Il mondo crypto si trova nuovamente sotto i riflettori critici di Michael Burry, l'investitore leggendario divenuto celebre per la sua scommessa vincente contro il mercato immobiliare prima della crisi del 2008. In un podcast condotto da Michael Lewis, autore del libro "The Big Short" che ha raccontato proprio quella storica operazione, Burry ha definito Bitcoin (BTC) come "il bulbo di tulipano dei nostri tempi", paragonando l'asset digitale alla famosa bolla speculativa olandese del XVII secolo. Le sue dichiarazioni arrivano in un momento delicato per il mercato, con BTC che dopo aver toccato un record storico oltre i 120.000 dollari lo scorso ottobre, ha subito una correzione superiore al 30%, attestandosi attualmente intorno agli 88.700 dollari.
L'attacco frontale di Burry non si limita a questioni di valutazione: "Bitcoin a 100.000 dollari è la cosa più ridicola", ha affermato senza mezzi termini, sottolineando come secondo la sua analisi la criptovaluta "non vale nulla". Ma l'aspetto più controverso della sua critica riguarda l'utilizzo dell'asset: "È peggio di un bulbo di tulipano, perché questo ha permesso a tante attività criminali di operare in profondità", ha dichiarato al podcaster Lewis, evidenziando preoccupazioni legate all'uso di BTC in contesti illeciti.
Queste dichiarazioni rappresentano un'escalation rispetto alle posizioni già scettiche espresse dall'investitore in passato. Nel 2021, Burry aveva già avvertito che sebbene riconoscesse le ragioni dell'esistenza di Bitcoin come "rilevanti", la criptovaluta rappresentava una "bolla speculativa" che presentava più rischi che opportunità. All'epoca aveva lanciato un monito agli investitori retail: "Se non sai quanta leva finanziaria è coinvolta nella corsa al rialzo, potresti non saperne abbastanza per possederlo".
Il ritorno sulla scena pubblica di Burry dopo due anni di silenzio non si è limitato alle critiche verso l'ecosistema crypto. Il gestore, che aveva chiuso il suo hedge fund Scion Asset Management, ha recentemente rivelato posizioni short sostanziali contro giganti tecnologici come Nvidia (NVDA) e Palantir (PLTR), entrambi cavalieri dell'attuale boom dell'intelligenza artificiale. Ha inoltre definito Tesla (TSLA) "ridicolmente sopravvalutata" e ha intensificato gli avvertimenti su quella che considera una bolla AI, utilizzando sia la piattaforma X che il suo Substack di recente lancio.
La prospettiva bearish di Burry su Bitcoin contrasta nettamente con l'ottimismo di molti analisti istituzionali e con l'adozione crescente da parte di aziende quotate e fondi pensione. Il mercato crypto, tuttavia, ha già assorbito il colpo: nella mattinata di martedì BTC registrava un rialzo dell'1,5%, dimostrando una certa resilienza alle critiche anche da parte di figure di spicco della finanza tradizionale. La narrazione di Burry si inserisce nel dibattito più ampio sulla natura speculativa degli asset digitali, tema particolarmente rilevante in Europa dove il regolamento MiCA sta introducendo un framework normativo completo per il settore.
Per gli investitori crypto italiani ed europei, le parole di Burry rappresentano un ulteriore richiamo alla prudenza in un mercato caratterizzato da estrema volatilità. Il riferimento storico ai tulipani olandesi non è casuale: quella bolla speculativa del 1637 rimane nell'immaginario collettivo come simbolo di irrazionalità dei mercati, quando i bulbi raggiunsero prezzi equivalenti a diverse case prima del crollo improvviso. Resta da vedere se la visione pessimistica dell'investitore di "The Big Short" si rivelerà nuovamente profetica o se Bitcoin continuerà la sua traiettoria di adozione mainstream, sfidando gli scettici come ha fatto negli ultimi quindici anni.