Il mercato delle criptovalute sta attraversando una delle sue fasi più volatili degli ultimi mesi, con Bitcoin (BTC) che ha perso circa il 25% del suo valore dall'all-time high raggiunto ai primi di ottobre. Un crollo che ha vaporizzato quasi mille miliardi di dollari dalla capitalizzazione complessiva del settore crypto. La particolarità di questo drawdown non sta tanto nell'entità della correzione – i veterani del mercato ne hanno viste di peggiori – quanto nella brutalità della reversione da un contesto di massimo ottimismo istituzionale. Proprio mentre Bitcoin sembrava consolidare la sua legittimazione nel sistema finanziario tradizionale, il sentiment è collassato con una velocità inedita.
Il 2025 era partito come l'anno della consacrazione mainstream per le crypto. Coinbase era entrato nell'S&P 500, il Congresso americano aveva approvato una legislazione che permette alle principali banche di operare con stablecoin, e persino JP Morgan – storico oppositore del settore – aveva annunciato la possibilità per i clienti di utilizzare Bitcoin come collaterale per prestiti. Una serie di sviluppi che sembravano cementare il ponte tra economia reale e blockchain, avvenuti però in un contesto di mercato in forte ascesa.
Leigh Drogan di Starkiller Capital, investitore con anni di esperienza nel settore, sottolinea come questa correzione si distingua dalle precedenti. "È la ferocia della reversione da un buon momentum, nuovo massimo, direttamente verso quello che è sostanzialmente un crash", spiega. La narrazione dei Bitcoin maximalist che vedono BTC come oro digitale – riserva di valore contro inflazione e debito pubblico crescente – si sta scontrando con una realtà di mercato diversa: gli investitori trattano attualmente Bitcoin più come un tech stock ad alto rischio che come bene rifugio.
"Ci sono molti fattori diversi che si stanno manifestando contemporaneamente e che stanno spaventando gli investitori riguardo ai risk asset in generale, e crypto è il risk asset per eccellenza", aggiunge Drogan. Una definizione che sintetizza perfettamente la posizione attuale delle criptovalute nell'architettura finanziaria: massima esposizione al risk-off quando i mercati tradizionali tremano.
L'interconnessione crescente tra mercati crypto e finanza tradizionale rende questo selloff rilevante anche per chi non possiede direttamente criptovalute. Todd Baker, docente alla Columbia Law School, evidenzia come molti fondi indicizzati che replicano il mercato azionario generale ora includano esposizione a società crypto. Una correzione severa in questi segmenti può generare effetti a cascata sulla spesa, con ripercussioni sull'economia reale.
Ancora più preoccupante per Baker è la mancanza di trasparenza sul sistema di leverage nel settore. Le nuove regole dell'amministrazione Trump che permettono a più banche e attori finanziari di concedere prestiti per investimenti in crypto sollevano interrogativi sul rischio di contagio. "La questione è il contagio, e questo coinvolge chi sta fornendo leva a chi nel sistema complessivo, e penso ci sia pochissima trasparenza quando si tratta di crypto", afferma.
Nonostante il momento bearish, l'industria crypto mantiene una prospettiva ottimistica sulle opportunità di accesso per gli investitori retail. Matt Hougan di Bitwise Asset Management prevede un'esplosione di prodotti crypto-ETF nel prossimo anno. Gli exchange traded fund rappresentano il veicolo ideale per chi vuole esposizione alle criptovalute senza dover gestire direttamente wallet o interagire con la blockchain. "Sarà un crypto-ETF-palooza nel prossimo anno. Le porte sono aperte", dichiara Hougan.
La vera sfida per il settore sarà dimostrare che l'integrazione con la finanza tradizionale può reggere anche nei periodi di stress di mercato, non solo durante le fasi di euforia. La resilienza delle infrastrutture costruite nei mesi precedenti – dagli strumenti di custodia istituzionale ai prodotti finanziari regolamentati – verrà testata proprio in questo tipo di contesto. Il prossimo capitolo dirà se Bitcoin potrà effettivamente comportarsi come l'oro digitale che i suoi sostenitori proclamano, o se rimarrà fondamentalmente legato alle dinamiche speculative dei tech stock ad alta volatilità.