Il mercato crypto è tornato a scrutare con attenzione i portafogli di Mt. Gox dopo che la mattina di martedì sono stati movimentati circa 1 miliardo di dollari in Bitcoin (BTC), segnando il primo trasferimento significativo da marzo scorso. La vicenda dell'exchange giapponese fallito nel 2014 continua a essere una spada di Damocle sul sentiment di mercato, con gli operatori che temono nuove ondate di vendite ogni volta che i wallet controllati dal trustee mostrano attività on-chain.
Secondo i dati raccolti da Arkham Intelligence, un indirizzo identificato come "Mt. Gox Cold Wallet" ha trasferito 10.608 BTC, distribuendoli su due wallet distinti. Di questi, 185 BTC (circa 17 milioni di dollari) sono stati inizialmente spostati su un hot wallet di controllo del trustee, per poi essere rapidamente inoltrati a un indirizzo riconducibile all'exchange Kraken. La restante porzione, pari a 10.423 BTC, è stata invece trasferita a un indirizzo completamente nuovo, alimentando le speculazioni sulla natura di questo movimento.
Kraken, che insieme ad altri quattro exchange sta collaborando con il trustee giapponese per facilitare i rimborsi ai creditori, ha declinato ogni commento quando contattato da media specializzati. L'exchange statunitense è uno degli attori chiave nel processo di restituzione che dovrebbe vedere circa 35.000 BTC ancora da distribuire, per un controvalore attuale di circa 3,2 miliardi di dollari. La mancanza di chiarimenti ufficiali lascia aperte diverse ipotesi: si tratta di test tecnici, di rimborsi effettivi o di una riorganizzazione dei fondi custoditi?
La saga di Mt. Gox affonda le radici nel 2014, quando l'exchange perse circa 850.000 BTC a causa di una vulnerabilità nel codice sorgente di Bitcoin, dichiarando bancarotta e lasciando decine di migliaia di utenti senza accesso ai propri fondi. Da allora, il processo di rimborso è stato un calvario burocratico decennale, con i creditori che hanno atteso anni prima di vedere un singolo satoshi restituito. I pagamenti sono formalmente iniziati solo nel 2024, permettendo finora a circa 19.500 creditori di recuperare i propri asset.
L'analisi dei movimenti on-chain mostra che dal luglio 2024 i saldi controllati dal trustee sono diminuiti di oltre 100.000 BTC, segno che il processo di distribuzione sta procedendo, seppur con tempi dilatati. Tuttavia, il mese scorso è arrivata l'ennesima doccia fredda per i creditori rimasti: un tribunale di Tokyo ha approvato il rinvio dei pagamenti fino a ottobre 2026, citando procedure incomplete e problematiche burocratiche ancora irrisolte.
L'impatto psicologico sul mercato di questi movimenti non va sottovalutato. La prima ondata di rimborsi aveva innescato una significativa pressione di vendita, con creditori che dopo anni di attesa hanno liquidato posizioni per cristallizzare guadagni su un asset cresciuto esponenzialmente dal 2014. Bitcoin ha perso circa lo 0,5% nelle ultime 24 ore e quasi l'11% nell'ultima settimana, scambiando attualmente a 93.302 dollari, ben il 26% sotto il massimo storico di agosto a quota 126.000 dollari.
La community crypto osserva questi wallet con particolare attenzione perché ogni movimento potrebbe rappresentare l'anticipo di nuove distribuzioni e quindi di potenziale pressione ribassista. Gli analisti notano come il pattern attuale ricordi quello di marzo, quando furono mossi importi simili precedendo effettivi rimborsi. Con oltre 3 miliardi ancora da distribuire e una deadline spostata al 2026, Mt. Gox continuerà probabilmente a essere un fattore da monitorare per i trader attenti alle dinamiche di mercato, specialmente in momenti di volatilità come quello attuale.
Per gli investitori retail italiani, abituati a una maggiore attenzione verso la sicurezza dei fondi anche alla luce delle crescenti normative europee come il MiCA, la vicenda Mt. Gox rappresenta un monito storico sull'importanza della custodia degli asset digitali e sulla necessità di affidarsi a piattaforme regolamentate. Nel frattempo, il mercato attende segnali più chiari su quando e come avverranno le prossime distribuzioni, consapevole che ogni trasferimento potrebbe muovere i prezzi nel breve termine.