Il Bitcoin si trova in una fase critica, con il prezzo che oscilla pericolosamente vicino a una zona di supporto fondamentale compresa tra 107.000 e 110.000 dollari. Gli analisti tecnici avvertono che questa fascia di prezzo potrebbe rappresentare un punto di svolta decisivo per la criptovaluta più importante al mondo, con scenari potenziali che vanno da un rimbalzo verso nuovi record a un crollo che potrebbe spingere le quotazioni verso livelli significativamente più bassi.
La recente volatilità ha messo a dura prova i nervi degli investitori. Dopo il brusco calo di venerdì scorso, quando il Bitcoin era scivolato fino a circa 105.000 dollari su diverse piattaforme di scambio, il tentativo di recupero si è rivelato timido e di breve durata. La risalita fino a 116.000 dollari è stata seguita da un nuovo ripiegamento, confermando le preoccupazioni espresse dagli indicatori di momentum che mostrano segnali ribassisti.
La zona compresa tra 107.000 e 110.000 dollari non è un livello casuale. Si tratta di un'area in cui convergono i massimi intraday registrati tra dicembre e gennaio e i minimi intraday di settembre. Questa sovrapposizione di livelli tecnici storici segnala che sia i rialzisti che i ribassisti hanno combattuto strenuamente in questo territorio senza riuscire ad affermare un dominio duraturo. A rafforzare l'importanza di questa soglia c'è anche la media mobile semplice a 200 giorni, posizionata attualmente intorno a 107.500 dollari.
Ma cosa accadrebbe se questa barriera di supporto cedesse definitivamente? Secondo l'analisi tecnica condotta da Omkar Godbole, Chartered Market Technician di CoinDesk, una rottura al ribasso indicherebbe che i venditori hanno preso il sopravvento, aprendo la strada a una discesa più profonda. In questo scenario, il primo obiettivo dei ribassisti sarebbe 98.330 dollari, corrispondente al minimo raggiunto il 22 giugno scorso.
Le prospettive potrebbero farsi ancora più cupe se anche questo livello venisse violato. L'attenzione si sposterebbe allora verso la parte inferiore del canale ascendente in cui il Bitcoin si muove dal 2023, attualmente collocata intorno agli 82.000 dollari. Un calo di questa portata rappresenterebbe un tracollo di quasi il 26% rispetto ai livelli attuali, cancellando mesi di guadagni accumulati.
L'analisi dei grafici giornalieri rivela segnali preoccupanti che non possono essere ignorati. Il movimento dei prezzi all'interno di un canale rialzista ben definito, tracciato collegando i minimi crescenti di ottobre 2023 e agosto 2024 con una linea di tendenza parallela attraverso il massimo di marzo 2024, suggerisce condizioni di ipercomprato e margine per una correzione più pronunciata. Il canale presenta un'inclinazione di circa 45 gradi, indicativa di una crescita sostenibile e relativamente ordinata.
Nelle ultime settimane, tuttavia, il prezzo del Bitcoin ha ripetutamente toccato e superato il limite superiore di questo canale, un comportamento che storicamente segnala momenti di euforia eccessiva o condizioni di mercato surriscaldate. Questi breakout si sono rivelati effimeri, con le quotazioni che sono rapidamente rientrate nel canale, suggerendo un esaurimento della spinta acquirente. Uno schema simile si era già verificato tra dicembre e gennaio, quando i ripetuti fallimenti nel mantenere i prezzi sopra il limite superiore del canale avevano preannunciato una brusca discesa fino a circa 75.000 dollari.
Nonostante questi segnali allarmanti, non tutto è perduto per i sostenitori del Bitcoin. Un rimbalzo deciso dalla zona di supporto critica tra 107.000 e 110.000 dollari, accompagnato da una rapida invalidazione della sequenza di massimi decrescenti attraverso un movimento sopra 116.000 dollari, potrebbe rilanciare la criptovaluta verso la sfida dei suoi massimi storici. Gli operatori del mercato stanno quindi osservando con attenzione questa fascia di prezzo, consapevoli che l'esito di questa battaglia tecnica potrebbe determinare la direzione delle quotazioni per le settimane a venire.
Parallelamente a questa incertezza tecnica, il contesto di mercato più ampio mostra dinamiche interessanti. La correlazione tra Bitcoin e oro ha raggiunto un massimo pluriennale di 0,9, rafforzando la narrativa del "oro digitale" mentre entrambi gli asset si muovono all'unisono durante le turbolenze geopolitiche. Questa convergenza si sta manifestando mentre i mercati globali reagiscono nervosamente alle misure commerciali della Cina contro gli Stati Uniti, suggerendo che il Bitcoin sta sempre più assumendo un ruolo di bene rifugio accanto alle attività tradizionali.
Un elemento che merita attenzione riguarda anche i volumi di scambio. Settembre ha visto un calo del 17,5% nei volumi combinati di trading spot e derivati, che sono scesi a 8,12 trilioni di dollari, segnando il primo declino dopo tre mesi di crescita consecutiva. Curiosamente, questo rappresenta il quarto anno consecutivo in cui settembre registra una riduzione dell'attività di trading, confermando un andamento stagionale ricorrente. Tuttavia, l'open interest totale è aumentato del 3,2% raggiungendo i 204 miliardi di dollari, con un picco record di 230 miliardi durante il mese, indicando che nonostante la riduzione dei volumi, l'interesse posizionale rimane elevato.