Il mercato delle criptovalute continua a mostrare segnali di debolezza con Bitcoin (BTC) che fatica a mantenere la soglia psicologica dei 90.000 dollari, mentre gli altcoin manifestano una volatilità estrema con performance settimanali che oscillano tra crolli a doppia cifra e rally superiori al 40%. La situazione tecnica appare incerta dopo il recente fallimento nel consolidare i guadagni post-rialzo dei tassi della Federal Reserve, con il sentiment del mercato che si mantiene cauto nonostante alcuni progetti di nicchia abbiano registrato impennate significative. La dominance di BTC si attesta vicino al 57%, segnalando una fase di risk-off per gli investitori retail che tradizionalmente preferiscono esposizioni ad asset alternativi nei momenti di euforia.
La settimana si era aperta con aspettative rialziste concentrate sulla riunione del Federal Open Market Committee, che mercoledì ha effettivamente tagliato i tassi di 25 punti base. Bitcoin aveva reagito inizialmente con un pump fino a 94.500 dollari, ma l'entusiasmo è durato poche ore. Il pattern tecnico emerso rivela quella che i trader definiscono una "bull trap" classica: dopo aver toccato il picco infrasettimanale, BTC ha subito una correzione violenta sotto 89.500 dollari prima di tentare un rimbalzo a 93.600 dollari giovedì pomeriggio.
Il supporto critico a 90.000 dollari è stato testato ripetutamente nel weekend, con sabato che ha visto una difesa temporanea da parte dei compratori che hanno spinto il prezzo a 90.500 dollari. Tuttavia, la pressione ribassista domenicale ha riportato la quotazione sotto questa soglia fondamentale, con la market cap di Bitcoin scesa sotto 1,8 trilioni di dollari secondo i dati di CoinGecko. L'incapacità di stabilizzare il prezzo sopra 90K rappresenta un segnale tecnico preoccupante per i bull, che ora devono fronteggiare la possibilità di un test dei minimi recenti.
Sul fronte altcoin, Ethereum (ETH) scambia attorno ai 3.100 dollari con un calo giornaliero dell'1%, ma mantiene un guadagno del 2% su base settimanale, dimostrando una tenuta relativa rispetto al resto del mercato. Ripple (XRP) si trova in una posizione particolarmente delicata, lottando per preservare il livello psicologico di 2 dollari che rappresenta un supporto tecnico cruciale per evitare ulteriori discese. Tra le cap elevate, TRON (TRX) registra una flessione del 3% settimanale, mentre Hedera (HBAR) subisce una correzione più marcata dell'8%.
Il quadro diventa decisamente più interessante analizzando le performance settimanali delle altcoin di fascia media e bassa. Monero (XMR) ha guadagnato il 9% sfruttando il rinnovato interesse per le privacy coin, mentre Zcash (ZEC) ha letteralmente esploso al rialzo con un rally del 25% nonostante un ritracciamento del 5% nella giornata di sabato. Mantle (MNT) si è apprezzato del 18% portandosi a 1,27 dollari, mentre Core (CC) ha registrato un +14%.
Il vincitore assoluto della settimana risulta essere M Protocol con un'impennata del 40%, confermando come i progetti di nicchia possano ancora generare rendimenti esplosivi in fasi di mercato laterale. Al contrario, Quant (QNT) e Kaspa (KAS) hanno subito perdite dell'11% ciascuno, evidenziando la rotazione settoriale in atto con capitali che abbandonano alcuni progetti infrastrutturali per spostarsi verso asset più speculativi o orientati alla privacy.
La situazione macroeconomica continua a influenzare pesantemente le dinamiche crypto: nonostante il taglio dei tassi della Fed, i mercati hanno interpretato le dichiarazioni della banca centrale come meno accomodanti del previsto per il 2025, innescando sell-off generalizzati. Gli investitori crypto ora guardano ai prossimi dati macroeconomici statunitensi per capire se il supporto a 90.000 dollari per Bitcoin reggerà o se assisteremo a un test della soglia degli 85.000 dollari, livello tecnico successivo su cui si concentrano gli ordini di acquisto secondo le heatmap degli exchange.