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Bitcoin sensibile alla liquidità: prossimo stop 94k

Tempo di lettura 4 min
Davide Greco
Di Davide Greco
Bitcoin sensibile alla liquidità: prossimo stop 94k

Il mercato crypto sta attraversando una fase di stress che non è solo tecnica, ma profondamente radicata nelle dinamiche di liquidità globale. Tom Lee, analista di Fundstrat noto per le sue previsioni sul Bitcoin (BTC), ha lanciato un avvertimento chiaro durante un'intervista a CNBC: la stretta sulla liquidità e l'aumento della percezione del rischio stanno mettendo sotto pressione non solo BTC, ma l'intero ecosistema delle criptovalute. La situazione richiama episodi di deleveraging sistemico del passato, con l'aggravante che gli effetti potrebbero protrarsi per settimane prima che la fiducia torni a consolidarsi nel settore.

Lee ha individuato nella sensibilità estrema di Bitcoin alle condizioni di liquidità il fattore chiave della recente volatilità. Il quadro macro è infatti tutt'altro che favorevole: dallo shutdown del governo statunitense alla posizione hawkish della Federal Reserve, passando per l'accumulo di liquidità nel Treasury General Account. Quest'ultimo elemento, in particolare, ha creato una "cascata di problemi" che ha drenato liquidità dai mercati finanziari, colpendo duramente gli asset digitali. L'analista ha sottolineato come queste pressioni sui finanziamenti rappresentino il principale driver della volatilità di BTC, aggiungendo però una nota costruttiva: quando queste tensioni si allenteranno, i venti contrari potranno trasformarsi rapidamente in opportunità.

Sul fronte dell'analisi tecnica, il quadro per Bitcoin appare compromesso nel breve termine. La principale criptovaluta ha perso la trendline ascendente che aveva sostenuto l'intero rally da maggio, violando al ribasso le medie mobili esponenziali a 20, 50 e 100 giorni. Queste EMA ora formano un cluster di resistenza compatto tra 108.700 e 111.700 dollari, un livello che i tori dovranno recuperare per invertire la tendenza. Il prezzo è attualmente scivolato nella zona di domanda critica tra 100.000 e 98.000 dollari, un'area che in passato ha innescato rimbalzi aggressivi da parte degli accumulatori.

Qualora questo supporto dovesse cedere, l'attenzione si sposterebbe immediatamente sulla prossima zona di accumulo ad alto volume situata tra 94.000 e 92.500 dollari, dove si erano concentrati acquisti significativi durante il rally estivo. La rottura della struttura tecnica evidenzia come il controllo del mercato sia ora saldamente nelle mani dei venditori, almeno fino a quando non emergeranno segnali di inversione confermati da volumi crescenti in acquisto.

"Non ci sono molti cadaveri che emergono in superficie. Non sembra sistemico, ma ci vorrà tempo perché la fiducia torni"

Il paragone storico tracciato da Lee è particolarmente significativo per comprendere la portata dell'evento attuale. L'analista ha paragonato questa fase di deleveraging agli episodi maggiori del 2020, durante lo shock COVID, e del 2022, con il collasso di FTX che innescò liquidazioni a catena nell'intero settore. Lee ha definito l'evento di deleveraging del 10 ottobre come "il più grande della storia", con effetti a cascata che continuano a farsi sentire settimane dopo. La buona notizia, secondo l'esperto, è che non si intravedono segnali di contagio sistemico, anche se il recupero della fiducia richiederà inevitabilmente tempo.

Un altro elemento chiave nell'analisi di Lee riguarda la correlazione tra crypto ed equity, in particolare con il Nasdaq 100, che ha registrato sei mesi consecutivi di rialzi. Secondo l'analista, sia le criptovalute che i titoli growth stanno sperimentando una fase di stanchezza dopo guadagni prolungati, con prese di profitto che si riversano su entrambi i mercati. Questa dinamica riflette il posizionamento di Bitcoin come asset di rischio nella percezione degli investitori istituzionali, piuttosto che come bene rifugio decorrelato.

Nonostante il contesto difficile, Lee mantiene una visione costruttiva sul lungo periodo. I dati storici, ha sottolineato, mostrano che i mercati che salgono per sei mesi consecutivi tendono a registrare un ulteriore guadagno medio del 3% nel mese successivo. "È effettivamente un segnale positivo essere saliti per sei mesi di fila", ha affermato, suggerendo che la correzione attuale potrebbe rappresentare una fase di consolidamento salutare piuttosto che l'inizio di un bear market prolungato.

Per gli investitori crypto, il messaggio è chiaro: la volatilità attuale non è necessariamente sinonimo di crollo strutturale, ma richiede pazienza e gestione del rischio. Le prossime settimane saranno decisive per capire se la zona di supporto tra 98.000 e 100.000 dollari reggerà e se la liquidità tornerà a fluire verso gli asset digitali. Nel frattempo, il mercato resta in modalità risk-off, con i trader che attendono segnali più chiari sia dal fronte macro che da quello tecnico prima di riprendere posizioni aggressive al rialzo.

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