Il modello di business di Strategy Inc. (NASDAQ:MSTR), il più grande accumulatore corporate di Bitcoin al mondo, finisce sotto il fuoco incrociato degli analisti tradizionali mentre il mercato crypto attraversa una fase di consolidamento. La società guidata da Michael Saylor detiene attualmente oltre 650.000 BTC acquistati a un prezzo medio di 74.433 dollari, ma la recente volatilità del mercato sta mettendo alla prova la sostenibilità della sua strategia ricorsiva di leverage, basata sull'emissione continua di equity e debito per accumulare ulteriore esposizione a Bitcoin. La questione non è più se questa strategia possa funzionare durante un bull market, ma se sia abbastanza resiliente per sopravvivere a un bear market prolungato.
Ross Gerber, CEO di Gerber Kawasaki Wealth and Investment Management e veterano degli investimenti, ha lanciato l'allarme tramite X sostenendo che per Strategy si tratta ora di pura sopravvivenza. Il gestore ha definito il leverage applicato a un asset ad alto rischio come Bitcoin una "strategia che può portare al disastro", sollevando dubbi sulla capacità della società di reggere sotto pressione. Le preoccupazioni di Gerber rispecchiano quelle dell'economista Peter Schiff, da sempre critico verso Bitcoin, che ha accusato Strategy di gestire un modello insostenibile costretto a vendere azioni per coprire obbligazioni su interessi e dividendi.
Il timing di queste critiche non è casuale: arrivano all'indomani dell'annuncio da parte di Strategy di una riserva da 1,44 miliardi di dollari destinata a finanziare dividendi e pagamenti di interessi senza dover liquidare Bitcoin durante i periodi di correzione del mercato. Questo buffer di liquidità rappresenta un'ammissione implicita dei rischi connessi alla strategia altamente leveraged dell'azienda, che negli ultimi trimestri ha raccolto miliardi attraverso emissioni convertibili e accelerated share offerings per continuare ad accumulare BTC.
I numeri parlano chiaro: con Bitcoin che quota attualmente intorno ai 96.000 dollari e un average cost di 74.433 dollari per Strategy, un ulteriore calo del 14% porterebbe l'intera posizione della società in unrealized loss. Questa prospettiva ha già pesantemente impattato il titolo MSTR, considerato dal mercato come un proxy leveraged di Bitcoin con un beta amplificato rispetto al sottostante. Quando BTC sale, MSTR tende a sovraperformare; quando scende, l'effetto leva gioca nella direzione opposta.
Michael Saylor ha tentato di rassicurare il mercato dichiarando che la società può generare liquidità per i dividendi vendendo una piccola porzione delle sue holdings o utilizzando derivati su Bitcoin. Il chairman di Strategy ha inoltre affermato che l'azienda è "ingegnerizzata" per sopportare drawdown dell'80-90% e continuare a operare, descrivendo la sua struttura di capitale come "estremamente robusta". Questa affermazione richiama scenari da bear market estremi come quello del 2022, quando Bitcoin perse oltre il 75% dal suo all-time high.
Dal punto di vista della gestione del rischio, la strategia di Strategy rappresenta un case study controverso nel panorama crypto. Da un lato, ha dimostrato la capacità di accumulare una posizione dominante in Bitcoin utilizzando strumenti del mercato dei capitali tradizionale, creando di fatto un veicolo di investimento regolamentato per l'esposizione a BTC. Dall'altro, il modello ricorsivo che alimenta questa crescita richiede condizioni di mercato favorevoli: un prolungato bear market potrebbe innescare una spirale in cui il calo del prezzo del Bitcoin erode il valore del collaterale, rendendo più costosa e difficile l'emissione di nuovo debito.
Per gli investitori italiani ed europei, abituati a un approccio più conservativo e attenti alle implicazioni del regolamento MiCA sulla trasparenza e la gestione del rischio, il modello Strategy solleva interrogativi legittimi sulla distinzione tra investimento strategico e speculazione leveraged. La questione centrale rimane: in un settore già caratterizzato da alta volatilità, l'aggiunta di ulteriore leverage attraverso strutture corporate complesse rappresenta innovazione finanziaria o amplificazione del rischio sistemico? La risposta probabilmente emergerà nei prossimi trimestri, quando il mercato testerà davvero la resilienza di questo approccio.