tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto meridionale di New York ha respinto la mozione definendola "proceduralmente impropria", poiché entrambe le parti hanno omesso di presentarla correttamente secondo la Regola 60 delle procedure federali.
La mozione in questione, depositata l'8 maggio, rappresentava un tentativo di ridurre la sanzione originaria di 125 milioni di dollari, stabilita dalla corte lo scorso anno, a soli 50 milioni - una riduzione del 60% che avrebbe notevolmente alleggerito l'onere finanziario per Ripple.
Nella sua decisione, la giudice Torres ha concluso con chiarezza: "Se la giurisdizione fosse restituita a questa Corte, la Corte respingerebbe la mozione delle parti in quanto proceduralmente impropria".
La reazione di Ripple: nessun motivo di allarme
Stuart Alderoty, Chief Legal Officer di Ripple, ha rapidamente cercato di rassicurare la comunità attraverso i social media. "Nulla nell'ordine odierno modifica le vittorie di Ripple (ad esempio, XRP non è un titolo, ecc.)", ha dichiarato, sottolineando che il rifiuto riguarda esclusivamente questioni procedurali legate alla dismissione del contro-appello di Ripple.
Alderoty ha inoltre precisato che Ripple e la SEC sono "pienamente d'accordo nel risolvere questo caso e rivisiteranno insieme la questione con la Corte", indicando che si tratta principalmente di un intoppo burocratico piuttosto che di un significativo rovescio legale.
È importante ricordare che alla fine di marzo, lo stesso Alderoty aveva confermato che la causa tra le due parti era essenzialmente terminata dopo che entrambe avevano deciso di non presentare appelli l'una contro l'altra, un passo che sembrava aver posto fine a una battaglia legale iniziata nel lontano dicembre 2020.
Il mercato reagisce con nervosismo
Le conseguenze sul mercato non si sono fatte attendere. Il token XRP, che all'inizio della settimana aveva raggiunto quasi i 2,7 dollari, ha subito un brusco calo dopo la notizia, arrivando a perdere oltre il 5,5% del suo valore fino a toccare i 2,36 dollari.
Sebbene il prezzo si sia parzialmente ripreso, stabilizzandosi sopra un livello di supporto critico intorno ai 2,38 dollari, rimane comunque in negativo di circa il 5% su base giornaliera. Un comportamento in contrasto con Bitcoin che, nello stesso periodo, ha mostrato resilienza mantenendosi vicino alla soglia dei 104.000 dollari.
Il contesto di una battaglia epocale
La vicenda Ripple-SEC rappresenta uno dei contenziosi più significativi e seguiti nel mondo delle criptovalute. La causa, iniziata nel dicembre 2020, ha visto la SEC accusare Ripple di aver venduto XRP come titolo non registrato, mentre l'azienda ha sempre sostenuto che il suo token fosse una valuta digitale e non un investimento soggetto alla regolamentazione dei titoli.
La decisione della corte dello scorso anno, che ha stabilito che XRP non è automaticamente un titolo quando venduto al pubblico, è stata considerata una vittoria storica non solo per Ripple ma per l'intero ecosistema crypto, contribuendo a chiarire il quadro normativo in un settore spesso caratterizzato da incertezze legali.
Per gli osservatori del mercato italiano, questa vicenda rappresenta un importante caso di studio su come le autorità di regolamentazione internazionali stiano definendo i confini normativi delle criptovalute, con potenziali ripercussioni anche sulle future regolamentazioni europee e nazionali.