La Malesia ha dato vita a una task force speciale che combina tecnologia aerea e operazioni terrestri per contrastare il mining illegale di Bitcoin (BTC), un fenomeno che sta mettendo a rischio la stabilità della rete elettrica nazionale. Secondo quanto riportato da Bloomberg, le autorità hanno individuato quasi 14.000 mining rig illegali che operano nel paese del Sud-Est asiatico. Il dato più allarmante emerge dal rapporto della compagnia elettrica statale Tenaga Nasional (TNB): dal 2020 a oggi, questi miner clandestini hanno sottratto elettricità dalla rete nazionale per un valore complessivo di 1,1 miliardi di dollari.
L'operazione di contrasto si avvale di tecnologie all'avanguardia: droni equipaggiati per rilevare le firme termiche sorvolano edifici sospetti, mentre squadre di polizia a terra utilizzano sensori specializzati per individuare consumi elettrici anomali. Spesso sono gli stessi cittadini a segnalare la presenza di mining farm illegali, lamentando rumori strani provenienti da edifici vicini, che si rivelano essere il ronzio caratteristico delle ventole che raffreddano i dispositivi ASIC utilizzati per il mining di Bitcoin.
L'entità del furto energetico assume dimensioni impressionanti se contestualizzata: secondo i calcoli basati sui dati del Dipartimento dell'Agricoltura statunitense, quella somma sarebbe sufficiente a coprire i bisogni alimentari di base di oltre 567.000 persone per un anno intero in Malesia. In alternativa, potrebbe fornire elettricità per dodici mesi a circa 373.000 abitazioni di dimensioni medie nel paese asiatico, secondo le stime della University Utara Malaysia.
Akmal Nasrullah Mohd Nasir, vice ministro per la transizione energetica e la trasformazione idrica, che presiede il comitato d'azione, ha sottolineato come il problema abbia superato la dimensione puramente economica. "Il rischio di permettere a queste attività di continuare non riguarda più solo il furto", ha dichiarato il funzionario governativo. "Possono danneggiare le nostre infrastrutture, diventando una minaccia per l'intero sistema". Le preoccupazioni delle autorità si concentrano sull'integrità della rete elettrica nazionale, che rischia blackout e malfunzionamenti a causa dei picchi di consumo non autorizzati.
Non si tratta della prima stretta contro il mining illegale nel paese. Lo scorso maggio, le autorità malesi avevano già annunciato una campagna repressiva dopo aver registrato un aumento del 300% dei furti di elettricità tra il 2018 e la fine del 2024. Quella precedente operazione aveva portato alla chiusura di circa 2.400 operazioni illegali di mining Bitcoin, ma evidentemente il fenomeno è ben lungi dall'essere debellato.
La situazione malese riflette un dilemma più ampio che coinvolge molti paesi emergenti: da un lato, l'attrattività economica del mining di criptovalute per individui e gruppi organizzati; dall'altro, l'impatto devastante sul sistema energetico nazionale quando queste operazioni avvengono in modo illegale. A differenza delle mining farm legali, che negoziano contratti con i fornitori di energia e contribuiscono al sistema fiscale, i miner clandestini rappresentano un peso morto per le infrastrutture, operando spesso in condizioni di sicurezza precarie che aumentano il rischio di incendi e altri incidenti.
La task force governativa rappresenta un approccio più sofisticato rispetto alle semplici blitz della polizia. L'utilizzo di droni con rilevamento termico permette di identificare i consumi anomali anche in edifici apparentemente innocui, mentre i sensori portatili consentono di verificare i sospetti sul campo. Questo metodo tecnologico potrebbe diventare un modello per altri paesi che affrontano problematiche simili, dall'Iran alla Cina, dove il mining illegale continua a prosperare nonostante i divieti ufficiali.
TNB, la compagnia elettrica statale coinvolta nel contrasto al fenomeno, non ha risposto immediatamente alle richieste di commento. Resta da vedere se questa nuova offensiva riuscirà a scoraggiare definitivamente i miner illegali o se, come spesso accade nel settore crypto, questi si sposteranno semplicemente verso location più remote o metodi ancora più sofisticati per mascherare la loro presenza. Con Bitcoin che continua a mantenere valori superiori ai 90.000 dollari, l'incentivo economico per chi opera nell'illegalità rimane considerevole, alimentando un gioco del gatto col topo destinato a durare.