Il mercato delle criptovalute sta attraversando una fase di forte consolidamento attorno ai due asset dominanti, con un trend che potrebbe ridefinire le dinamiche di investimento del settore. Kevin O'Leary, l'imprenditore e investitore canadese noto anche come "Mr Wonderful", ha lanciato un monito che sta facendo discutere la community crypto: gli altcoin hanno perso la loro capacità di recupero dopo le correzioni di mercato, mentre Bitcoin (BTC) ed Ethereum (ETH) continuano a catalizzare oltre il 97,5% dell'intero "alpha" del mercato. Una dichiarazione che arriva in un momento cruciale per il settore, mentre gli investitori istituzionali mostrano crescente selettività nelle loro allocazioni crypto.
La tesi di O'Leary si basa su un'osservazione empirica del comportamento dei prezzi durante le recenti fasi di volatilità. Secondo l'investitore, possedere Bitcoin ed Ethereum è sufficiente per catturare praticamente tutti i rendimenti rilevanti del mercato crypto, poiché gli altcoin non solo mostrano volumi di discesa molto più pronunciati, ma soprattutto non riescono più a rimbalzare come accadeva in passato. La ragione? "Non hanno un use case reale", ha affermato senza mezzi termini sul suo profilo X, sottolineando come questo ciclo di mercato sia radicalmente diverso dai precedenti.
I dati on-chain sembrano confermare parzialmente questa narrativa, anche se con alcune sfumature importanti. L'Altcoin Season Index di CoinMarketCap registrava un valore di 23 al momento delle dichiarazioni di O'Leary, classificando ufficialmente il periodo come "Bitcoin Season". Questo indicatore entra in territorio "Altcoin Season" solo quando almeno il 75% delle prime 100 criptovalute per capitalizzazione supera le performance di Bitcoin nei 90 giorni precedenti, soglia che attualmente appare lontana.
Tuttavia, un'analisi più approfondita delle metriche di dominanza rivela un quadro leggermente più complesso. La quota di mercato complessiva degli altcoin è cresciuta dal 28,2% al 29,5%, mentre la dominance di Bitcoin è scesa dal 59,2% al 58,9% e quella di Ethereum è calata dal 12,6% all'11,5%. Questi movimenti suggeriscono che, nonostante la retorica bearish sugli altcoin, alcuni capitali stanno effettivamente fluendo verso asset alternativi, anche se in modo selettivo e probabilmente concentrato su progetti con fondamentali solidi.
La posizione di O'Leary non è nuova: già a settembre aveva espresso concetti simili, consigliando ai suoi follower di evitare la caccia a "token irrilevanti" e di concentrarsi esclusivamente sui due asset blue-chip del settore. La sua argomentazione si fonda sull'idea che Bitcoin ed Ethereum offrano un'esposizione sufficiente alla volatilità e al rendimento potenziale dell'intero mercato crypto, senza i rischi aggiuntivi legati a progetti meno consolidati. Una strategia che riflette l'approccio conservativo tipico degli investitori istituzionali, sempre più influenti nel definire i flussi di capitale del settore.
Particolarmente interessante è l'osservazione che O'Leary ha condiviso ad agosto riguardo ai cambiamenti generazionali nelle abitudini di investimento. L'investitore ha notato come gli investitori della Generazione Z stiano acquistando Bitcoin ed Ethereum insieme ad azioni tradizionali, un comportamento radicalmente diverso rispetto a quando lui ha iniziato la sua carriera. Questo trend suggerisce che le criptovalute principali stanno diventando parte integrante di portafogli diversificati, al pari di asset class più tradizionali, un fenomeno che potrebbe accelerare con l'adozione degli ETF spot su Bitcoin ed Ethereum negli Stati Uniti e, prospetticamente, in Europa con l'implementazione del regolamento MiCA.
Al momento delle dichiarazioni di O'Leary, Bitcoin veniva scambiato a 86.961,70 dollari, in rialzo dello 0,94% nelle 24 ore precedenti, mentre Ethereum registrava un calo dello 0,50% a 2.804,71 dollari. Prezzi che, pur lontani dai massimi storici, mantengono entrambi gli asset in una posizione di relativa forza rispetto alla maggior parte del mercato altcoin, che ha visto molti token perdere il 70-90% dai picchi del 2021.
Le implicazioni di questa visione per il mercato crypto potrebbero essere profonde. Se la tesi di O'Leary si rivelasse corretta, assisteremmo a una progressiva concentrazione della liquidità sui progetti con utilità dimostrata e adozione significativa, mentre migliaia di token speculativi potrebbero affrontare una lenta ma inesorabile perdita di rilevanza. Per gli investitori retail italiani, questo scenario suggerisce particolare cautela nell'esposizione ad altcoin al di fuori dei primi 10-20 progetti per capitalizzazione, privilegiando invece un'allocazione core su Bitcoin ed Ethereum, eventualmente integrata con protocolli DeFi di primo livello o layer 2 con track record consolidati.