Il mercato brasiliano delle criptovalute ha appena registrato un caso di studio significativo sulla strategia di treasury in Bitcoin (BTC) che sovverte completamente la narrativa dominante statunitense. Méliuz, fintech brasiliana quotata con il ticker CASH3 e oltre 30 milioni di utenti registrati sulla sua piattaforma di cashback e servizi finanziari, ha adottato BTC come riserva di tesoreria non per inseguire rendimenti speculativi, ma per una ragione ben più pragmatica: sopravvivere all'erosione del capitale causata dai titoli di stato. La decisione, approvata dal 66% degli azionisti nella più alta partecipazione assembleare della storia della società, rappresenta un turning point per comprendere come le strategie Bitcoin treasury debbano adattarsi radicalmente ai diversi contesti macroeconomici globali.
La situazione che ha spinto Méliuz verso questa svolta è emblematica delle distorsioni che i mercati emergenti vivono rispetto alle economie sviluppate. A fine 2024, l'azienda presentava fondamentali solidi: profittevole, senza debiti e in crescita. Eppure la capitalizzazione di mercato, una volta sottratta la liquidità detenuta in bilancio (circa 250 milioni di real brasiliani), valutava il business operativo praticamente zero. Il problema risiedeva proprio in quella liquidità: parcheggiata in bond governativi, generava rendimenti che al netto di tasse e inflazione risultavano negativi.
"Stavamo subendo una confisca", ha dichiarato Diego Kolling, Head of Bitcoin Strategy di Méliuz, durante la Blockchain Conference Brasil 2025. La tesouraria aziendale si stava letteralmente sciogliendo più velocemente di quanto potesse essere ricostituita, un fenomeno comune nei paesi con tassi d'inflazione strutturalmente elevati e mercati obbligazionari poco remunerativi al netto del fisco.
Ciò che distingue radicalmente l'approccio di Méliuz dai modelli statunitensi di MicroStrategy o dei più recenti imitatori è l'impossibilità di replicare la strategia di leveraged debt issuance in dollari a basso costo. Mentre le corporation americane possono emettere convertibili con tassi prossimi al 4%, in linea con i rendimenti della Federal Reserve, il contesto brasiliano presenta tassi benchmark vicini al 15% e costi di finanziamento privato che spesso superano il 22%. "La strategia compete con tassi Fed al 4%. Noi abbiamo a che fare con il 22%. La matematica semplicemente non funziona", ha spiegato Kolling.
Méliuz ha adottato tattiche mutuate dalla giapponese Metaplanet, altra società a treasury Bitcoin che opera in un contesto di bassi tassi d'interesse ma con limitato accesso al debito in dollari. La strategia prevede la vendita di cash-secured puts su Bitcoin per generare yield sul capitale destinato all'acquisto di BTC. I premi incassati dalle opzioni vendute vengono utilizzati per acquistare bitcoin spot, mentre il capitale principale viene mantenuto nella strategia di generazione di rendimento. Questo approccio consente di accumulare esposizione a BTC senza diluire eccessivamente gli azionisti e senza ricorrere a debito oneroso.
La governance del rischio rimane centrale: Méliuz mantiene l'80% delle proprie riserve Bitcoin in cold storage, limitando a un hard cap del 20% circa la porzione allocata a strategie di yield generation tramite derivati. Kolling ha confermato che l'azienda ha testato queste strategie con importi ridotti prima di scalare il deployment di capitale, un approccio prudenziale che riflette la maggiore sensibilità al rischio tipica degli investitori latino-americani rispetto alla cultura "move fast and break things" della Silicon Valley.
Le prospettive future includono l'espansione verso altre strategie generatrici di rendimento, come operazioni su Lightning Network o emissione di debito collateralizzato da Bitcoin, opzioni che potrebbero diventare praticabili man mano che l'infrastruttura crypto brasiliana matura. Il Brasile, già uno dei mercati con maggiore penetrazione crypto in America Latina, sta sviluppando rapidamente sia l'adozione retail che quella istituzionale, pur in un quadro regolamentare ancora in evoluzione e distante dalla chiarezza normativa europea del MiCA.
Il caso Méliuz evidenzia una narrativa spesso trascurata nel dibattito sulle corporate Bitcoin treasuries: per molte aziende nei mercati emergenti, Bitcoin non rappresenta una scommessa rialzista sul futuro del denaro digitale, ma una soluzione pragmatica di capital preservation di fronte all'alternativa di vedere la tesoreria erosa da inflazione e fiscalità sui rendimenti obbligazionari domestici. Con una base utenti di oltre 30 milioni di persone già familiari con servizi finanziari digitali, Méliuz si posiziona inoltre come potenziale ponte tra finanza tradizionale e adozione crypto mainstream nel più grande mercato dell'America Latina.
Resta da vedere se questo modello di treasury Bitcoin adattato ai contesti di alti tassi d'interesse si diffonderà tra altre public company brasiliane e latino-americane. L'approvazione con il 66% di partecipazione assembleare suggerisce che, almeno in questo caso, gli investitori hanno compreso che l'alternativa tradizionale – continuare ad accumulare bond governativi a rendimento reale negativo – rappresentava un rischio di diluizione del valore ben superiore alla volatilità intrinseca di Bitcoin.