Il panorama regolamentare crypto negli Stati Uniti sta vivendo una svolta epocale che potrebbe ridefinire l'intero approccio di vigilanza sul settore. La Securities and Exchange Commission ha pubblicato le sue priorità d'esame per l'anno fiscale 2026, e l'assenza totale di riferimenti agli asset digitali rappresenta un cambio di rotta radicale rispetto agli ultimi due anni. In un documento di 17 pagine che delinea le aree di focus per consulenti d'investimento, fondi, broker-dealer e infrastrutture di mercato, le parole "crypto", "digital assets", "virtual currency" e persino "blockchain" non compaiono nemmeno una volta. Questa rimozione sistematica arriva mentre la capitalizzazione del mercato crypto globale ha superato i 4 trilioni di dollari a luglio 2025, evidenziando un paradosso: mai il settore è stato così grande, mai la SEC così silenziosa.
Il contrasto con il recente passato non potrebbe essere più netto. Le priorità del 2024 dedicavano un'intera sezione ai "Crypto Assets and Emerging Financial Technology", indicando esplicitamente che gli esami si sarebbero concentrati su operatori attivi nel settore degli asset digitali e prodotti correlati. Anche nel 2025, crypto assets comparivano accanto ad intelligenza artificiale, cybersecurity e antiriciclaggio come aree di rischio critiche. Ora, nel 2026, zero menzioni in qualsiasi sezione del documento, compresi i capitoli su fintech e AML dove il tema era precedentemente centrale.
Il nuovo focus della Division of Examinations si è spostato verso algoritmi, automated advice e AI, con particolare attenzione alla conformità delle raccomandazioni generate da questi strumenti. La cybersecurity, la resilienza operativa, la protezione dell'identità e la regolamentazione S-P modificata rimangono priorità trasversali, ma il crypto viene ora trattato attraverso lenti "technology-neutral" piuttosto che come categoria di rischio separata. Questo approccio segna una transizione da una vigilanza settoriale specifica a un framework basato su rischi funzionali come custodia, liquidità, marketing e AML.
Il contesto politico e di personale aiuta a spiegare questa metamorfosi. A gennaio 2025, la Casa Bianca ha emesso direttive per supportare la crescita responsabile degli asset digitali, limitare il lavoro federale sulle CBDC e istituire un President's Working Group sui mercati degli asset digitali. A marzo, un fact sheet ha formalizzato la creazione di una Strategic Bitcoin Reserve e di uno stockpile nazionale di asset digitali, inquadrando le crypto come risorse strategiche anziché segmenti speculativi di mercato. Questa è una svolta semantica e politica che riposiziona completamente la narrativa istituzionale americana.
All'interno della SEC, Paul S. Atkins è stato nominato chairman nell'aprile 2025, portando con sé una reputazione di approccio regolamentare più leggero e un'enfasi sulla formazione di capitale. A settembre, l'arrivo di Meg Ryan come enforcement director è stato letto da molti osservatori come ulteriore segnale di un cambio di postura. I numeri dell'enforcement confermano questa tendenza: Cornerstone Research ha contato 46 azioni enforcement legate a crypto nel 2023 (il record storico), scese a 33 nel 2024, con un calo del 30% anno su anno. L'intero anno fiscale 2024 si è chiuso con 583 azioni totali, in diminuzione rispetto all'anno precedente, anche se le sanzioni finanziarie hanno toccato il record di 8,2 miliardi di dollari, trainato però principalmente dal settlement con Terraform Labs.
La nuova era Atkins ha visto la risoluzione o il ridimensionamento di diversi casi legacy ad alto profilo. Il procedimento contro Ripple si è concluso con una penalità di 125 milioni di dollari e un'ingiunzione limitata alle vendite istituzionali. L'indagine sul business crypto di Robinhood è stata chiusa senza accuse. Più significativo ancora, la SEC ha mosso per archiviare la causa contro Coinbase, che aveva originariamente contestato attività di exchange non registrato e prodotti di staking. Questi sviluppi, collocati accanto alle priorità 2026, disegnano un reset in cui esami ed enforcement convergono su una postura più ristretta, concentrata su frode, custodia, marketing e rischio operativo attraverso regole neutrali rispetto alla tecnologia.
La volatilità del mercato rende questa transizione ancora più interessante. Bitcoin è sceso sotto i 90.000 dollari, in calo di quasi il 30% dal picco di ottobre sopra i 126.000 dollari, mentre Ethereum (ETH) scambia sotto i 3.000 dollari. Il mercato crypto più ampio ha perso circa 1 trilione di dollari in sei settimane. Questo è esattamente il tipo di volatilità che può mettere alla prova gli accordi di custodia, la gestione della liquidità e l'idoneità del marketing nei canali regolamentati, eppure il programma d'esame SEC affronta questi rischi attraverso framework generici come oversight sui prodotti complessi, resilienza cyber e AML, piuttosto che attraverso una lente crypto-specifica.
Mentre la SEC si ritira, il resto del mondo accelera con regolamentazioni settoriali dettagliate. Il framework Markets in Crypto-Assets (MiCA) dell'Unione Europea è ora pienamente operativo, con le regole sugli stablecoin attive dal 30 giugno 2024 e il regime più ampio per i crypto-asset service provider applicabile dal 30 dicembre 2024. Le stablecoin non conformi hanno affrontato delisting entro il 31 marzo 2025, e gli analisti proiettano un mercato significativo di stablecoin denominate in euro entro fine anno. Il Regno Unito ha pubblicato una bozza di strumento statutario per creare nuove attività regolamentate per crypto asset e ha aperto consultazioni su piattaforme di trading, intermediazione, staking e DeFi, considerando controlli più stringenti sui rischi per i consumatori.
Hong Kong continua a raffinare il suo regime di licenze per virtual asset trading platform e ha annunciato nel 2025 una roadmap "A-S-P-I-Re" di 12 iniziative, includendo passi per permettere alle piattaforme licenziate di condividere order book globali con affiliate per aumentare la liquidità. Singapore ha finalizzato nel 2023 un framework per stablecoin entrato in vigore nel 2024, applicabile a stablecoin single-currency ancorate al dollaro di Singapore o a valute G10. Questa divergenza tra Stati Uniti e resto del mondo crea dinamiche competitive inedite per operatori globali.
Gli analisti identificano tre percorsi plausibili per il periodo 2026-2027. Il primo è un esito di "benign neglect", dove la SEC tiene crypto fuori dalle priorità d'esame e processa l'esposizione attraverso regole di custodia, AML, cyber e marketing, mentre l'attività di enforcement scende verso conteggi a cifra singola centrati su frodi. Il secondo è un "realignment outcome" che richiederebbe azione congressuale sulla struttura di mercato, spostando la maggior parte degli spot token verso la CFTC e riservando alla SEC i tokenized securities e le quote di fondi. Il terzo è uno "snap-back outcome" innescato da un fallimento ad alto impatto come il collasso di una stablecoin, un incidente exchange o uno shock a livello di prodotto in un complesso ETF, che potrebbe triggerare audizioni e il reinserimento di crypto nelle priorità 2027 o 2028 con nuove risorse specializzate.
Per gli exchange centralizzati e gli ibridi broker-dealer, l'esposizione d'esame nel breve termine è orientata verso AML, custodia e idoneità dei prodotti complessi, oltre alla supervisione CFTC per i derivati. Per la DeFi, l'omissione della SEC rafforza che la supervisione on-chain non è nella sua agenda d'esame a breve termine, mentre i processi di UE, UK e Hong Kong potrebbero diventare le prime fonti di standard vincolanti. Per gli emittenti di stablecoin, i framework MiCA e MAS stanno rapidamente diventando punti di riferimento per design e compliance, anche per partecipanti di mercato statunitensi che operano globalmente.
Il silenzio della SEC potrebbe parlare più forte delle sue passate crociate, enfatizzando il passaggio da ostilità riflessa a contenimento deliberato. Dopo anni in cui il silenzio spesso precedeva un subpoena, la nuova postura suggerisce qualcosa di più semplice: crypto non è più il progetto speciale della SEC. Che questo si riveli una normalizzazione attesa da tempo o una pausa temporanea, il centro di gravità della supervisione statunitense si sta spostando, e questa volta non per ciò che la SEC trattiene, ma perché finalmente sta uscendo dai riflettori, lasciando spazio a un ecosistema maturo che potrebbe finalmente autoregolarsi attraverso standard di mercato e framework settoriali specifici.