La battaglia legale di Roman Storm, co-fondatore della piattaforma Tornado Cash, si è trasformata in un caso emblematico per il futuro dell'innovazione tecnologica negli Stati Uniti. Mentre l'amministrazione Biden persegue Storm con accuse che potrebbero portarlo a scontare fino a 45 anni di carcere, la comunità cripto si mobilita chiedendo l'intervento diretto del neo-eletto presidente Trump per fermare quello che definiscono un "attacco senza precedenti" allo sviluppo di software open-source. La vicenda solleva interrogativi fondamentali sul confine tra responsabilità degli sviluppatori e utilizzo improprio delle tecnologie da parte di terzi.
Un appello per salvare l'innovazione tecnologica americana
Il DeFi Education Fund, organizzazione impegnata nella ricerca e nell'advocacy nel settore delle criptovalute, ha recentemente inviato una lettera aperta a David Sacks, consulente per le criptovalute della Casa Bianca, esortando il presidente Trump a porre fine alla "campagna illegittima del Dipartimento di Giustizia dell'era Biden volta a criminalizzare lo sviluppo di software open-source". Secondo l'organizzazione, la persecuzione di Storm rappresenta un pericoloso precedente che minaccia di soffocare l'innovazione tecnologica negli Stati Uniti.
La petizione, che ha già raccolto oltre 250 firme di figure di spicco del settore, tra cui Tim Beiko (sviluppatore core di Ethereum), Matt Huang (co-fondatore di Paradigm) e Ryan Sean Adams (co-fondatore di Bankless), sottolinea come l'approccio dell'amministrazione Biden sia in netto contrasto con le linee guida emanate durante il primo mandato di Trump, quando il Dipartimento del Tesoro chiarì che gli sviluppatori di protocolli peer-to-peer non dovevano essere considerati trasmettitori di denaro secondo la legge federale.
Le accuse contro Storm e il funzionamento di Tornado Cash
Le autorità americane hanno incriminato Roman Storm nell'agosto 2023 con l'accusa di aver facilitato il riciclaggio di oltre un miliardo di dollari attraverso Tornado Cash, un servizio di mixing per criptovalute che permette di rendere anonime le transazioni separando il collegamento tra indirizzi di invio e ricezione. Storm deve rispondere di cospirazione per facilitare il riciclaggio di denaro, cospirazione per gestire un servizio di trasmissione di denaro senza licenza e violazione delle sanzioni statunitensi.
La difesa di Storm si basa sul fatto che Tornado Cash è un protocollo immutabile e open-source, sul quale egli non esercita alcun controllo diretto. Nonostante questo argomento, la giudice Katherine Polk Failla ha respinto la mozione di archiviazione nel settembre 2024, stabilendo che l'impianto accusatorio soddisfa i requisiti legali per procedere a processo. Anche una successiva richiesta di riconsiderazione è stata respinta nel febbraio 2025.
Un precedente pericoloso per tutti gli sviluppatori
La lettera del DeFi Education Fund evidenzia come il Dipartimento di Giustizia stia portando avanti una "teoria senza precedenti", tentando di ritenere gli sviluppatori responsabili per come terze parti utilizzano il loro codice, anche quando non hanno "alcun controllo su questi terzi o sui loro asset". Secondo l'organizzazione, questa interpretazione legale, se non contestata, rischia di "congelare" completamente lo sviluppo open-source.
Le implicazioni del caso vanno ben oltre il mondo delle criptovalute. Il DeFi Education Fund avverte che l'approccio del Dipartimento di Giustizia crea un ambiente legale che "favorisce applicazioni politicamente motivate della legge" e mette a rischio ogni sviluppatore di software open-source, indipendentemente dal settore in cui opera. L'innovazione in campi come la tecnologia finanziaria, l'intelligenza artificiale e persino l'assistenza sanitaria potrebbe essere soffocata se gli sviluppatori fossero ritenuti responsabili dell'uso improprio dei loro strumenti.
Il futuro delle criptovalute negli Stati Uniti
La comunità cripto americana vede nel caso Storm un banco di prova cruciale per l'atteggiamento della nuova amministrazione Trump verso il settore. Durante la campagna elettorale, Trump ha promesso di rendere gli Stati Uniti la "capitale mondiale delle criptovalute", un obiettivo che, secondo il DeFi Education Fund, richiede necessariamente la protezione degli sviluppatori che creano la tecnologia sottostante.
"Chiediamo al presidente Trump di proteggere gli sviluppatori di software americani, ripristinare la chiarezza legale e porre fine a questo abuso illegittimo del Dipartimento di Giustizia", ha scritto il gruppo, aggiungendo che la posta in gioco "non potrebbe essere più alta" per il futuro dell'innovazione cripto negli Stati Uniti.
Nel contesto italiano, dove il dibattito sulla regolamentazione delle criptovalute è ancora in fase embrionale, il caso Storm offre importanti spunti di riflessione sulla responsabilità degli sviluppatori e sui limiti dell'intervento normativo in un settore in rapida evoluzione come quello della tecnologia blockchain. La decisione dell'amministrazione Trump potrebbe influenzare significativamente anche l'approccio europeo verso queste tecnologie emergenti.