La smentita ufficiale delle autorità emiratine
Lunedì mattina, tre importanti enti regolatori degli Emirati hanno emesso una dichiarazione congiunta per fare chiarezza sulla questione. L'Autorità Federale per l'Identità, la Cittadinanza, le Dogane e la Sicurezza Portuale, insieme alla Securities and Commodities Authority (SCA) e alla Virtual Assets Regulatory Authority (VARA) di Dubai, hanno specificato che i framework per i Golden Visa non includono ancora gli investitori in valute digitali. VARA ha inoltre ribadito un punto cruciale: TON non è né autorizzato né regolamentato a Dubai, rendendo impossibile qualsiasi programma ufficiale che coinvolga questa criptovaluta.
La precisazione delle autorità sottolinea come gli Emirati, pur essendo all'avanguardia nella regolamentazione delle criptovalute, mantengano standard rigorosi per quanto riguarda i loro programmi di residenza. Il Golden Visa, infatti, rappresenta uno degli strumenti più ambiti per ottenere la residenza a lungo termine nel paese, riservato a investitori, imprenditori e professionisti di alto livello.
L'annuncio che ha scatenato la speculazione
Il trambusto è iniziato quando Max Crown, amministratore delegato della TON Foundation che gestisce l'ecosistema crittografico basato su Telegram, ha pubblicato su X una dichiarazione che ha fatto rapidamente il giro del web. Crown aveva affermato che i possessori di Toncoin potevano ora ottenere il Golden Visa degli Emirati puntando 100.000 dollari di questa criptovaluta per tre anni, pagando inoltre una tassa di elaborazione una tantum di 35.000 dollari per ricevere un visto decennale.
L'annuncio ha immediatamente catturato l'attenzione degli investitori in criptovalute, che vedevano in questa opportunità una via privilegiata per accedere a uno dei mercati più dinamici del Medio Oriente. La reazione del mercato è stata immediata: il prezzo di Toncoin ha registrato un balzo del 12% nel corso del weekend, dimostrando quanto gli investitori fossero pronti a scommettere su questa possibilità.
Il contesto più ampio dell'ecosistema TON
L'episodio si inserisce in un periodo di particolare fermento per l'ecosistema TON, strettamente legato alla piattaforma di messaggistica Telegram. Lo scorso maggio, Pavel Durov, fondatore di Telegram, aveva annunciato una partnership con xAI, la società di intelligenza artificiale di Elon Musk, anche se successivamente Musk stesso aveva chiarito che l'accordo doveva ancora essere firmato. Questi sviluppi hanno contribuito a mantenere alta l'attenzione mediatica intorno al progetto, alimentando speculazioni e aspettative che non sempre trovano riscontro nella realtà.
La vicenda evidenzia una dinamica ricorrente nel mondo delle criptovalute, dove annunci non verificati possono rapidamente trasformarsi in movimenti di mercato significativi. Per gli investitori italiani, abituati a un ambiente normativo più strutturato, questo episodio rappresenta un esempio della volatilità che caratterizza ancora molti aspetti del settore crittografico, soprattutto quando si intrecciano con programmi governativi di alto profilo come i Golden Visa.
Lezioni per il mercato delle criptovalute
La rapida smentita delle autorità emiratine dimostra l'importanza della verifica delle fonti nel settore delle criptovalute. Mentre gli Emirati continuano a posizionarsi come hub internazionale per le valute digitali, mantenendo un approccio progressivo ma regolamentato, episodi come questo sottolineano la necessità per gli investitori di distinguere tra annunci ufficiali e speculazioni di mercato.
La reazione del prezzo di Toncoin, che ha guadagnato terreno basandosi su informazioni poi rivelatesi infondate, serve da monito per tutti coloro che operano in questo settore. La due diligence rimane fondamentale, soprattutto quando si tratta di programmi governativi che, per loro natura, richiedono canali ufficiali e procedure ben definite per essere implementati.