Il protocollo di lending Lista DAO si trova al centro di una situazione di emergenza dopo che i tassi di interesse su alcuni vault hanno raggiunto livelli insostenibili dell'800%, scatenando un voto di governance urgente per liquidazioni forzate. La vicenda, che coinvolge i vault gestiti da MEV Capital e Re7 Labs, riaccende i riflettori sui rischi sistemici delle piattaforme DeFi e sulla vulnerabilità degli asset collaterali sintetici, in un momento in cui l'ecosistema sta ancora metabolizzando perdite significative come i 93 milioni di dollari bruciati su Stream Finance. La proposta denominata LIP-022, attiva fino al 9 novembre sulla piattaforma Snapshot, rappresenta un test critico per i meccanismi di governance decentralizzata in scenari di stress estremo.
Il cronometro della crisi è iniziato alle 9:23 UTC del 6 novembre, quando Lista DAO ha rilevato tassi di prestito pari a 800% annuo sul MEV Capital USDT Vault e sul Re7 Labs USD1 Vault. L'anomalia più preoccupante riguarda l'assenza totale di attività di rimborso da parte dei principali mutuatari collegati a Stables Labs, che hanno utilizzato come garanzia gli asset sUSDX e USDX. Questa dinamica ha fatto scattare l'allarme rosso nel protocollo, che ha immediatamente richiesto ai gestori istituzionali dei vault di assumersi la responsabilità e garantire trasparenza per proteggere gli utenti retail.
La proposta di liquidazione forzata mira a manipolare gli oracle dei prezzi di USDX proporzionalmente agli importi dei prestiti in sospeso, innescando così un processo di liquidazione pubblica delle posizioni problematiche. Al momento della pubblicazione, soltanto 18 possessori di token veLISTA hanno partecipato al voto, esprimendosi unanimemente a favore della misura. Questa scarsa partecipazione solleva interrogativi sulla reale decentralizzazione delle decisioni critiche nei protocolli DeFi, specialmente quando il tempo stringe e le perdite potenziali crescono esponenzialmente.
La tempistica degli eventi evidenzia la velocità con cui le crisi DeFi possono evolvere: alle 10:55 UTC Re7 Labs ha presentato un piano attraverso il canale Discord di Lista DAO proponendo liquidazioni forzate, seguito alle 11:15 UTC dal lancio formale del voto di governance. MEV Capital ha risposto alle 11:50 UTC riconoscendo i tassi elevati e implementando misure di mitigazione, tra cui l'azzeramento del cap di allocazione e l'aggiornamento del modello dei tassi di interesse. La rapidità di queste azioni dimostra come i protocolli stiano tentando di contenere il contagio prima che si propaghi all'intero ecosistema del lending peer-to-peer on-chain.
Il dettaglio più inquietante riguarda la natura degli asset collaterali coinvolti: sUSDX e USDX sono stablecoin sintetiche simili all'xUSD che ha contribuito al collasso da 93 milioni di dollari su Stream Finance. Questo pattern ricorrente solleva questioni fondamentali sulla sostenibilità degli asset derivati utilizzati come garanzia nelle piattaforme DeFi, specialmente quando mancano meccanismi di de-pegging prevention robusti. PancakeSwap, principale DEX dell'ecosistema BNB Chain dove opera Lista DAO, ha rilasciato alle 11:08 UTC un avviso consigliando agli utenti di rivedere le posizioni nelle pool di liquidità coinvolte.
La proposta LIP-022 include una clausola controversa che consente l'implementazione immediata delle liquidazioni anche prima della conclusione del periodo di voto, qualora vengano rilevate condizioni di liquidità anomale nel mercato USDX. Questo approccio "sparare prima e chiedere permesso dopo" rappresenta un compromesso pragmatico tra i principi di governance decentralizzata e la necessità di protezione urgente del protocollo, ma apre scenari precedenziali delicati per l'intero settore DeFi. La DAO ha specificato che l'obiettivo primario è minimizzare le perdite potenziali e mantenere condizioni di mercato sane attraverso l'ecosistema di lending.
L'esito del voto determinerà se Lista DAO procederà con l'override degli oracle e il processo di liquidazione forzata, stabilendo un precedente importante per come i protocolli DeFi gestiscono situazioni di insolvenza istituzionale. La vicenda sottolinea ancora una volta i rischi sistemici nascosti nei vault gestiti da entità centralizzate all'interno di ecosistemi teoricamente decentralizzati, evidenziando la tensione irrisolta tra efficienza operativa e vera resistenza alla censura che caratterizza l'attuale fase evolutiva della finanza decentralizzata.