La crescente complessità del panorama crypto sta trasformando le dinamiche tra sviluppatori e fornitori di servizi di sicurezza. In un'evoluzione significativa nell'ecosistema delle soluzioni di custodia, Blast, rete Layer-2 creata dal fondatore di Blur con il sostegno di Paradigm, ha annunciato la cessazione del suo accordo con Safe, noto provider di portafogli multisig. Questa decisione segna un punto di svolta nella strategia di Blast, che punta ora all'integrazione diretta delle funzionalità multisig nella propria piattaforma mobile, abbandonando le soluzioni di terze parti.
Una scelta strategica verso l'autonomia tecnologica
Il team di Blast ha comunicato attraverso il proprio account X che non rinnoverà il contratto di servizio con Safe, citando preoccupazioni legate sia ai rischi derivanti da dipendenze da terze parti sia a questioni di usabilità. Gli utenti che finora hanno gestito i propri portafogli multisig attraverso l'interfaccia di Safe si trovano ora di fronte a due alternative: utilizzare il front-end ospitato da BrahmaFi oppure procedere con l'auto-hosting della propria interfaccia per "ridurre i rischi della catena di approvvigionamento".
"È per questo motivo che stiamo sviluppando funzionalità multisig direttamente all'interno di Blast Mobile: per offrire un accesso sicuro al portafoglio all'intera comunità Blast", ha spiegato il team nel comunicato. Una mossa che riflette la tendenza crescente verso soluzioni proprietarie integrate che riducono le dipendenze esterne.
Le difficoltà di Safe e il contesto della decisione
L'abbandono di Safe da parte di Blast arriva in un momento particolarmente delicato per l'azienda di custodia, precedentemente nota come Gnosis Safe. A metà aprile, il co-fondatore Lukas Schor aveva annunciato una importante ristrutturazione aziendale che ha comportato il licenziamento di 14 dipendenti. La ragione ufficiale? Una complessità interna che, secondo Schor, "aveva iniziato a influire sulla nostra capacità di muoverci alla velocità che ci aspettiamo da noi stessi".
Questa riorganizzazione è avvenuta poco dopo un episodio critico che ha scosso la fiducia nel settore: un furto di 1,43 miliardi di dollari ai danni dell'exchange Bybit, successivamente collegato a un ambiente di sviluppo Safe compromesso. Gli investigatori ritengono che l'attacco sia stato orchestrato dal gruppo TraderTraitor, legato alla Corea del Nord, che avrebbe utilizzato un falso simulatore di borsa per installare malware e rubare token di sessione dal computer di uno sviluppatore.
Il futuro dell'auto-custodia nell'ecosistema crypto
La decisione di Blast rappresenta un indicatore significativo della direzione che stanno prendendo i progetti blockchain di nuova generazione. Mentre le soluzioni di custodia di terze parti come Safe hanno rappresentato per anni lo standard del settore, sempre più progetti stanno valutando l'internalizzazione di questi servizi critici, integrando direttamente nelle proprie applicazioni funzionalità precedentemente delegate a specialisti esterni.
Per gli utenti italiani del mondo crypto, abituati a interfacce spesso complesse e poco intuitive, questa tendenza potrebbe rappresentare un miglioramento significativo in termini di esperienza utente. Nel contesto europeo, dove le normative MiCA stanno definendo nuovi standard per i fornitori di servizi crypto, l'integrazione diretta di soluzioni di sicurezza potrebbe anche facilitare la conformità normativa per progetti come Blast.
L'abbandono dell'interfaccia Safe da parte di Blast segna quindi non solo un cambiamento operativo per un singolo progetto, ma potrebbe rappresentare l'inizio di una nuova era in cui l'auto-sovranità digitale viene reinterpretata attraverso soluzioni più integrate e meno frammentate.