Il governo sudcoreano sta rivoluzionando il proprio approccio al settore delle criptovalute, aprendo le porte a una serie di benefici fiscali e agevolazioni per le aziende che operano nel mondo degli asset digitali. La mossa più significativa riguarda la possibilità per le società crypto di registrarsi come venture company, una classificazione che fino a oggi era loro preclusa e che garantisce accesso a sussidi governativi, riduzioni fiscali e supporto finanziario statale. Questo cambiamento di rotta rappresenta un segnale chiaro della volontà di Seoul di posizionarsi come hub globale per l'innovazione blockchain.
Dal divieto agli incentivi: la svolta normativa
Il 9 luglio, il Ministero delle Piccole e Medie Imprese e delle Startup ha pubblicato una proposta di modifica della "Legge Speciale per la Promozione delle Imprese Venture". L'emendamento eliminerebbe le restrizioni che impediscono alle aziende di asset digitali di ottenere la certificazione come imprese venture. Attualmente, queste società sono collocate nella stessa categoria delle attività di gioco d'azzardo, considerate incompatibili con lo status di venture company.
La certificazione come impresa venture in Corea del Sud è tradizionalmente riservata a piccole e medie imprese innovative o startup che dimostrano particolare potenziale tecnologico o ricevono investimenti significativi. Le aziende certificate godono di vantaggi sostanziali, tra cui agevolazioni fiscali e accesso privilegiato a finanziamenti governativi.
Il caso Dunamu: quando la crypto costa caro
La rilevanza di questo cambiamento emerge chiaramente analizzando il caso di Dunamu, società madre dell'exchange Upbit. Nel 2018, l'azienda ha dovuto affrontare un salasso fiscale di 18 milioni di dollari dopo che il governo le revocò la certificazione venture, costringendola a restituire i sussidi governativi ricevuti. La battaglia legale intentata dall'azienda per contestare la decisione si concluse con un insuccesso, evidenziando quanto fosse penalizzante per le crypto-company l'esclusione dal sistema di incentivi.
Lee Jae-myung e la rivoluzione crypto
Questa apertura si inserisce in un più ampio programma di riforme pro-crypto avviato dal nuovo presidente Lee Jae-myung, insediatosi il mese scorso. L'amministrazione Lee ha già annunciato piani ambiziosi che includono il supporto per criptovalute ancorate al won sudcoreano e la possibilità per il fondo pensione nazionale di investire fino a 884 miliardi di dollari in criptovalute. Si tratta di cifre che dimostrano come Seoul stia puntando in grande sul settore degli asset digitali.
Parallelamente, il governo sta lavorando per eliminare il divieto sui fondi negoziati in borsa (ETF) sostenuti da criptovalute. L'obiettivo è permettere la negoziazione di ETF spot su Bitcoin già nella seconda metà di quest'anno, allineando la Corea del Sud ai mercati più avanzati in questo settore.
Verso una regolamentazione completa
Il Partito Democratico sudcoreano, che ha portato Lee alla presidenza, sta attualmente spingendo i regolatori ad approvare una bozza di lavoro per il primo disegno di legge sulle stablecoin del paese. La proposta, denominata "Legge Fondamentale sugli Asset Digitali", rappresenterebbe un ulteriore tassello nella costruzione di un quadro normativo completo per il settore crypto.
Come sottolineato dal ministero nella sua comunicazione ufficiale, l'emendamento "porterà all'attivazione e all'espansione dell'ecosistema venture e promuoverà lo sviluppo dell'industria degli asset virtuali". Una dichiarazione che testimonia come la Corea del Sud stia abbandonando definitivamente l'approccio restrittivo del passato per abbracciare una visione innovation-friendly del settore delle criptovalute.