Il mercato delle criptovalute ha registrato una violenta ondata di liquidazioni nelle ultime 24 ore, con oltre 550 milioni di dollari bruciati sui mercati derivati mentre Bitcoin (BTC) sfondava al ribasso il supporto critico degli 85.000 dollari. La principale crypto per capitalizzazione ha toccato un minimo a 84.500 dollari - il livello più basso da tre settimane - trascinando con sé l'intero comparto delle altcoin in un movimento che ha colpito indistintamente sia le posizioni long che quelle short. Il crollo è arrivato dopo che BTC aveva tentato un rally mattutino fino a 89.500 dollari, evidenziando la fragilità dell'attuale contesto di mercato e la mancanza di convinzione da parte dei buyer.
Secondo i dati di CoinGlass, la liquidazione massiva ha interessato principalmente i trader con leva elevata, cancellando in poche ore posizioni accumulate nelle settimane precedenti. Il livello degli 85.000 dollari aveva rappresentato una zona di supporto fondamentale per Bitcoin nelle ultime settimane, con acquirenti che erano intervenuti ripetutamente a sostegno dei prezzi. Gli analisti di AmberData, società specializzata in analytics crypto, hanno definito questa soglia come "cruciale" e avvertono che una perdita definitiva di questo livello potrebbe aprire la strada a una correzione più profonda verso gli 80.000 dollari.
Il sell-off ha colpito con particolare violenza il mercato delle altcoin, con Solana (SOL) che ha registrato il calo più significativo tra le major. Il token della blockchain ad alte prestazioni è crollato del 4% nelle 24 ore, scendendo sotto i 120 dollari per la prima volta da aprile scorso. Ethereum (ETH) ha perso l'1,1% precipitando sotto i 2.800 dollari, mentre il resto del mercato ha subito perdite ancora più consistenti.
Tra le altcoin più capitalizzate, Cardano (ADA), Dogecoin (DOGE) e SUI hanno registrato perdite superiori al 5%, amplificando il ribasso dell'1,6% di Bitcoin e confermando il pattern tipico delle fasi di risk-off nel mercato crypto. L'analisi dei mercati dei perpetual swap rivela un cambio di sentiment significativo: i funding rate per molte altcoin sono diventati negativi, segnalando che le posizioni short - quelle che scommettono su ulteriori ribassi - stanno pagando una commissione alle posizioni long per mantenere aperti i loro contratti. Questo fenomeno, tracciato dai dati di CoinGlass, rappresenta un chiaro indicatore di cautela diffusa tra i trader e di un atteggiamento difensivo prevalente.
Nonostante la portata delle liquidazioni, gli analisti di AmberData sottolineano un aspetto potenzialmente rassicurante: l'assenza di un picco nei volumi di trading suggerisce che il mercato stia attraversando un processo di "deleveraging ordinato" piuttosto che vendite dettate dal panico. Secondo la loro analisi, la mancanza di un'impennata nei volumi durante il sell-off indica che i venditori si sono esauriti anziché assistere all'emergere di nuova pressione in vendita, un segnale che potrebbe limitare ulteriori discese nel breve termine.
Il contesto macroeconomico continua a pesare sul sentiment del mercato crypto, con gli investitori istituzionali che mantengono un approccio prudente in attesa di maggiore chiarezza sulle decisioni delle banche centrali e sull'evoluzione della regolamentazione globale. Per i trader retail, l'attuale fase di volatilità evidenzia i rischi insiti nell'utilizzo di leva finanziaria elevata, con centinaia di milioni bruciati in poche ore sui principali exchange centralizzati. La tenuta o la rottura definitiva del supporto a 85.000 dollari per Bitcoin determinerà probabilmente la direzione del mercato nelle prossime sessioni, con gli 80.000 dollari che rappresentano il prossimo livello chiave da monitorare in caso di ulteriore deterioramento.