La software house americana Strategy ha dimostrato ancora una volta come anche i più convinti sostenitori delle criptovalute possano incappare in scivoloni di timing spettacolari. L'azienda, diventata celebre per aver trasformato il proprio modello di business in una vera e propria macchina di accumulo di Bitcoin, ha acquistato 220 unità della criptovaluta a un prezzo medio di 123.561 dollari l'una, spendendo complessivamente 27,18 milioni di dollari. Poche ore dopo, il mercato è crollato drammaticamente, trascinando il valore di Bitcoin fino a 103.000 dollari in quello che viene considerato il peggior flash crash mai registrato nel settore degli asset digitali.
Il crollo del 10 ottobre ha cancellato quasi 20 miliardi di dollari in posizioni con leva finanziaria, secondo i dati di mercato. Bitcoin è precipitato insieme ai mercati azionari tradizionali dopo che il presidente americano Donald Trump ha annunciato l'intenzione di imporre una tariffa del 100% sui beni cinesi, in risposta alle restrizioni imposte da Pechino sull'esportazione di terre rare. Questa escalation ha riacceso i timori di una guerra commerciale su vasta scala tra le due maggiori economie mondiali.
Nel punto più basso della giornata, la criptovaluta ha toccato quotazioni inferiori del 15% rispetto al prezzo medio pagato da Strategy per il suo ultimo acquisto. Anche durante la successiva ripresa, l'azienda avrebbe potuto acquistare Bitcoin a prezzi compresi tra 110.000 e 115.000 dollari, ottenendo uno sconto tra il 7% e il 10% rispetto a quanto effettivamente sborsato appena il giorno prima.
Un timing di mercato decisamente sfortunato
La vicenda solleva interrogativi sulla strategia di accumulo costante adottata da Strategy, che aveva iniziato ad acquistare Bitcoin nel 2020. Attualmente, il portafoglio dell'azienda contiene 640.250 Bitcoin, con un prezzo medio di carico di 73.000 dollari per unità. Nonostante il recente scivolone, la società mantiene quindi ancora un margine di guadagno significativo sull'intero portafoglio, considerando che il valore attuale di Bitcoin, pur dopo il crollo, rimane superiore alla media storica dei suoi acquisti.
La trasformazione di Strategy da azienda software tradizionale a uno dei maggiori detentori istituzionali di criptovaluta al mondo rappresenta uno dei casi più singolari nel panorama finanziario recente. La scelta di convertire gran parte della liquidità aziendale in Bitcoin ha reso l'azienda particolarmente esposta alle oscillazioni del mercato crypto, trasformandola di fatto in un proxy per investire nella criptovaluta attraverso azioni tradizionali.
Per quanto riguarda le prospettive di investimento su Bitcoin, la maggior parte degli analisti non offre valutazioni o obiettivi di prezzo specifici sulla criptovaluta. I dati recenti mostrano che nelle ultime dodici settimane il prezzo di Bitcoin è sceso del 2,21%, un dato che però non tiene conto della forte volatilità registrata in singole giornate come quella del 10 ottobre.
L'episodio ricorda agli investitori che l'espressione "comprare durante i ribassi", particolarmente popolare negli ambienti crypto, può rivelarsi più complessa di quanto sembri. Nel caso di Strategy, l'acquisto effettuato poco prima di un crollo storico dimostra come anche chi opera con convinzione nel settore possa trovarsi dalla parte sbagliata del mercato nel breve termine, seppur mantenendo una visione rialzista di lungo periodo.
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