L'industria delle criptovalute si trova nuovamente al centro di una battaglia legale che mette in discussione i confini tra autorità statali e federali negli Stati Uniti. La controversia ha preso una piega particolarmente aspra quando Coinbase, una delle più importanti piattaforme di trading digitale americane, ha accusato l'Oregon di condurre una vera e propria "conquista normativa" attraverso un'azione legale che considera inappropriata e politicamente motivata. Il caso rappresenta un test cruciale per stabilire chi abbia realmente l'autorità di regolare il settore crypto in un momento in cui il panorama normativo federale sta rapidamente evolvendosi.
La strategia legale di Coinbase contro l'Oregon
Lunedì sera, attraverso un deposito presso un tribunale federale, Coinbase ha chiesto che la giurisdizione del caso intentato dall'Oregon venga trasferita a livello federale. L'exchange ha contestato duramente l'iniziativa del procuratore generale dell'Oregon Dan Rayfield, che ad aprile aveva accusato la piattaforma di vendere titoli non registrati. Secondo Coinbase, questa mossa rappresenta un'interferenza indebita con gli sforzi bipartisan federali per chiarire la regolamentazione degli asset digitali.
Ryan VanGrack, vicepresidente legale di Coinbase, ha sottolineato come l'Oregon stia essenzialmente cercando di "far rivivere il caso SEC, che era stato archiviato con pregiudizio". La Securities and Exchange Commission aveva infatti abbandonato la sua azione contro Coinbase a febbraio, settimane dopo l'insediamento del presidente Donald Trump, verso il cui comitato inaugurale l'exchange aveva donato un milione di dollari.
Questioni di competenza e autorità
Oltre alle obiezioni di merito, Coinbase ha sollevato dubbi sulla stessa autorità del procuratore generale dell'Oregon di intentare il caso. Nel documento legale, l'azienda ha evidenziato come "le transazioni di titoli basate in Oregon sono generalmente regolate dalla Divisione di Regolamentazione Finanziaria, non dal Procuratore Generale". La critica si fa ancora più pungente quando l'exchange accusa il funzionario di cercare di "estendere la sua limitata autorità di applicazione oltre il punto di rottura per installarsi come commissario delle crypto per l'Oregon e oltre".
Questa battaglia legale non si limita a questioni tecniche di giurisdizione, ma tocca il cuore del dibattito su come dovrebbero essere regolate le criptovalute negli Stati Uniti. L'approccio frammentario a livello statale rischia di creare quello che Coinbase definisce un "panorama normativo a mosaico" che confligge direttamente con gli sforzi federali bipartisan.
Il panorama politico oltre le divisioni tradizionali
VanGrack ha respinto esplicitamente l'idea che la controversia dell'Oregon sia semplicemente una questione di divisione partitica. Piuttosto che inquadrarla come un conflitto "stato rosso contro stato blu", ha enfatizzato un approccio più sfumato, evidenziando come stati di varie tendenze politiche abbiano abbandonato o non perseguito azioni simili. Ha citato il Vermont, tradizionalmente democratico, così come il Kentucky e l'Illinois, tutti stati che hanno archiviato contenziosi legati alle crypto.
Secondo il dirigente di Coinbase, l'azione dell'Oregon rappresenta un'anomalia guidata non necessariamente dalla politica partitica, ma dalle specifiche motivazioni del suo procuratore generale. "Le motivazioni per questa causa sono trasparenti", ha concluso VanGrack. "Non riguarda la legge, e non riguarda il desiderio di aiutare gli abitanti dell'Oregon. Riguarda la politica. È uno sforzo per conquistare i titoli dei giornali a spese dell'Oregon".
Una battaglia che non si ferma
Nonostante le pressioni legali, Coinbase ha dichiarato chiaramente di non avere intenzione di ritirarsi volontariamente dal mercato dell'Oregon. "Non ci stiamo ritirando dallo stato a meno che non siamo obbligati a farlo", ha affermato VanGrack. "Combatteremo, perché quello che l'Oregon ha fatto è sbagliato". Questa posizione combattiva riflette la determinazione dell'industria crypto a resistere a quella che considera una regolamentazione eccessiva e frammentata.
Il caso dell'Oregon potrebbe stabilire un precedente importante per il futuro della regolamentazione delle criptovalute negli Stati Uniti, determinando se singoli stati possano imporre le proprie interpretazioni normative su piattaforme che operano a livello nazionale, o se tali questioni debbano rimanere sotto la supervisione federale per garantire uniformità e chiarezza nel settore.