Il settore finanziario sudcoreano si trova al centro di una battaglia politica senza precedenti che potrebbe ridefinire il futuro delle criptovalute nel paese. Due progetti di legge concorrenti, presentati dai partiti di maggioranza e opposizione nell'Assemblea Nazionale, stanno dividendo il panorama normativo delle stablecoin ancorate al won coreano, con implicazioni che vanno ben oltre i confini nazionali. La contesa non riguarda solo aspetti tecnici, ma tocca questioni fondamentali di politica monetaria e competitività internazionale.
La frattura tra conservatori e progressisti
Il Partito del Potere Popolare (PPP), attualmente al governo, e il Partito Democratico di Corea (DPK) all'opposizione hanno presentato lunedì scorso due disegni di legge apparentemente simili ma sostanzialmente diversi. Kim Eun-hye del PPP ha proposto la "Legge sull'Innovazione dei Pagamenti Utilizzando Asset Digitali a Valore Fisso", mentre Ahn Do-gil del DPK ha introdotto la "Legge sull'Emissione e Distribuzione di Asset Digitali a Valore Stabile".
Entrambe le proposte condividono un approccio centralizzato che assegna alla Commissione per i Servizi Finanziari (FSC) il ruolo di supervisore principale. Gli emittenti dovranno presentare un documento tecnico dettagliato prima dell'emissione, specificando limiti, piani di distribuzione e metodi di rimborso. Tuttavia, è sul tema dei pagamenti di interessi che emerge la divisione più profonda.
Il nodo degli interessi: due visioni inconciliabili
La proposta del PPP permetterebbe il pagamento di interessi sulle stablecoin, giustificando questa scelta come un incentivo per promuovere l'uso internazionale del won digitale. Al contrario, il disegno di legge del DPK vieta categoricamente qualsiasi forma di remunerazione, temendo possibili distorsioni del mercato.
Secondo rappresentanti del settore crypto, questa divergenza riflette approcci normativi differenti: "Il divieto di pagare interessi per le stablecoin è una misura basata sulla legislazione statunitense sui titoli, quindi altri paesi possono progettare i propri sistemi seguendo le proprie normative nazionali".
L'industria bancaria in stato di allerta
Il governatore della Banca di Corea, Lee Chang-yong, ha recentemente espresso preoccupazioni riguardo all'emissione di stablecoin ancorate al KRW da parte di entità non bancarie. I suoi timori riguardano possibili interferenze con le politiche monetarie e le regolamentazioni sui cambi.
Funzionari bancari hanno rivelato ai media locali che le istituzioni finanziarie stanno preparandosi per due scenari di legalizzazione, data l'incertezza sul ruolo che potranno avere gli enti non bancari. Alcune banche stanno considerando la creazione di joint venture per l'emissione collettiva di stablecoin, mentre parallelamente mantengono contatti con aziende non finanziarie.
Le carte di credito entrano in gioco
Il settore delle carte di credito non resta a guardare. Secondo il Maeil Business Newspaper, l'Associazione del Credito Finanziario e otto compagnie di carte di credito, tra cui Shinhan, Hyundai, Samsung e KB Kookmin, si stanno preparando a richiedere i diritti di marchio per una stablecoin KRW sotto il nome provvisorio "CARD KRW".
Un rappresentante del settore ha spiegato: "Le compagnie di carte di credito dovrebbero svolgere un ruolo chiave nel mercato delle stablecoin KRW. Le carte sono il mezzo di pagamento più familiare per i consumatori. Quando le stablecoin saranno commercializzate, i clienti potranno utilizzarle senza alcun inconveniente se i pagamenti in coin verranno effettuati tramite carta".
Mentre il dibattito politico continua, l'industria finanziaria sudcoreana dimostra di voler essere protagonista in quella che potrebbe diventare una delle più significative riforme del sistema dei pagamenti digitali in Asia. La posta in gioco è alta: definire le regole per un mercato che potrebbe influenzare l'adozione globale del won digitale e la posizione della Corea del Sud nell'ecosistema delle criptovalute internazionali.