Il mercato delle criptovalute ha dimostrato una resilienza sorprendente dopo uno dei crolli più drammatici dell'anno, risollevandosi in appena 48 ore da quello che sembrava un tracollo senza precedenti. La tempesta era stata scatenata dall'annuncio del presidente Trump di imporre dazi al 100% sulle importazioni cinesi, un provvedimento che aveva innescato un'ondata di panico venerdì scorso con la liquidazione forzata di posizioni per quasi 19 miliardi di dollari, cifra record nella storia del settore crypto. Tuttavia, quando Washington e Pechino hanno iniziato a moderare i toni della guerra commerciale, la fiducia degli investitori è tornata rapidamente a rifluire verso gli asset digitali.
La ripresa è stata guidata da alcuni dei token più sensibili al sentiment di mercato. Cardano e Dogecoin hanno registrato balzi del 10% nelle 24 ore successive al minimo, segnalando che gli investitori retail e istituzionali hanno colto l'occasione per comprare ai prezzi scontati. Bitcoin ha guadagnato il 2,7% tornando intorno ai 114.600 dollari, mentre Ethereum ha fatto ancora meglio con un rialzo dell'8,3% che l'ha portato a 4.135 dollari. Ma sono state le cosiddette altcoin a rubare la scena: BNB è schizzato del 14%, mentre XRP e Solana hanno messo a segno rialzi superiori al 7%, dimostrando che il capitale stava ruotando velocemente verso i token ad alta volatilità.
Secondo Justin d'Anethan, responsabile partnership presso Arctic Digital, il mercato ha attraversato un "massiccio reset emotivo". La volatilità, ha spiegato, colpisce in entrambe le direzioni: i trader sono stati puniti durante il crollo ma anche durante il rimbalzo improvviso. Nonostante ciò, la struttura di fondo resta solida: gli afflussi verso gli ETF continuano a essere robusti, i saldi sugli exchange sono ai minimi ciclici e la narrativa generale esce paradossalmente rafforzata dopo questa pulizia.
Il vero punto di svolta è arrivato quando il Ministero del Commercio cinese ha chiarito che le nuove restrizioni sull'esportazione di terre rare non equivalevano a un divieto totale. Questo ha dissolto i timori di un conflitto commerciale prolungato tra le due superpotenze e ha riacceso l'appetito per il rischio a livello globale. Anche Trump ha contribuito ad alleggerire il clima dichiarando che "gli Stati Uniti vogliono aiutare la Cina, non danneggiarla", un messaggio interpretato dai mercati come un segnale distensivo. Di conseguenza, sia le azioni che le criptovalute hanno iniziato a recuperare terreno simultaneamente.
L'entità delle liquidazioni forzate potrebbe aver paradossalmente aperto la strada a una fase rialzista più stabile. Oltre 6.300 portafogli sono stati liquidati sull'exchange decentralizzato Hyperliquid, con alcuni trader che hanno perso milioni a causa dei meccanismi automatici di riduzione della leva finanziaria. Questo ha innescato una cascata di vendite forzate che ha trasformato quella che poteva essere una correzione ordinaria in un vero e proprio reset strutturale. Nonostante l'impatto devastante, il meccanismo ha evitato perdite sistemiche e, una volta tornata la liquidità sugli exchange, i tassi di finanziamento si sono normalizzati e l'open interest ha ripreso a crescere.
Jeff Mei, direttore operativo di BTSE, ha sottolineato che con la disputa tra Stati Uniti e Cina che mostra segnali di raffreddamento, gli asset rischiosi stanno recuperando in parallelo. Se le tensioni non degenerassero in una guerra commerciale su vasta scala, le criptovalute potrebbero tornare a puntare verso i massimi storici. Questa prospettiva alimenta l'ottimismo tra gli operatori che vedono nella recente turbolenza non un collasso ma piuttosto un evento purificatore.
La volatilità della settimana scorsa ha cancellato la leva finanziaria eccessiva accumulata sugli exchange, ma ha lasciato intatta la fiducia di lungo periodo. Gli afflussi istituzionali tramite fondi quotati rimangono sostenuti, mentre le riserve sugli exchange si mantengono vicino ai minimi pluriennali, segno che l'accumulo prosegue. I dati di mercato mostrano inoltre che nuovi capitali stanno rientrando, guidati da investitori di grandi dimensioni e fondi che si riposizionano in vista del prossimo rally.
Se i tassi d'interesse globali dovessero iniziare a scendere, gli analisti si aspettano che token generatori di rendimento come Ether possano sovraperformare il resto del settore. La narrativa complessiva, rafforzata proprio dalla pulizia operata dal crollo, suggerisce che la convinzione nel ciclo crypto sia più forte di qualsiasi singolo episodio di volatilità. Quello che poteva sembrare un disastro si sta rivelando, almeno finora, un'opportunità di ricalibrare il mercato eliminando speculazioni eccessive e ripristinando equilibri più sani.