Il mercato crypto si è risvegliato martedì con un crollo che ha fatto tremare l'intero ecosistema delle valute digitali. Bitcoin (BTC) ha perso oltre il 7% in una sola sessione, scendendo sotto la soglia psicologica degli 85.000 dollari per token e intensificando una discesa che dura ormai da settimane. La principale criptovaluta al mondo, che aveva toccato un massimo storico sopra i 126.000 dollari a ottobre, si trova ora oltre il 30% al di sotto di quel picco, facendo evaporare miliardi di capitalizzazione di mercato. Questo sell-off arriva in un momento particolarmente delicato, mentre crescono le aspettative per un possibile taglio dei tassi della Federal Reserve alla prossima riunione, teoricamente un catalizzatore positivo per gli asset rischiosi come le criptovalute.
Il crollo di Bitcoin ha trascinato con sé l'intero comparto crypto, con Ethereum (ETH) in calo del 7% a circa 2.800 dollari e Ripple (XRP) che ha ceduto anch'esso il 7% attestandosi intorno ai 2 dollari. La pressione ribassista si è intensificata nelle prime ore del mattino dopo che la piattaforma DeFi Yearn Finance ha annunciato un "incidente di sicurezza" nel suo pool yETH LST stableswap, con perdite stimate in 9 milioni di dollari. L'hacker ha sfruttato una vulnerabilità nel protocollo, un evento che ha riacceso i timori sulla sicurezza dell'ecosistema DeFi e alimentato la fuga verso asset più sicuri.
Il contagio ha colpito duramente anche i titoli azionari legati al mondo crypto. Strategy (MSTR), la società guidata da Michael Saylor che ha fatto da pioniere al modello "Bitcoin treasury" per le aziende, ha perso il 10% della sessione, portando il bilancio da inizio anno a un preoccupante -38%. L'exchange Coinbase (COIN) ha ceduto il 5%, mentre Robinhood (HOOD) è scivolata del 4%. Questi movimenti riflettono la crescente preoccupazione degli investitori sul futuro prossimo del mercato crypto, con i fondi ETF su Bitcoin che hanno registrato a novembre la seconda peggiore performance di sempre con deflussi per 3,5 miliardi di dollari.
Secondo gli analisti di 10X Research, la situazione tecnica di Bitcoin rimane fragile: "Sebbene le condizioni possano cambiare rapidamente, un rally sostenuto appare ancora improbabile nel breve termine, specialmente prima della fine dell'anno. Ma il 2026 potrebbe presentare uno scenario molto diverso", si legge in una nota ai clienti. Bernstein ha confermato questa visione cauta, evidenziando che il comportamento del prezzo suggerisce un sentiment di mercato debole che continua a impattare negativamente sugli asset digitali. Gli analisti sottolineano che stanno ancora cercando segnali chiari per identificare il bottom di Bitcoin.
Le cause del sell-off vanno ricercate in un contesto macroeconomico complesso. La principale preoccupazione riguarda un possibile rialzo dei tassi di interesse in Giappone da parte della Bank of Japan, che potrebbe scatenare un'ondata di liquidazioni forzate nel carry trade dello yen. Questa strategia, che ha visto investitori prendere in prestito yen a basso costo per investire in asset più rischiosi come Bitcoin e azioni USA, potrebbe rapidamente invertirsi causando una spirale di vendite. L'ultima volta che questo meccanismo si è attivato, nell'agosto 2024, Bitcoin è crollato del 18% in pochi giorni, come ha ricordato Nic Puckrin, analista e co-fondatore di The Coin Bureau.
Il sentiment negativo nel mondo crypto contrasta con l'ottimismo crescente per un taglio dei tassi della Federal Reserve. Le probabilità implicite nel mercato di una riduzione di 25 punti base alla riunione della prossima settimana sono salite oltre l'87%, rispetto al 40% di appena una settimana fa. Storicamente, un contesto di allentamento monetario favorisce gli asset rischiosi, incluse le criptovalute. Tuttavia, l'incertezza creata dalle politiche tariffarie dell'amministrazione Trump e dalla potenziale sostituzione del presidente della Fed Jerome Powell continuano a pesare sul sentiment degli investitori.
Il mercato dell'oro, tradizionale bene rifugio, ha beneficiato della fuga dal rischio. I futures sull'oro sono saliti oltre i 4.270 dollari per oncia troy, avvicinandosi al record di ottobre di 4.336 dollari. Con un guadagno superiore al 60% da inizio anno, l'oro ha nettamente sovraperformato sia l'S&P 500 che Bitcoin, che ora si trova circa il 9% sotto i livelli di inizio 2025. Questo contrasto evidenzia come gli investitori stiano privilegiando la sicurezza rispetto al potenziale rendimento delle criptovalute in un contesto di crescente volatilità.
Il focus degli operatori crypto si sposta ora sui dati macroeconomici in arrivo questa settimana, in particolare sull'indice PCE di settembre, l'indicatore preferito dalla Fed per misurare l'inflazione, atteso per venerdì. Questo dato potrebbe confermare o smentire le aspettative di taglio dei tassi, con implicazioni significative per la direzione di breve termine di Bitcoin e dell'intero mercato crypto. Nel frattempo, la community rimane cauta, consapevole che la storia recente ha dimostrato come le condizioni possano deteriorarsi rapidamente prima di invertire rotta verso nuovi massimi.