Il mercato delle criptovalute sta mostrando segnali di ripresa dopo il violento flash crash del 10 aprile, quando la minaccia del presidente Donald Trump di imporre dazi del 100% sulla Cina ha innescato una liquidazione senza precedenti da 19 miliardi di dollari in open interest sui derivati crypto. Bitcoin (BTC) ha recuperato quota 115.000 dollari, ma gli analisti restano cauti: i flussi verso gli ETF spot rappresentano il vero termometro della fiducia degli investitori istituzionali, e al momento il confronto con l'oro rivela una divergenza preoccupante che potrebbe pesare sul momentum rialzista della principale criptovaluta.
Geoff Kendrick di Standard Chartered ha lanciato un chiaro avvertimento nella sua ultima nota agli investitori: la scorsa settimana 2 miliardi di dollari sono usciti dagli ETF sull'oro, e Bitcoin deve dimostrare di poter catalizzare almeno la metà di questi capitali in fuga per confermare un reale cambio di sentiment. L'esperto osserva che gli ETF su Bitcoin hanno sistematicamente sottoperformato rispetto ai prodotti legati al metallo prezioso, e un recupero appare ormai "dovuto" per ristabilire l'equilibrio tra le due asset class considerate rifugio alternativo.
I dati di CoinGecko mostrano che BTC ha guadagnato il 3,5% nell'ultima settimana e l'1,2% nelle ultime 24 ore, riportandosi appena sotto i 115.000 dollari. Tuttavia, questa ripresa tecnica non cancella la performance year-to-date che vede l'oro dominare con un impressionante +54% contro il modesto +23% di Bitcoin dall'inizio del 2025. Una divergenza così marcata solleva interrogativi sulla narrazione del "digital gold" e sulla capacità della criptovaluta di fungere effettivamente da bene rifugio durante le turbolenze geopolitiche.
L'analisi di Kendrick si concentra sul ratio Bitcoin-oro, metrica chiave per valutare il posizionamento relativo dei due asset. Attualmente il rapporto si trova appena sopra i livelli precedenti alla minaccia tariffaria del 10 aprile, ma resta sotto la soglia critica di 30 che segnalerebbe la fine della fase di risk-off. Questa resistenza tecnica indica che persiste una quota significativa di timore tra gli investitori, nonostante l'ottimismo generato dall'imminente incontro tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping previsto per giovedì.
Il mercato dei derivati crypto ha subito un colpo durissimo durante il flash crash, con una liquidazione di posizioni leveraged che ha raggiunto dimensioni mai viste prima. Questo evento ha evidenziato la vulnerabilità strutturale del settore alle notizie macro, soprattutto quando si tratta di tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. La rapida ripresa dei prezzi spot non cancella il danno inflitto alla fiducia degli operatori, che ora valutano con maggiore cautela l'esposizione a posizioni ad alta leva.
Gli utenti di Myriad, piattaforma di prediction market controllata da Dastan (società madre di Decrypt), assegnano ancora una probabilità del 65% che l'oro continui a sovraperformare Bitcoin nel corso del 2025. Questa percentuale è scesa di 4,5 punti nelle ultime 24 ore, segnalando un timido miglioramento nelle aspettative, ma resta lontana dal punto di equilibrio. Il sentiment degli investitori retail e istituzionali appare quindi diviso tra chi vede nel recente dip un'opportunità di accumulo e chi preferisce mantenere posizioni più conservative.
Il ritracciamento dell'oro dai massimi storici sopra i 4.300 dollari per oncia troy ha certamente contribuito al rimbalzo di Bitcoin, creando spazio per una rotazione settoriale dei capitali. Tuttavia, gli analisti sottolineano che l'autonomia del movimento crypto sarà determinante per stabilire se si tratta di un'inversione di tendenza sostenibile o di un semplice rimbalzo tecnico destinato a esaurirsi. I prossimi giorni risulteranno cruciali: se gli ETF su Bitcoin registreranno inflows consistenti tra lunedì e mercoledì, come auspicato da Kendrick, potrebbe concretizzarsi un reale cambio di fase.
L'esito dei colloqui tra Stati Uniti e Cina rappresenta il catalizzatore principale per il breve termine. Un accordo anche parziale sulla questione tariffaria potrebbe innescare un rally risk-on che beneficerebbe soprattutto asset volatili come le criptovalute. Al contrario, un deterioramento delle relazioni commerciali rischierebbe di riportare i prezzi verso i minimi recenti, con conseguenze potenzialmente devastanti per le posizioni ancora aperte nei mercati dei derivati. La comunità crypto osserva con attenzione i flussi istituzionali, consapevole che solo capitali "smart money" stabili possono garantire una ripresa duratura oltre la speculazione di breve periodo.