Il mercato crypto asiatico ha vissuto una sessione di forte volatilità con Bitcoin (BTC) che è precipitato sotto i 90.000 dollari durante le ore di trading di Hong Kong, trascinato al ribasso da un improvviso spike dei rendimenti obbligazionari giapponesi che ha raggiunto livelli mai visti dal 2008. L'ondata di sell-off ha colpito duramente le posizioni leverage nel settore delle criptovalute, con oltre 150 milioni di dollari in posizioni long su BTC liquidate in poche ore. Il movimento ha evidenziato ancora una volta quanto i mercati crypto rimangano profondamente esposti alle condizioni di liquidità del sistema finanziario tradizionale asiatico, con lo yen giapponese che si rafforza e innesca un pericoloso unwinding dei carry trade che hanno sostenuto gli asset rischiosi per tutto l'anno.
La scintilla che ha innescato il crollo è arrivata dai mercati obbligazionari nipponici, dove il rendimento dei titoli di stato a due anni ha brevemente toccato l'1,01%, il picco più alto in 17 anni. Questo movimento segna potenzialmente la fine dell'era dei tassi a zero della Bank of Japan (BOJ), con i trader che ora prezzano al 50% le probabilità di un rialzo dei tassi già nel meeting di dicembre, sette punti percentuali in più rispetto alla settimana scorsa. Il governatore della BOJ Kazuo Ueda ha alimentato queste aspettative dichiarando che il board valuterà l'appropriatezza di un aumento dei tassi durante la prossima riunione.
Le implicazioni per il mercato crypto sono state immediate e brutali. Bitcoin è crollato fino a 87.500 dollari, mentre Ethereum (ETH) ha seguito il trend ribassista scivolando verso i 2.850 dollari, con circa 140 milioni di dollari in posizioni long liquidate. Il meccanismo alla base del sell-off è chiaro: molti trader asiatici hanno utilizzato lo yen a basso costo per finanziare posizioni leverage su criptovalute, una strategia di carry trade che funziona finché i tassi giapponesi rimangono bassi e lo yen debole. Quando entrambe queste condizioni si invertono, come sta accadendo ora, l'unwinding forzato delle posizioni amplifica la volatilità.
La sensibilità dei mercati crypto alle condizioni di liquidità a breve termine in Asia rappresenta un fattore di rischio spesso sottovalutato dagli investitori occidentali. La regione asiatica ospita alcuni dei più grandi volumi di trading crypto al mondo, e le dinamiche valutarie dello yen hanno storicamente innescato episodi di volatilità estrema anche in precedenti cicli di mercato. I prediction market su Polymarket stanno già riflettendo questa incertezza, con le probabilità di un rialzo dei tassi BOJ a dicembre in rapido aumento.
Nel frattempo, altri mercati asiatici hanno risentito della tensione, con l'indice Nikkei 225 in calo dell'1,3% mentre i trader attendono i dati sulla manifattura cinese e prezzano all'87% le probabilità di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. Questa divergenza nelle politiche monetarie tra Stati Uniti e Giappone potrebbe creare ulteriori turbolenze nei flussi di capitale regionali, con implicazioni dirette per la liquidità nei mercati crypto.
Sul fronte istituzionale, emergono segnali contrastanti. Goldman Sachs riporta che quasi il 70% degli investitori istituzionali si aspetta un'ulteriore crescita dell'oro, con previsioni che superano i 5.000 dollari entro il 2026, suggerendo che la domanda di beni rifugio rimane elevata. Parallelamente, BlackRock ha dichiarato che gli ETF su Bitcoin sono diventati la sua principale fonte di entrate, un dato che sottolinea la crescente accettazione mainstream delle criptovalute nonostante la volatilità.
La settimana si prospetta cruciale per i trader crypto che dovranno monitorare attentamente due variabili chiave: i movimenti dello yen e la comunicazione della Bank of Japan. Qualsiasi ulteriore segnale di inasprimento monetario potrebbe innescare un altro round di volatilità attraverso i mercati regionali, con particolare impatto sulle posizioni leverage nel settore crypto. Gli analisti avvertono che l'attuale livello di supporto per Bitcoin si trova tra 85.000 e 87.000 dollari, e una rottura definitiva di questa soglia potrebbe accelerare il movimento ribassista.
Nel contesto normativo asiatico, l'exchange HashKey di Hong Kong continua a dominare il mercato locale con volumi di trading che hanno raggiunto 638,4 miliardi di dollari di Hong Kong nel 2024, raddoppiando rispetto all'anno precedente. Tuttavia, la strategia di commissioni ultra-basse ha portato a perdite nette superiori ai 151 milioni di dollari, evidenziando le sfide della monetizzazione nel settore degli exchange regolamentati. Questo modello di business solleva interrogativi sulla sostenibilità economica delle piattaforme compliant in vista dell'implementazione del regolamento MiCA in Europa.
Il settore DeFi ha vissuto un episodio controverso con Terminal Finance, exchange decentralizzato incubato da Ethena, che ha abbandonato il lancio dopo che la blockchain Converge non si è materializzata, un reminder dei rischi ancora presenti nell'ecosistema degli exchange decentralizzati. Sul fronte della sicurezza, GoPlus Security ha registrato numeri impressionanti con 717 milioni di chiamate API mensili medie nel 2025 per il suo Token Security API, e oltre 5 miliardi di dollari in volume spot per il token GPS dall'inizio dell'anno.
Le prossime 48 ore saranno decisive per capire se il sell-off attuale rappresenti una correzione temporanea o l'inizio di una fase ribassista più profonda innescata dal cambio di politica monetaria giapponese. Gli investitori dovrebbero prepararsi a maggiore volatilità e considerare attentamente l'esposizione al rischio delle proprie posizioni leverage, specialmente quelle esposte alle dinamiche valutarie asiatiche.