La senatrice Elizabeth Warren ha lanciato un monito che riecheggia i fantasmi della crisi finanziaria del 2008: il nuovo GENIUS Act di Donald Trump potrebbe aprire la strada a un disastro economico di proporzioni simili a quello che quindici anni fa costò la casa, il lavoro e i risparmi a dieci milioni di famiglie americane. Secondo la democratica del Massachusetts, l'amministrazione Trump sta permettendo all'industria delle criptovalute di scrivere le proprie regole, proprio come accadde con i derivati che innescarono il crollo dei mutui subprime. La critica si concentra su quello che Warren definisce un conflitto di interessi senza precedenti nella storia politica statunitense.
Il presidente cripto-imprenditore e i suoi conflitti
La situazione attuale presenta elementi che renderebbero impallidire persino i più spregiudicati oligarchi russi. Trump ha dismantellato l'unità di controllo sulle criptovalute del Dipartimento di Giustizia proprio mentre la sua famiglia lanciava una serie di memecoin e stablecoin che hanno generato profitti stimati in oltre un miliardo di dollari. I token Official Trump e Melania sono stati introdotti sul mercato in concomitanza con la spinta legislativa per allentare le normative del settore, creando una dinamica che Warren definisce "arricchimento presidenziale alla luce del sole".
Forbes ha calcolato che i guadagni di Trump dalle criptovalute superano quelli di qualsiasi altro suo progetto imprenditoriale. Una cifra che assume contorni ancora più inquietanti se si considera che gli avvocati e i lobbisti del settore crypto hanno avuto accesso diretto ai legislatori durante la stesura del GENIUS Act.
L'ombra del 2008 e la lezione dimenticata
Warren ha tracciato un parallelo diretto con il Commodity Futures Modernization Act del 2000, quella legge che deregolamentò i derivati over-the-counter aprendo la strada alla catastrofe finanziaria del 2008. "Quando Washington lavora per industrie come questa", ha dichiarato la senatrice, "un pugno di persone si arricchisce davvero, e il popolo americano ne paga il prezzo". La storia sembra ripetersi con modalità quasi identiche: un'industria potente che detta le regole a legislatori compiacenti, mentre i controlli democratici vengono sistematicamente smantellati.
Il mercato delle criptovalute ha raggiunto una capitalizzazione di 3,8 trilioni di dollari, una cifra che rende ancora più preoccupante l'assenza di supervisione adeguata. Warren sostiene che il GENIUS Act è stato "coniato" dagli insider del settore più per proteggere i propri guadagni che per tutelare l'interesse pubblico.
Stablecoin e il ritorno al far west monetario
Nonostante il GENIUS Act preveda alcune norme più stringenti - come l'obbligo per gli emittenti di stablecoin di mantenere riserve di alta qualità e sottoporsi ad audit regolari - diversi economisti temono un ritorno all'era del "Free Banking" ottocentesco. In quel periodo, le banche emettevano le proprie banconote creando un caos monetario che paralizzò i sistemi di pagamento americani. Oggi, giganti tecnologici come Walmart e Amazon potrebbero lanciare le proprie monete digitali, aggirando completamente il sistema bancario tradizionale.
Tether, la più grande stablecoin ancorata al dollaro, ha già aumentato le proprie riserve per rispettare le nuove soglie. Tuttavia, gli storici della finanza avvertono che regole apparentemente solide possono sgretolarsi rapidamente quando vengono meno i controlli e contrappesi istituzionali. Il rischio è quello di vedere centinaia di "dollari privati" circolare fianco a fianco, ognuno con il proprio specifico rischio di fallimento, in una frammentazione monetaria che potrebbe destabilizzare l'intero sistema economico americano.