Il mondo delle criptovalute sta assistendo a un nuovo capitolo nella saga legale di uno dei suoi pionieri più controversi. Roger Ver, figura leggendaria del Bitcoin conosciuto con l'appellativo di "Bitcoin Jesus" per il suo fervore evangelico nei primi anni della moneta digitale, sembrerebbe vicino a raggiungere un accordo con il Dipartimento di Giustizia americano per chiudere una spinosa questione fiscale. La vicenda, che coinvolge 48 milioni di dollari di tasse non pagate e accuse di frode, rappresenta l'ennesimo caso di scontro tra le autorità statunitensi e i grandi nomi del settore crypto.
Un accordo milionario per evitare l'estradizione
Secondo quanto riportato dal New York Times, l'intesa prevederebbe il pagamento dell'intera somma contestata dalle autorità fiscali americane. Ver si trova attualmente in Spagna, dove era stato arrestato lo scorso aprile in seguito a un mandato di cattura internazionale. L'imprenditore aveva combattuto strenuamente contro l'estradizione, presentando ricorsi legali durante l'estate per evitare di essere trasferito negli Stati Uniti.
La proposta di accordo, che deve ancora ricevere l'approvazione del giudice federale che supervisiona il caso, potrebbe subire modifiche prima della sua formalizzazione. Un'udienza è già stata programmata per il 15 dicembre, data che potrebbe rivelarsi cruciale per il destino dell'ex cittadino americano.
Le origini della controversia fiscale
La controversia affonda le radici nella decisione di Ver di rinunciare alla cittadinanza statunitense dopo aver realizzato enormi profitti dalla vendita di "decine di migliaia" di Bitcoin. Il Dipartimento di Giustizia lo accusa di non aver dichiarato le plusvalenze derivanti da queste operazioni, configurando così un caso di evasione fiscale aggravata. L'accusa sostiene che Ver abbia deliberatamente omesso di presentare le dichiarazioni dei redditi relative a questi guadagni straordinari.
La figura di Ver nel panorama delle criptovalute è stata sempre polarizzante: da un lato celebrato come visionario per aver creduto nel Bitcoin quando ancora pochi ne comprendevano il potenziale, dall'altro criticato per le sue posizioni controverse e il suo successivo sostegno al Bitcoin Cash, una scissione della blockchain originale.
La strategia delle lobby e i precedenti presidenziali
Per affrontare questa battaglia legale, Ver ha ingaggiato Roger Stone, noto associato del presidente Donald Trump, come lobbista per cercare assistenza nella risoluzione del caso. La scelta non appare casuale, considerando che Trump ha già concesso la grazia presidenziale a diverse figure di spicco del settore delle criptovalute dal suo ritorno alla Casa Bianca.
Tra i beneficiari delle grazie presidenziali figurano Ross Ulbricht, fondatore del marketplace Silk Road, Arthur Hayes e altri fondatori di BitMEX, oltre alla stessa piattaforma di trading che aveva precedentemente patteggiato per violazioni del Bank Secrecy Act. Anche Changpeng "CZ" Zhao, fondatore di Binance, ha presentato richiesta di grazia presidenziale dopo aver scontato quattro mesi di prigione per questioni legate alla compliance anti-riciclaggio della sua exchange.
Un settore sotto pressione normativa
Il caso Ver si inserisce in un contesto più ampio di crescente pressione normativa sul settore delle criptovalute negli Stati Uniti. Le autorità federali stanno intensificando i controlli su evasione fiscale, riciclaggio di denaro e conformità normativa, rendendo sempre più difficile per gli operatori del settore operare senza un rigoroso rispetto delle regole fiscali.
La vicenda potrebbe stabilire un precedente importante per altri pionieri delle crypto che si trovano in situazioni simili, specialmente coloro che hanno realizzato enormi guadagni nei primi anni del Bitcoin e potrebbero aver trascurato gli obblighi fiscali. Il Dipartimento di Giustizia ha mantenuto il massimo riserbo sulla questione, rifiutando di rilasciare dichiarazioni ufficiali attraverso i suoi uffici di Los Angeles e Washington.